Snai apre la procedura di licenziamento ed esclude strumenti alternativi

Snai ci ha anticipato via mail l'apertura formale della procedura per il licenziamento di 68 dipendenti, di cui 54 nello stabilimento di Porcari (Lucca).

Al di là dei numeri e delle mansioni coinvolte nella dichiarazione di esubero - a nostro parere non correttamente ed univocamente identificabili - sono l'impostazione e l'approccio dell'azienda che proprio non ci convincono e che non accettiamo.

La legge 223 del 1991, che disciplina i licenziamenti collettivi, prevede che a seguito della dichiarazione di esubero si debba, entro 75 giorni, provare a trovare una soluzione che possa scongiurare i licenziamenti con misure alternative, tramite appositi incontri prima in sede sindacale ed in seguito presso il Ministero, trattandosi di trattativa nazionale.

Non è un buon inizio quello prospettato da Snai che, nella comunicazione inviata alle organizzazioni sindacali ma anche agli Enti interessati, esclude esplicitamente e preventivamente che possa trovarsi soluzione diversa dai licenziamenti.

Snai dichiara che “non si è in grado di programmare misure per fronteggiare le conseguenze sul piano sociale dell'attuazione del programma di riduzione di personale” e che “non si ritiene di poter adottare misure idonee a porre rimedio alla predetta situazione ed evitare, in tutto o in parte, la dichiarazione di riduzione di personale, poiché l'eccedenza ha carattere strutturale e rende impossibile il ricorso a qualsivoglia strumento alternativo per gestire le eccedenze evidenziate”.

Questo vuol dire che non si vuole nemmeno provare a rispettare lo spirito della normativa vigente. E' un atto di arroganza verso i lavoratori e le loro rappresentanze ma anche un affronto per le istituzioni che sono e saranno coinvolte nella procedura. Noi di certo non accetteremo questa impostazione e sicuramente su queste basi non sarà possibile nessun accordo.

Ci batteremo affinché si possa accedere a tutti gli ammortizzatori che la legge mette a disposizione per governare i processi di crisi.

Fonte: Fiom Cgil Lucca e provincia

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