
QUI LIVORNO
E’ già arrivato alla Procura della Repubblica, alla Prefettura e alla sezione regionale della Corte di Conti, l’esposto cautelativo inviato ieri dal presidente della Provincia, Alessandro Franchi, al fine di tutelare l’Ente dal rischio di incorrere in gravi responsabilità penali a causa della mancanza di risorse finanziarie necessarie all’adeguato svolgimento delle funzioni istituzionali.
L’iniziativa è stata presa di concerto con l’UPI, il quale, proprio per richiamare l’attenzione sui problemi derivanti dai sanguinosi tagli imposti dalle manovre finanziarie, ha promosso una settimana di mobilitazione per difendere i servizi e la sicurezza.
L’esposto mette in luce la profonda difficoltà in cui si verrà a trovare l’Ente che nel 2017, a fronte di una stima sulle entrate pari a 32.868.648 euro, dovrà riversarne obbligatoriamente allo Stato 29.158.007. Tenuto conto che le spese per le funzioni fondamentali nel 2016 sono state pari a 47.099.584 euro è evidente che nel bilancio preventivo del 2017 si creerebbe uno squilibrio di 43.388.943 euro, che manderebbe la Provincia in dissesto finanziario.
“Da qui la necessità di intervenire - sottolinea il presidente Franchi - perché il Governo ponga rimedio a questa situazione, che mette a rischio i servizi e soprattutto la sicurezza delle infrastrutture stradali e degli edifici scolastici provinciali. Con grandi sforzi abbiamo chiuso il bilancio 2016 - aggiunge Franchi – garantendo il pareggio e stanziando risorse aggiuntive in settori importanti come il trasporto e l’assistenza agli studenti disabili delle scuole superiori, la manutenzione scolastica e la sicurezza stradale. Lo abbiamo fatto perché abbiamo potuto attingere alle risorse accantonate nell’avanzo di amministrazione degli anni precedenti, ma di fronte a tagli così importanti non saremo in grado di fare altrettanto anche nel 2017”.
Per questo nell’esposto si richiama il rispetto dell’art. 119 della Costituzione, nel quale si prevede espressamente che le risorse derivanti dalle entrate proprie degli enti siano destinate al finanziamento delle funzioni pubbliche loro attribuite. “Tenuto conto - conclude Franchi - che la legge Delrio ha volutamente riconosciuto alle Province funzioni fondamentali che impattano in maniera profonda sulla vita delle comunità locali, riteniamo che continuare a chiedere a questi Enti sforzi finanziari insostenibili, sia un modo per limitarne fortemente l’autonomia funzionale”.
QUI LUCCA
"Le Province italiane, confermate nella Costituzione, devono poter ripartire. Devono essere messe in grado di garantire i servizi legati alle loro competenze istituzionali con risorse adeguate. Devono poter confezionare i loro bilanci tornando ad una seria programmazione come accadeva in passato. Senza i necessari fondi incassati dai tributi locali i servizi sono a rischio".
E' questo, in sintesi, il messaggio politico-istituzionale del presidente della Provincia di Lucca, Luca Menesini, che ieri (giovedì 16 marzo) ha consegnato un esposto cautelativo alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca,inviato per conoscenza anche al Prefetto di Lucca, Maria Laura Simonetti, e alla sezione regionale della Corte dei Conti.
Un esposto molto dettagliato che indica come paradossale la situazione delle Provincie anche sul piano istituzionale. I riferimenti sono soprattutto sui tagli insostenibili a cui le amministrazioni provinciali sono sottoposte ormai da tre anni, che non consentono di garantire la corretta manutenzione delle strade e delle scuole, funzioni loro affidate dalla legge di riforma. Tanto più che, con la mancata abolizione di questi enti sancita con il referendum, le Province hanno piena dignità costituzionale e dunque devono avere quell'autonomia finanziaria prevista dall'art. 119 della Costituzione.
L'esposto firmato da Menesini, in sostanza, a seguito dei provvedimenti legislativi adottati, considera la situazione attuale una violazione dell'art. 119 della Costituzione, nonché del principio di buon andamento della pubblica amministrazione contenuto nell'art. 97 della Carta Costituzionale con gravi danni non soltanto ai cittadini, ma anche all'ente territoriale che potrebbe non essere in grado di far fronte alle proprie specifiche funzioni istituzionali.
Nella parte dei contenuti e delle 'rivendicazioni', l'esposto attinge dal dossiersullo stato delle Province elaborato di recente dall'Upi (Unione province italiane). Questo dossier, già arrivato sui tavoli del Governo e sulla scrivania del Presidente della Repubblica, Mattarella, è stato firmato da tutti i 76 presidente delle Province, e ora trova ulteriore forza anche dal recente pronunciamento della Corte dei Conti che ha giudicato "irragionevoli" i tagli operati in questi anni alle Province che si ritrovano non adesso ma da alcuni anni con risorse del tutto insufficienti.
"Gli aspetti principali - sottolinea Menesini -riguardano lo status delle amministrazioni provinciali rimaste in Costituzione, la disponibilità finanziaria di questi enti, ormai ridotta all'osso a causa dei continui prelievi da parte dello Stato negli ultimi anni che limitano l'erogazione di servizi e gli investimenti necessari per la manutenzione di oltre 100mila km di strade provinciali, e per l'adeguamento e la riqualificazione di 3.600 scuole superiori. Ma non tralascio altre due questioni molto importanti: l'aspetto delle professionalità dei dipendenti delle Province per svolgere le funzioni assegnate e, caso unico in Italia, la competenza dell'ambiente che la Regione Toscana ha voluto mantenere a sé quando c'è stato il trasferimento di varie competenze dalle Province alle Regioni. Ritengo che l'ambiente sia una materia molto delicata che, per gli aspetti che implica anche in nome della salute pubblica, può affrontata al meglio se gestita a livello provinciale come accadeva sino alla fine del 2015".
Ecco, a titolo di esempio, alcune cifre contenute nel dossier dell'Upisullo stato delle Province italiane.
La legge di Stabilità 190/14 considerando le nuove Province quali enti "in attesa delle riforma costituzionale" ha operato prelievi insostenibili per i bilanci di questi enti: oltre 3 miliardi di euro dal 2015 al 2017. Non si tratta, infatti, di tagli (ossia di mancati trasferimenti da Roma ai territori), ma di veri e propri prelievi dalle casse provinciali, quindi dalle entrate dei tributi locali.
Dal 2013 al 2017 alle Province è stata chiesta una riduzione di risorse pari a 5,2 miliardi di euro. Mentre la spesa corrente degli tenti si è ridotta dal 2013 al 2016 di 2,7 miliardi di euro, ossia il 40% di euro.
Secondo il dossier dell'Upi il totale delle entrate di Province e Città Metropolitane è pari a 3,6 milioni di euro ma nel 2017 queste dovranno versare allo Stato 3,5 milioni di euro lasciando agli enti provinciali solo il 3% delle entrate tributarie.
Per quanto riguarda la Provincia di Lucca, l'amministrazione Menesini riesce comunque ad effettuare lavori nelle scuole e interventi sulle strade di competenza, nonostante il forte prelievo del Governo. Resta il fatto che il presidente Menesini e i consiglieri delegati potrebbero attuare e programmare più interventi sull'intero territorio provinciale se dei quasi 33,5 milioni di euro di entrate stimate dalle imposte locali nel 2017 (RcAuto, Ipt e addizionale sui rifiuti), non dovessero obbligatoriamente versarne ben 32,6 milioni allo Stato.
E quindi chiedono la restituzione delle somme prese per poter strutturare operazioni continue e constanti nelle varie arie provinciali.