
"C'è stato, è vero, un confronto di opinioni con i miei colleghi, come è naturale, sull’opportunità di indossare il velo sul luogo di lavoro, ma non mi sono mai sentita oggetto di discriminazione in nessuna biblioteca". Con queste parole Saana, 25 anni, operatrice della cooperativa Promocultura (socia del consorzio CO&SO di Empoli), commenta le notizie apparse ieri sulla stampa riguardo una presunta discriminazione religiosa di cui sarebbe stata vittima. La ragazza, parlando ad un incontro pubblico avvenuto ieri sera tra il sindaco di Firenze Dario Nardella e la comunità musulmana a Firenze, avrebbe spiegato di aver dovuto rinunciare ad un nuovo incarico presso una biblioteca a causa del velo.
Queste le parole di Saana: "Si voleva ampliare il mio servizio ad un'altra biblioteca. Il direttore di questo spazio però ha detto di no, perché porto il velo e ritiene che nell'ambito del pubblico non sia corretto mostrare simboli religiosi". Promocultura ha però fatto sapere che "non è ancora chiaro a quale episodio si faccia riferimento, né a quale biblioteca"; e anche la ragazza, durante l'incontro a Firenze, non ha voluto rivelare né quale sia la struttura, né l'identità del direttore con cui avrebbe avuto la discussione.
La ragazza, che lavora per la cooperativa dal 2012 con contratto a tempo indeterminato, ha poi fatto alcune precisazioni su quanto riportato dalla stampa attraverso una nota di CO&SO, spiegando come non si sia mai sentita discriminata per il suo credo religioso e anzi ha visto crescere nel tempo il suo livello contrattuale e le sue mansioni: "Faccio abitualmente attività e letture per bambini in varie biblioteche della rete empolese, indossando il mio velo, e non ci sono mai stati problemi".
Promocultura fa sapere inoltre che "il velo non costituisce per la cooperativa un limite all'accesso di specifiche posizioni lavorative e che i nostri operatori con eguali mansioni sono interscambiabili a seconda delle esigenze".
IL COMUNICATO DI CO&SO
Precisazioni agli articoli di stampa su presunte discriminazioni religiose subite da una dipendente della cooperativa Promocultura, socia del consorzio CO&SO Empoli, in riferimento agli articoli di stampa pubblicati in data 14 e 15 marzo 2017. La cooperativa Promocultura e il consorzio CO&SO Empoli tengono a precisare che l'operatrice, impiegata stabilmente con profitto e professionalità dal 2012 con contratto a tempo indeterminato, non è mai stata oggetto di discriminazione e anzi ha visto crescere nel tempo il suo livello contrattuale e le sue mansioni. Non corrisponde al vero che l'operatrice sia stata allontanata da servizi ai quali è stata destinata, per il suo orientamento religioso o per motivi legati al suo abbigliamento.
La cooperativa non ha mai rilevato alcun atteggiamento discriminatorio nei confronti dei propri dipendenti nella rete di biblioteche dove opera.
"Sono stata sicuramente travisata - dice la lavoratrice Sanaa - c’è stato, è vero, un confronto di opinioni con i miei colleghi, come è naturale, sull’opportunità di indossare il velo sul luogo di lavoro, ma non mi sono mai sentita oggetto di discriminazione in nessuna biblioteca. Faccio abitualmente attività e letture per bambini in varie biblioteche della rete empolese, indossando il mio velo, e non ci sono mai stati problemi. Anzi, mi sento fortunata perché dopo diploma e tirocinio sono stata assunta a tempo indeterminato. Con la cooperativa mi sono sempre sentita valorizzata per quello che sono e che faccio".
La storia di Sanaa era stata anche raccontata un paio di anni fa attraverso i media locali dopo un comunicato stampa del Comune di Empoli in cui si descrivevano le attività laboratoriali di lettura di favole in lingua araba ai bambini presenti nelle biblioteca comunale ‘Renato Fucini’, per la quale la ragazza lavora dal 2012 con contratto a tempo indeterminato
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