La videoarte unisce Volterra e l'Australia: il progetto Kalopsia nell'ex Opg

Un progetto artistico realizzato nell’edificio abbandonato dell’ex Ospedale Psichiatrico San Girolamo di Volterra


 

Martedì 21 marzo presso il Museum of Innocence di Mildura ( importante centro a nord di Melburne in Australia), l'artista visiva Laura Cionci (Roma, 1980), presenta il video “Kalopsia”. Una produzione realizzata in collaborazione con il regista Alessandro Zangirolami (Milano, 1981) e la curatrice Eleonora Raspi (Volterra, 1982), girato interamente all’interno del padiglione Ferri dell’ex Ospedale Psichiatrico di San Girolamo di Volterra. Laura Cionci sarà tra l’altro una delle artiste protagoniste del prossimo M’Arte 2017, il progetto di arte contemporanea a cadenza biennale in programma tra maggio e luglio tra Montegemoli, Pomarance, Volterra e il Castello di Querceto (Pisa). L’edizione di quest’anno si intitola "La natura delle cose" e gli artisti sono invitati a lavorare sul concetto di “Natura”.

Già prima della sua chiusura negli anni ‘70, l’imponente complesso monumentale dell’ex Ospedale Psichiatrico aprì le sue porte all’arte contemporanea. In occasione della manifestazione di arte ambientale Volterra ’73, la struttura ospitò il giovane artista Ugo Nespolo e la sua opera La grande pillola, una vera e propria pillola di legno alta due metri; l’opera, quasi a simboleggiare una drammatica catarsi, fu poi bruciata alla fine della mostra. Nel 2002, fu la volta di Marina Abramovic per la rassegna culturale Arte all’Arte. Abramovic, con la performance Marienbad, preferì lavorare direttamente con il suo pubblico, dandogli delle direttive precise e conducendolo in un percorso fisico, riflesso di un lavoro concettuale su temi quali ricerca di identità, forza gravitazionale, memoria e passato. Nel mese di aprile 2016, il Padiglione Ferri è stato nuovamente al centro di un intervento artistico, questa volta non per onorarne e ricordarne la storia, bensì per diventare a sua volta parte integrante di un’opera come “Kalopsia” dove gli artisti affrontano una riflessione su concetti quali lo spazio e il superamento di confini, nonché questioni legati alla visibilità e percezione. “ Il video racconta il dialogo tra natura, architettura e arti – spiega la curatrice Eleonora Raspi -, e il suo fondamento teorico si inserisce all’interno del percorso di Waiting Posthuman, piattaforma di ricerca interdisciplinare fra filosofia, architettura e arte, fondata da Leonardo Caffo e Azzurra Muzzonigro”.

Dal greco kallos (bellezza) e opsis (vista), comunemente la parola kalopsia indica l'illusione di percepire le cose come più bella di quello che realmente sono. Privato di qualsiasi riferimento simbolico e storico, lo spazio del Padiglione Ferri è trattato dai due artisti in maniera astratta, una lunga sequenza che inizia e termina con la stessa inquadratura e che posiziona lo spettatore in una sorta di “loop percettivo” entro cui gli è richiesto di rimanere, riflettere, ed attendere l’apparizione di un nuovo elemento spaziale. “Il rapporto con i luoghi abbandonati – prosegue la curatrice - implica un’alterazione del punto focale che credo possa rispecchiare la fragilità del sé contemporaneo. Consentire a noi stessi di essere fuori dal nostro luogo di appartenenza potrebbe significare permettere a noi stessi di diventare confini, testimoni attivi di passaggio e di creazione.  Il nostro rapporto sociale come persone-cittadini con spazi abbandonati, in un certo senso, è un richiamo costante della fragilità delle frontiere e dei confini”.  A seguito dell’inaugurazione australiana del 21 marzo, Laura Cionci darà il via al programma di residenze per artisti previsto per lo spazio museale di Mildura. Durante il soggiorno l’artista lavorerà ad un nuovo video e il progetto affiancherà “Kalopsia”. I due video poi saranno presentati la prossima estate in Italia e mostrati come unica installazione.

Fonte: Ufficio Stampa

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