
Un giallo d'arte che si risolve 35 anni è dopo. E' quello raccontato questa mattina sulle pagine della Nazione, che spiega la soria delle due opere del pittore tedesco Jakob Phillip Hackert, che lavorò in Italia a inizio ottocento.
Il giallo ha inizio a Santa Maria a Monte, nella villa della Pianore di proprietà della famiglia Passerin d'Entreves. Nel 1982 subirono il furto dei due preziosissimi quadri di cui non si ebbe più traccia fino al 2002, quando la figlia della contessa, deceduta anni fa, li riconobbe a una mostra.
Scoprì che risultavano di proprietà della galleria d'arte di Edomondo Robilant, di Londra, che li acquisto nel 1997 per 750 milioni dal venditore Arcangelo Nardizzi. A sua volta Nardizzi li aveva acquistati da un antiquario per un decimo del prezzo a cui li rivendette.
La vicenda penale terminò presto, con l'accusa per incauto acquisto a carico del Robilant che fu archiviata per la buona fede. Cominciò così il preocesso civile dove la galleria londinese chiedeva che fossero restituiti i quadri, o quantomeno l'importo pagato per la compravendita.
Il processo ha confermato che la famiglia Passerin d'Entreves è legittima proprietaria dlele due opere. Il giallo però resta in quanto il primo soggetto che negoziò le opere è morto anni fa.
I dipinti sono stati confermati dalle dimensioni di quelli rubati e quelli al centro del processo, oltre al fatto della coincidenza della figlia della famiglia che li ha riconosciuti per caso dopo molti anni. I nobili della Pianore sono stati confermati proprietari dei due Hackert.
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