
Rimangono ancora senza nome i due uomini rimasti vittime nell'incendio del casolare di via Livornese a Empoli nella notte di sabato 4 marzo. Sul luogo della tragedia, dove il rogo ha distrutto tutto, un mazzo di fiori è stato posto per non dimenticare. Dall'istituto di medicina legale di Firenze oggi o nei prossimi giorni dovrebbero arrivare nuove notizie per chiarire, come anche affermato dal sindaco Brenda Barnini, perché i due non fossero all'interno della rete di sostegno e assistenza organizzata in città. Che gli edifici abbandonati siano scelti da senza casa e 'fantasmi' è una cosa nota da anni: le varie fabbriche dismesse del territorio, dalla ex Vitrum alla Montevivo fino alla ex Rosselli, sono diventato un tetto fatiscente per chi una casa non ce l'ha. Anche il cascinale di via Livornese, di proprietà della srl La Rimessa, di cui è socio di maggioranza il ct della Roma Luciano Spalletti, era stato occupato abusivamente.
AGGIORNAMENTO
La procura di Firenze ha disposto le autopsie dei due corpi trovati nell'incendio al casolare abbandonato di Empoli sabato notte. I corpi sono ancora da identificare: i vigili del fuoco e i carabinieri li hanno trovati, infatti, completamente carbonizzati, in una condizione tale che non permette un loro agevole riconoscimento. L'autopsia potrebbe tornare utile anche per l'identificazione oltre a fornire indicazioni importanti per stabilire la causa esatta della morte. Oggi il pm Benedetta Foti conferisce l'incarico ai medici legali.
Al momento l'inchiesta non ha indagati tuttavia gli accertamenti per stabilire le cause del rogo sono comunque in corso. Tra le ipotesi si conferma quella iniziale di un braciere acceso per riscaldarsi. Il casolare non ha neppure l'impianto elettrico e i due senza tetto potrebbero aver illuminato con candele la stanza da loro scelta come rifugio di fortuna. Secondo un'altra ipotesi una fiamma può aver attaccato i pochi arredi presenti e aver sviluppato l'incendio. Il casolare, che è sotto sequestro, fa parte di una proprietà privata che aveva provveduto a chiudere gli ingressi e a renderlo non accessibile agli estranei.
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