Fassino a Montelupo: "Inchieste aggressioni a Renzi. Scissionisti destinati a sterilità politica"

È stata una mattinata intensa relativamente all'incontro organizzato dal Pd Empolese Valdelsa a Montelupo Fiorentino con ospite Piero Fassino, ex segretario dei DS (sua la Mozione Fassino che traghettò il partito nel PD), sindaco di Torino fino allo scorso anno, in passato anche parlamentare e Ministro della Giustizia.

Si è trattato del primo appuntamento legato al percorso congressuale che porterà a fine aprile alla scelta del nuovo segretario del PD. In un evento in cui l'effetto pathos lo hanno fatto i momenti di vicinanza a Luca Lotti per l'affair Consip, erano presenti vari big della politica locale. In primo luogo i sindaci Brenda Barnini (Empoli), Paolo Masetti (Montelupo Fiorentino), Giuseppe Torchia (Vinci), Alessandro Giunti (Capraia e Limite), Paolo Campinoti (Gambassi Terme) e Paolo Pomponi (Montaione), oltre ad ex primi cittadini, attuali assessori e consiglieri comunali delle varie amministrazioni locali.

In sala anche il deputato Dario Parrini (segretario PD Toscana), che nel suo intervento ha spinto con forza la base a saper comunicare i valori del Pd nella propria sfida all'innovazione e al cambiamento. Tra gli interventi del pubblico la richiesta di un'attenzione ai giovani, alla loro comunicazione, a saper coinvolgerli.

"Credo che dobbiamo confermare il nostro percorso congressuale: non dobbiamo accettare nessuna forma di condizionamento delle nostre scelte e del nostro dibattito. D'altra parte il congresso è il momento in cui tutti i nostri iscritti sono chiamati a discutere e l'occasione migliore per ascoltare tutti i problemi e le scelte che dobbiamo condurre, - prosegue - per cui penso che sia giusto confermare il calendario congressuale che ci siamo dati e favorire la più ampia partecipazione dai circoli alle primarie del 30 aprile".

Sulle inchieste "siamo stati i primi a dire che la magistratura faccia il proprio corso ma al tempo stesso assistiamo a un'aggressione nei confronti del Pd e al suo ex segretario Matteo Renzi, perché tutte le ragioni per cui stiamo lavorando per dare prospettive e stabilità al Paese sono forti e noi continuiamo a batterci per questo". "Non possiamo accettare una strumentalizzazione vile e a tratti personale, che respingiamo al mittente continuando a batterci per i problemi degli italiani - afferma Fassino -. Renzi interpreta quella domanda di trasformazione e cambiamento di cui l'Italia ha bisogno, incarna un progetto di riforme coraggiose che consenta all'Italia di crescere economicamente, essere socialmente più giusta e offrire più opportunità ai suoi cittadini".

"Credo che la scissione sia stata una scelta sbagliata, perché priva il Pd dell'apporto di persone che hanno contribuito alla nascita di questo partito e il suo sviluppo. Al tempo stesso coloro che hanno abbandonato il Pd per dare vita a una nuova formazione politica rischiano di condannarsi alla sterilità politica e soprattutto a una condizione minoritaria che non darà loro un grande peso politico o una particolare incidenza. Proprio perché abbiamo convocato il congresso, c'erano tutte le condizioni per una discussione a tutto campo, a cui avrebbero potuto partecipare con le loro idee e le loro proposte - ha aggiunto - invece la scissione indebolisce il Pd, indebolisce il centrosinistra e lo divide, indebolisce la coesione della maggioranza di Governo, in un momento nel quale noi abbiamo bisogno di un Pd più forte e più coeso in vista delle elezioni amministrative di primavera, del referendum e tanti altri appuntamenti che richiedono un Partito Democratico in campo per affrontare bene queste sfide".

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