Struttura polivalente per disabili: gli interventi di Varis Rossi e Rolando Terreni

Varis Rossi

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Varis Rossi riguardo la Struttura polivalente per disabili. Sulla faccenda ha voluto fare alcune precisazioni Rolando Terreni che riportiamo in calce.

Da tempo è in corso una discussione intorno alla possibilità, previa alienazione di immobili di proprietà comunale e sanitaria, di realizzare una struttura polivalente, di circa 70 posti, per i servizi diurni e residenziali di cittadini con disabilità psico fisiche.

Discussione e confronto. Rifiuto di questa proposta di parte delle associazioni interessate a livello locale e regionale. Chi non condivide non ha fatto mancare proposte di apertura programmatica ed innovative per adeguate i servizi. Non la difesa dell’esistente e basta.

Questa diversità di soluzioni, è una diversità culturale, politica, di modi e fini del governo della cosa pubblica. Se potessi usare una immagine per farmi meglio capire prenderei quella di prima e dopo Basaglia, collocando, oggi, nel prima di allora questa scelta che nostri sindaci, in particolare la sindaca di Empoli, Brenda Barnini, si ostinano a mantenere.

Non è in discussione la vendita di un immobile. Ma per cosa lo vendiamo. L’esperienza vissuta in questa terra lo certifica. Siamo venuti via da Villa Masoni, un centro diurno dell’Aias, attaccato ad Empoli, ma non nel centro dove lo incontriamo ora! C’era un ragionamento, una cultura ostinata a cercare la socializzazione, ad essere presenti e vicini agli altri. Ex casa Fucini, via XI febbraio, una residenza pure lei oggetto di vendita pro Polo, fu acquistata ed attrezzata per quando la famiglia non esisteva più, per quando i genitori (o un genitore) non potevano accudire il figlio o la figlia che rientravano dai centri, o dal lavoro e nei giorni festivi. Questa “casa famiglia” la potevamo fare, con minore costo di investimento e di gestione, a Cerbaiola, ma non lo facemmo con l’unanime consenso istituzionale e cittadino, perché quella cultura di rispetto e valorizzazione ed interesse per tutte le persone della comunità era una sorta di religione laica!

Di noi si interessavano anche al di fuori dei confini. Per le nostre eccellenze negli inserimenti sociali e lavorativi con i Comuni, con il lavoro a tempo indeterminato.
Oggi da questa terra partono notizie che richiamano l’attenzione preoccupata di associazioni, di cittadini, operatori, genitori e familiari e colgono con soddisfazione dichiarazioni, interventi che non condividono questi indirizzi, e non capiscono come l’assessora regionale Saccardi, con i suoi strumenti l’Asl di Pisa e la Regione, dica “Noi non ce li mandiamo! nel centro da 100 posti denominato Le Vele, nel comune di San Giuliano, provincia di Pisa. Il cosiddetto Polo di Empoli, assessora e presidente Rossi, è il nostro Le Vele!, addirittura promosso dal pubblico e non da una fondazione spinta e sorretta da una banca!
Proprio in questi giorni un quotidiano locale ha descritto una situazione di stallo nell’abbattimento delle barriere cittadine denunciando la difficoltà di chi non cammina ed è costretto a muoversi in carrozzina. Questo giornale ha sciorinato uno degli aspetti di quel necessario rammendo da fare nelle nostre città ed iniziato per quanto possibile tanti anni fa. Possiamo ricordare che il Sindaco di Empoli di allora non ricevette alcun avviso di garanzia per la mancanza di piani di abbattimento delle barriere, unico fra tutti i sindaci della Provincia fiorentina a non leggere la firma del magistrato Deidda nel proprio ufficio.

Il centro polifunzionale e la caduta di operatività sistemica per superare le barriere architettoniche sono due facce della stessa medaglia. Evidenziano e sottolineano una cultura amministrativa, politica, non in sintonia con una necessaria innovazione e conseguente potenziamento, per esempio, degli ambienti, degli spazi, in direzione del personale che, in questo campo di attività, non può essere precario, e va professionalizzato continuamente. Non basta un direttore sanitario o sociale saldamente in groppa e la precarietà assoluta e mal pagata di coloro che devono fare una carezza o nettare da un bisogno!

Non era e non è facile risolvere questi problemi, per tanti motivi, e non solo per carenza di risorse. Il governo della cosa pubblica, specie nella spesa, dovrebbe seguire criteri di priorità assoluta per questi nostri concittadini. Tanto più che la stessa Corte Costituzionale interpretando la nostra bella Costituzione ha parlato e scritto di diritti indefettibili, di primato della spesa per il sostegno scolastico, per l’assistenza dei disabili, per le loro famiglie, in alcuni casi con letture radicali, profondamente attinenti allo spirito ed alla lettera della Carta costituzionale, fino ad ammettere un vulnus giuridico per le norme che non vanno in questa direzione, cioè nella direzione dei diritti dei cittadini con minore autonomia intellettiva o di movimento.

Mai, ad Empoli, ma potrei dire in tutti i comuni, allora interessati a Cerbaiola o a Villa Masoni, si è deciso a colpi di maggioranza! Minoranze e maggioranze si ascoltavano e chi era più forte numericamente dimenticava di esserlo ed aveva come unico timore quello di essere all’altezza. Non si trattava di costruire o recepire un immobile per nuovi servizi. Questione ovviamente non facile. Questo interessamento diretto richiedeva agli amministratori locali, assieme agli operatori che venivano da scuole ed esperienze ormai da superare, avviarsi su strade nuove ed acquisire una cultura diversa nell’approccio e nella responsabilità, nella gestione, da seguire con la cura del buon amministratore.
Una cultura nuova. Consapevolezza diffusa che questi cittadini dovevano essere “più cittadini degli altri” per garantire loro i diritti dovuti. Cittadini con autonomia limitata, diversa dalla norma, ma persone desideranti, con gradazioni e scale diverse come quelle dei cosiddetti normali.
Oggi vi allontanate da questa cultura, da questa “sapienza amministrativa”. L’autorevolezza di chi governa una città non sta nella forza del voto ottenuto, ma nel come si rappresenta, nella sua cautela, nella sua capacità di fermarsi, anche soltanto per capire, in questo caso, i perché di chi vi legge non come innovatori, ma come costruttori di vecchie attenzioni, che qualora si concretizzassero farebbero perdere ad Empoli ed alla nostra zona quella cifra di eccellenza che in decenni passati ci faceva stare a confronto pieno con altre realtà non solo nazionali.

Di seguito la risposta alla precedente nota da parte di Rolando Terreni.

Vorrei far notare che la maggioranza e la minoranza ha lasciato nel degrado Villa di Cerbaiola e Villa Fucini e le conseguenze le stanno pagando i ragazzi al punto che urge una nuova residenza adeguata alle loro disabilità, polo o non polo ogni discussione è vana

Inoltre la maggioranza e la minoranza succedutasi negli anni  se ne e’ altamente infischiata di favorire l’integrazione sociale, l’eliminazione delle barriere architettoniche e di favorire l’accesso alle strutture pubbliche della citta’ ( piscina, biblioteca, eccetera).

Questo e’ il risultato della cattiva politica che spero cambi e non degeneri come si vede in questi giorni.

 

 

Varis Rossi

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