Fondo di solidarietà comunale: in Toscana 150 milioni, ma 28 Comuni con saldo negativo

Ieri il ministero dell'Interno ha pubblicato i numeri ufficiali del fondo di solidarietà di 5,8 miliardi, destinato ed essere ripartito tra i comuni italiani secondo i nuovi parametri.  Il fondo è frutto dell'aumento del peso dei parametri standard (dati dalla differenza fra capacità fiscali e fabbisogni di ogni ente) mitigati dall'accordo sulla clausola che impedisce tagli (o aumenti) superiori al 4% rispetto al 2016 nel complesso delle risorse di base, date dai gettiti Imu e Tasi ad aliquota standard oltre che dal fondo di solidarietà.

Osservando il dato complessivo del 2017, comprensivo anche del ristoro TASI abitazione principale, sono 28 i comuni toscani con un fondo di solidarietà comunale negativo, rispetto ai 29 del 2016.

Intanto, sempre in fatto di finanza locale, va segnalato che ieri la commissione Arconet ha pubblicato sul proprio sitoil decreto che disciplina la trasmissione da parte degli enti locali dei dati sul disavanzo emerso in seguito al riaccertamento straordinario dei residui. Regioni e Province avranno tempo 60 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, mentre per gli enti locali la scadenza è fissata al 30 giugno prossimo.

Fondo di Solidarietà Comunale 2017

Il Fondo di Solidarietà Comunale è lo strumento attraverso il quale lo Stato centrale realizza un prelievo delle risorse (standard) di gettito IMU per effettuare una redistribuzione attraverso un meccanismo perequativo. I fabbisogni e capacità fiscali standard costituiscono il criterio alla base di tale meccanismo per una quota pari al  40%, nel 2017, mentre a partire dal 2021 rappresenteranno l’unico criterio di riferimento.

Per l’anno 2017, la metodologia di costruzione del fondo non è variata rispetto al 2016, ad esclusione della maggior incidenza nella quota perequativa del peso dei fabbisogni standard. Come avvenuto nel 2016, Anci Toscana ha svolto una prima analisi delle risultanze per i comuni toscani al fine di operare un monitoraggio della condizione di ogni ente.

Osservando il dato complessivo del 2017, comprensivo anche del ristoro TASI abitazione principale, sono 28 i comuni toscani che risultano avere un fondo di solidarietà comunale negativo, rispetto ai 29 del 2016, come riportato nella cartina sottostante.

cartinagiulia

Approfondendo il livello di analisi,  è possibile apprezzare maggiormente la componente perequativa del Fondo stesso, epurando dal FSC la sua componente di ristoro TASI poiché di fatto essa costituisce un mero trasferimento di un tributo soppresso,

La quota di alimentazione del Fondo 2017 (ossia il 22,43% del gettito IMU standard 2014) da parte dei comuni toscani è stata pari a 218 milioni di euro. Mentre, la parte perequativa, (ovvero quanto il comune deve ulteriormente contribuire o percepire dal fondo) in termini complessivi rende un valore, per il 2017, pari a circa 59 milioni di euro. In sostanza, quindi, i comuni toscani, nella componente perequativa, ricevono più di quanto conferiscono. Infatti, i comuni che hanno una parte redistributiva negativa sono 85, mentre i rimanenti 191 ottengono risorse dalla redistribuzione.  A questo punto, se alla componente perequativa aggiungiamo la quota di alimentazione che ogni comune conferisce al fondo, in modo da apprezzare il Fondo in termini “netti”, si osserva che gli enti con risultanza positiva (che tra alimentazione fondo e redistribuzione delle risorse hanno un valore positivo) sono 106.

Per questi 106 comuni quindi giungono risorse che più che compensano la perdita di parte del loro gettito IMU per l’alimentazione del Fondo.

Complessivamente, considerando sia la quota di alimentazione, sia la quota perequativa, il risultato è di circa 159 milioni di euro che per il 2017 andranno a confluire in termini netti nel Fondo di solidarietà comunale.

Empolese-Valdelsa
Analizzando nel dettaglio gli 11 comuni dell'Empolese-Valdelsa i dati ci dicono che l'alimentazione del Fondo (ossia il 22% del gettito IMU standard 2014 del territorio degli undici comuni) si aggira intorno agli 8,5 milioni di euro. Questo, quindi, è il contributo degli undici Comuni . In questo dato spiccano i quasi 2,5 milioni e mezzo forniti dal Comune di Empoli e 1,2 milioni di Fucecchio. Il Comune che contribuisce meno ad alimentare il Fondo è Capraia e Limite. Trattandosi di un gettito calcolato sul 22% dell'Imu è chiaro che Comuni più grandi forniscano più fondi, da qui il dato molto piccolo di Capraia e Limite e di Gambassi Terme (275mila euro).
Nel complesso, la perequazione calcolata si aggira sui 1,3 milioni milioni di euro, a fronte di circa 8,5 milioni di euro versati nel Fondo. I Comuni che risultano in negativo, ossia che non avrebbero diritto a ricevere denaro dal Fondo, ma che dovrebbero ulteriormente contribuire , sono Cerreto Guidi, Empoli, Montespertoli, Vinci. Il Comune di Empoli dovrebbe contribuire, per perequazione, con altri 269mila euro.
Il dato definitivo, però, deve tener conto dei ristori per minori introiti I.M.U. e T.A.S.I., ossia dalla 'compensazione' dei minori gettiti di TASI sull’abitazione principale stimato ad aliquota di base. In sostanza, facendo un esempio, il Comune di Empoli ottine in più 4.779.584,45 euro.
Tirando le somme possiamo dire che a fronte di circa 8,5 milioni di euro versati nel Fondo, l'Empolese-Valdelsa riceverà circa 17 milioni di euro, ottenendo un saldo tra i soldi versati nel Fondo e quelli che rientrano nelle casse comunali di circa 9 milioni.

Fonte: Uffiico Stampa

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