Giuseppe Gulotta a Radio Lady: "Non sapevo della causa ai carabinieri. Pensiamo a un oratorio per Certaldo"

Giuseppe Gulotta
Giuseppe Gulotta

Giuseppe Gulotta ha raccontato la sua storia ai microfoni di Radio Lady. Sfortunato protagonista di una triste vicenda che lo ha visto rimanere in carcere per 22 anni con l'accusa di omicidio di due carabinieri, Carmine Aapuzzo e Salvatore Falcetta, nella casermetta di Alcamo Marina il 26 gennaio 1976.

Il fatto però non era mai avvenuto e la confessione di colpevolezza era stata estorta dai militari con la tortura. Adesso sono arrivati i soldi dell'indennizzo, 6 milioni e mezzo di euro: "I soldi mi sono arrivati lo scorso mese - racconta - adesso cercherò di migliorare la mia vita e quella della mia famiglia".

L'avvocato di Gulotta, Baldassare Lauria, ha annunciato la causa ai carabinieri: "Penso sia un atto dovuto della storia. Di queste situazioni ne sanno di più gli avvocati. Anche io non ne sapevo niente e ho appreso la notizia da internet".

Un modo per dare ulteriore giustizia alla vicenda? "Sono stato assolto e ritenuto innocente, ma c'è un lato oscuro in questa vicenda. Ci sono due carabinieri morti non si sa per mano di chi, anche loro innocenti come me".

La città di Alcamo consegnerà a Gulotta la cittadinanza onoraria: "Per me sarà un riconoscimento importante, sono tornato lì in vacanza negli ultimi anni. Mi sento a tutti gli effetti alcamese e siciliano, malgrado per colpa della giustizia io sono dovuto andar via. Sono stato ospitato da Certaldo e ci vivo abbastanza bene. Ho conosciuto mia moglie e adesso ho fatto un figlio e ho una bella famiglia".

Negli anni più difficili l'aiuto della parrocchia: "Pensavamo a un oratorio, un ritrovo dove i ragazzi possono fare amicizia e ritrovarsi. Appena rientrerò da Alcamo parlerò subito con la parrocchia e ci organizzeremo".

Giuseppe Gulotta ha in mente un progetto per evitare che la sua storia si ripeta: "Abbiamo in mente di fare una fondazione per dare voce ai casi particolari, dove il condannato potrebbe essere innocente e pensiamo sia necessaria la revisione".

Elia Billero e Giorgio Galimberti

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