Raghi Cioni, il fratello: "Non avrò pace finché non vedrò il responsabile in carcere"

Raghi CIoni

Riportiamo per intero il post su Facebook del fratello di Raghi Cioni, Adriano, scritto quest'oggi, domenica 1 gennaio. Ricordiamo che il trentenne è stato colpito il 15 dicembre scorso da un pirata della strada che l'ha urtato e l'ha lasciato sul ciglio di via Maremmana a San Miniato in fin di vita. Ancora una volta la famiglia Cioni si appella ai social network per sfogare il senso di impotenza e di ingiustizia tipico di un caso di cronaca ancora irrisolto nel quale è coinvolto un proprio caro. La ricerca del colpevole è ancora il primo obiettivo degli inquirenti e anche l'unica consolazione di Adriano.

"Il mondo gira all'incontrario,
Spesso la gente che non dovrebbe morire muore troppo presto mentre la gente che non ha niente di buono e che fa del male resta in questo mondo.

Oggi sento tanto la sua mancanza, più di ogni altro giorno, avrei bisogno che fosse qui e se lo avessi qui con me lo abbraccerei forte, fortissimo. Alcuni giorni sembra che non sia successo niente e invece c'è cambiata la vita nel profondo, per sempre.
In questi giorni di finta tranquillità ho paura perchè non mi capisco. Un momento ce la fai e due secondi dopo crolli e stai male, ti manca il respiro come nel momento in cui ho saputo che lo avevano ucciso e lasciato per strada.

È difficile da far capire al cervello che una persona è morta, che non c'e più e che non sarà più presente. Soprattutto quando in un secondo la tua vita viene ribaltata con due parole "è morto". Suonano il campanello e alcune volte penso che sia lui che è tornato a casa, come faceva alcune volte Raghi. Pura fantasia, il cervello ti fa credere cose inesistenti in questi momenti, la speranza e l'immaginazione diventa sopraffazione.

Vado al cimitero perchè è l'unico posto dove trovo la pace e dove sento di essere vicino a mio fratello ma appena torno a casa mi manca di nuovo, la mia vita adesso viene frantumata ad ogni silenzio per la sua mancanza. Sto con mia madre e ci stringiamo forte, ci guardiamo e sappiamo entrambi che il peggio arriverà quando realmente capiremo e accetteremo quello che è successo.

La situazione la capiamo giorno dopo giorno nelle piccole cose, non lo vediamo più tornare la sera a casa, non lo sentiamo più suonare, la mattina c'è un silenzio che prima non esisteva, la sua camera adesso è vuota e silenziosa.

L'unica cosa che mi rimane e di cui non posso farne a meno è trovare la persona che ha dato vita a questa tragedia, la persona che ha investito mio fratello lasciandolo su un ciglione della strada in fin di vita facendolo morire da solo di notte al freddo su una strada buia. Ne ho bisogno, anche se non mi farà avere indietro mio fratello.

La gente mi ferma per strada e mi da la mano dandomi le condoglianze ma io non riesco a stringere la mano a nessuno perchè chiunque in questo momento puó essere la persona che ha ucciso mio fratello. Ad ogni macchina ammaccata mi volto pensando che possa esser stato lui. Non ci sarà pace fino a quando non ci sarà un identità precisa.

Ho bisogno di sapere che su quel fascicolo contro ignoti venga segnato un nome e un cognome e di vederlo davanti a me in tribunale.
Non troveró pace fino al giorno in cui non vedró davanti a me il responsabile finire in carcere. Questo è l'unico augurio che ho per il 2017, che sia un anno pieno di giustizia.

Aiutatemi a diffondere per non far dimenticare a tutti cosa è successo 2 settimane fa. La gente deve sapere che in giro c'è un assassino libero per strada. Se qualcuno sa qualcosa chiami i carabinieri.

Inutile pensare che chi ha ucciso mio fratello si costituisca, questa persona (chiamarla persona è un eufemismo) non prova un minimo di rimorso, coscienza inesistente, sogni tranquilli, il suo unico pensiero è farla franca sperando che nessuno lo trovi per far rimanere la sua vita "pulita". Nonostante la sua vita sarà condannata per sempre.

Chi sa qualcosa invece puòdare una grossa mano a chi sta lavorando bene e duramente per rendere giustizia a mio fratello".

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