
Salvaguardare le peculiarità paesaggistiche e rilanciare il comparto agricolo della Bassa Valdelsa attraverso un percorso che mette insieme pubblico e privato. È questo il principio con cui quattro amministrazioni comunali e alcuni soggetti privati hanno presentato il progetto "RRCC - Resilienza rurale ai cambiamenti climatici. Ricostruire, proteggere e valorizzare il territorio della Bassa Valdelsa", un piano di intervento che sarà presentato alla Regione per ottenere i finanziamenti previsti dal bando PIT.
Il progetto, che mette sul piatto un massimo di 3 milioni, è stato elaborato dalle Amministrazioni comunali di Montespertoli (capofila), Certaldo, Montaione e Gambassi Terme, e ha ottenuto l'adesione di 26 imprenditori. I beneficiari diretti, però, saranno almeno 30 se si aggiungono le varie associazioni del territorio, come il Consorzio produttori Colline del Chianti, la Cantina sociale Colli Fiorentini e l'Associazione Grani Antichi. Ma l'intervento mira a valorizzare e salvaguardare l'intero territorio e per questo porterà benefici 'indiretti' anche a molti che non hanno aderito all'iniziativa.
"L'idea di partecipare al bando PIT - racconta il sindaco di Montespertoli, Giulio Mangani - nasce sulla scorta del lavoro portato avanti dal 2014 nell'ambito del Parco agrario di Montespertoli. Naturalmente c’era bisogno di trovare le risorse per mettere in pratica gli interventi. In questo senso, il bando PIT uscito quest’anno rappresenta l’opportunità che cercavamo. Per cui si è costituito un primo nucleo di soggetti, tra cui il Comune di Montespertoli e alcune associazioni locali, registrando poi l’adesione delle Amministrazioni comunali limitrofe di Certaldo, Gambassi e Montaione. E' una grande occasione per investire su innovazione e sostenibilità. Tramite l'aggregazione d'impresa, si rende possibile lo sviluppo di una più vasta rete di aziende che, insieme, possano cominciare a coltivare una prospettiva comune di rilancio agricolo della zona".
Il bando 'Progetti Integrati Territoriali'
Si tratta di un tipo di bando 'innovativo' perché per la prima volta permette una sinergia tra pubblico e privato per realizzare progetti di carattere 'non produttivo', ossia tutti quegli investimenti che non hanno una ricaduta immediata sulla produttività e sul fatturato: questo gruppo di opere comprende la prevenzione dagli attacchi dei microrganismi patogeni grazie a specifiche centraline che 'calcolerebbero' il rischio di attacco, la realizzazione delle recinzioni per contrastare la fauna selvatica, la riparazione delle frane su terreni agricoli, la prevenzione dal rischio idreogeologico e la costruzione di nuovi reticolati, l'installazione di infrastrutture per la produzione di energia pulita.
Insomma si tratta di tutti quegli interventi che solitamente, soprattutto in tempi di crisi, è difficile realizzare. Il bando prevede un' rimborso' dell'investimento fatto che, a seconda del tipo di opera, va dal 40 al 100% del denaro investito. Per fare un esempio l'installazione di pannelli fotovoltaici nn sarà rimborsato per intero, mentre l'intervento sul dissesto idraulico sarà coperto dalla Regione al 100%. Per accedere al bando servono almeno 500mila euro di spesa minima prevista e almeno 12 adesioni. La Regione è pronta a finanziare fino a 3 milioni di euro per progetto, per un platfond totale di 10 milioni. Il piano, allo stato attuale, potrebbe portare quindi ad oltre 3,5 milioni di investimenti sull'agricoltura del territorio (tra investimento diretto e rimborsi della Regione previsti dal PIT). La Valdelsa è il secondo territorio che presenterebbe ufficialmente la propria richiesta di accesso al PIT, solo Lucca lo ha già fatto.
"È la prima occasione per mettere insieme pubblico e privato - spiega il sindaco Cucini - , mettendo in campo una strategia comune, e quindi più efficace, per rafforzare il sistema di protezione del territorio e contenere al minimo possibile i danni. Come Amministrazioni comunali abbiamo accettato la sfida, ora puntiamo all'obiettivo finale. Se altre aziende vogliono essere coinvolte è arrivato il momento di farsi avanti".
Come aderire
Per tutti gli imprenditori che volessero aderire, sarà possibile presentare richiesta presso il Comune di Montespertoli. Il prossimo 27 dicembre, nella sala consilaire del Comune, alle ore 21.30, sarà anche organizzata un'assemblea pubblica dove sarà possibile presentare la propria proposta e conoscere nel dettaglio il piano. Qui si chiuderà la fase d'iscrizione al progetto. Si tratta, quindi, dell'ultima possibilità, anche perché il prossimo 16 dicembre il bando risulterà scaduto.
E i tempi sono stretti: se il piano venisse approvato, infatti, gli aderenti avranno solo 60 giorni per rendere cantierabizzabili gli interventi, cioè per partire con i lavori. I fondi destinati dovranno poi essere spesi entro 2 anni, almeno per i 2/3 di quanto accordato con il PIT: in caso contrario la Regione non rimborserà quanto speso. A 'proteggere' gli aderenti, però, un accordo territoriale per la quale gli stessi si impeganno, a spese di una penale, a realizzare le opere messe nel piano per non vedersi negare i rimborsi.
Il PIT in sintesi
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Fonte: Giovanni Mennillo
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