
Si è tenuta giovedì 8 dicembre 2016, nella sede di Via Cavour, a Empoli, l’Assemblea della Fratellanza della Misericordia di Empoli in occasione del 381°anniversario della Fondazione della confraternita cittadina.
All’Assemblea che si è tenuta in una sala gremita di persone, sono intervenuti, fra gli altri, l’On. Dario Parrini, il consigliere regionale Enrico Sostegni, l’assessore alle Politiche sociale del Comune di Empoli Arianna Poggi e il sindaco di Vinci Giuseppe Torchia.
L’Assemblea è stata aperta dalla Relazione morale del Governatore Pier Luigi Ciari che nel suo circostanziato intervento, dopo aver ringraziato i volontari e tutti coloro che portano avanti le attività della Misericordia, ha insistito sul ruolo centrale della confraternita.
“Il mondo- ha detto Ciari, citando le parole di Papa Francesco- ha bisogno di segni concreti di solidarietà, soprattutto davanti alla tentazione dell’indifferenza e richiede persone capaci di contrastare con la loro vita l’individualismo, il pensare solo a se stessi e il disinteressarsi dei fratelli nel bisogno”.
“Il volontariato- ha detto Pier Luigi Ciari- è un modo concreto per fare della misericordia uno stile di vita”.
Nel corso della Relazione morale è stato fornito un dettagliato resoconto dei molteplici servizi offerti dalla Misericordia e dei numerosi campi di intervento.
Particolarmente significativi i numeri dell’ultimo anno della Misericordia di Empoli.
I soci sono 5071 e i volontari attivi 389 per un totale di 103.177 ore di volontariato. Nel 2016 per effettuare i numerosissimi servizi sono stati percorsi dai mezzi della Misericordia qualcosa come 626.867 Km.
Il contributo che l’attività Misericordia di Empoli riversa sulla collettività è valorizzabile in €.2.028.365.
Il valore del volontariato attivo per un totale di 103.177 ore, calcolato sul parametro medio di €.15.50 orari, ammonta infatti a €.1.599.244 che sommati con donazioni e beneficenza portano appunto all’incredibile cifra di oltre 2 milioni di euro.
La positiva ricaduta sul territorio delle attività della Misericordia, è stata sottolineata anche nelle parole dell’On. Parrini e dell’assessore Poggi che hanno ringraziato la confraternita per l’opera svolta.
La mattinata, come da tradizione, si è conclusa con le premiazioni dei volontari per i servizi effettuati.
MEDAGLIA D’ORO per 1.000 SERVIZI
o DANIELE ANTONELLI |
o LUCIANO BUCALOSSI |
o PAOLO CERATO |
o ARTURO D’ELIOS |
o CARLO GIANNELLI |
o ANDREA LAZZERI |
o ANDREA PACINI |
o CARLO ROMAGNOLI |
o ANTONIO ROSSELLO |
o CRISTIAN SEYMONS |
o DORINA ONEA TEPES |
o ANNA VIGNOZZI |
o MASSIMO VIVALDI |
TARGA ARGENTO per 5.000 SERVIZI
o PEMAR BUMAGAT o ANDREA IORI o ALESSANDRO MAMMOLI |
STELLA CONFEDERALE per 30 ANNI DI SERVIZI ALLA MISERICORDIA
o STEFANO BECONCINI o RAFFAELLO BORGIOLI o MONALDO MARTINI o ELIO TARDELLA o FRANCESCO ORIENTI |
TARGA per 25 ANNI DI SERVIZI ALLA MISERICORDIA
o PIER LUIGI CIARI o LUIGI CAPECCHI o STEFANO GIANNONI o DANIELE LUCARELLI |
TARGA per 15 ANNI DI SERVIZI ALLA MISERICORDIA
o VALENTINO BITOSSI o CARLO GIANNELLI o ALESSANDRO MAMMOLI o SIMONE MASOTTI o MARCO MATTESINI o CRISTIAN MENICHETTI o STEFANO SANTINI |
BENEMERENZA
per il RAGGIUNGIMENTO dei 500 SERVIZI
o ANDREA BENEDETTI |
o LORENZO BIANCONI |
o SEBASTIANO DI GIOVANNI |
o ELEONORA GAGLIO |
o ROBERTA GIOMI |
o VINCENZO GRIVA |
o LINA LIUNI |
o MARIA IRIS MORI |
o ALESSANDRO PATERNOSTRO |
o MAURO POMERANI |
o PAOLO ROSSETTI |
o ADILSON SCAPIN |
o LUCIA SERGIACOMI |
o ERMINIA TAGLIAGAMBE |
o FABIO TANI |
o PAOLO TOFANI |
o JACOPO VARVARO |
o MARZIA VINCI |
CROCE AL MERITO
o LINO ABBATE |
o PEMAR BUMAGAT |
o ANGELO CARMIGNANI |
o ANTONIETTA FRANCOLINI |
o GIANMARCO MARCONCINI |
o LORENZO MARTINI |
o PAOLO MASONI |
o REBECCA OLIVARI |
o STEFANO SANTINI |
o ROMINA TADDEI |
o VALENTINO TERRENI |
o MARCO TINARELLI |
CROCE AL MERITO ALLA MEMORIA
o CARLA TAVIANI |
ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE E RINGRAZIOMENTO PER AIUTO E SOCCORSO AL TERREMOTO CENTRO ITALIA
o LINO ABBATE |
o SARA ANNUNZIATA |
o CLAUDIO BENEVIERI |
o VALENTINO BITOSSI |
o ANTONIO BOLDRINI |
o SARA BOLDRINI |
o GIULIA BUGLI |
o PEMAR BUMAGAT |
o ANTONELLA CUSCITO |
o RICCARDO DEL CARLO |
o ANDREA DEL PICO |
o ANGELO DI GIOVANNI |
o DANIELE FRISON |
o CHIARA GAGGIOLI |
o ELEONORA GAGLIO |
o VALENTINA GAGLIO |
o SILVIA GARGANI |
o DAMIANO GORINI |
o DANIELE GUAZZINI |
o ANDREA LAZZERI |
o DEBORAH MAESTRELLI |
o ALESSANDRO MAMMOLI |
o GIANMARCO MARCONCINI |
o MIRKO MAZZONI |
o ANDREA PACINI |
o STEFANO SANTINI |
o GABRIELE TINARELLI |
o ANDREA VIVIANI |
Ecco il testo completo della Relazione morale del Governatore
Gentili e graditi ospiti, autorità, componenti del Magistrato, Capi di guardia, fratelli giornanti, volontari, fratelli aggregati, operatori, vi ringrazio tutti per essere intervenuti a questa nostra assemblea della Fratellanza, la 381° della nostra storia, che si tiene, ogni anno, l’8 dicembre, festa della Madonna, alla quale rivolgiamo il nostro pensiero e la nostra preghiera.
Un saluto ed un ringraziamento al Proposto Don Guido Engels, nostro Correttore, ed all’Arcivescovo di Firenze Cardinale Giuseppe Betori, pastore della chiesa fiorentina.
Un saluto al Sindaco di Empoli, Brenda Barnini ed al Direttore Generale dell’Azienda USL/Centro Toscana Dr. Paolo Morello.
Ringraziamo la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, la Banca di Credito Cooperativo di Cambiano e la Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, per il loro sostegno.
In particolare la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze che, sostenendo le nostre iniziative con ripetute e consistenti erogazioni, ci ha permesso di sviluppare nuove strutture, e la Banca di Credito Cooperativo di Cambiano che ci appoggia nella concessione del microcredito, e con importanti finanziamenti.
Un ringraziamento particolare ai nostri fratelli giornanti, anche quest’anno molto numerosi al rito della vestizione, che con il loro impegno garantiscono lo svolgimento delle opere di carità e senza i quali la Misericordia non avrebbe possibilità di esistere; ai Capi di guardia e ai componenti del Magistrato sia a coloro che sono usciti dal Consiglio per effetto delle nuove elezioni, sia a chi è subentrato, al Coordinatore; al Camarlingo; alla Direttrice del Centro Residenziale Vincenzo Chiarugi; ai Sindaci Revisori; alle suore; a tutti gli operatori; al responsabile del cimitero e dei servizi funebri, della libreria e dei servizi di supporto; ai Consulenti e Collaboratori tutti.
Sulla base della tradizione e secondo le regole dello Statuto, è prevista ora la lettura della relazione morale del Governatore, con la premiazione dei fratelli che hanno garantito la nostra attenzione verso i più deboli attraverso le opere di carità.
Ma prima di passare all’esame delle nostre iniziative e attività vorrei chiedere all’assemblea di osservare un minuto di silenzio per le persone che non sono più con noi.
Lo scorso anno abbiamo festeggiato questa ricorrenza - Festa della Madonna e festa per la nostra associazione - in concomitanza con l’apertura dell’anno giubilare straordinario indetto da Papa Francesco e dedicato alle Misericordie, anno che si è concluso, con la chiusura della Porta Santa a San Pietro, lo scorso 20 novembre, dopo che il 13 erano state chiuse quelle di tutte le diocesi del mondo.
Si è trattato di un anno ricco di eventi, udienze ordinarie e straordinarie, come l’appuntamento importante al quale hanno preso parte i volontari e gli operatori della Misericordia, il 3 settembre a Roma.
Sia questo evento, sia i vari momenti che abbiamo vissuto nell’ambito dell’associazione, hanno rappresentato grandi opportunità di riflessione ed aggregazione ma anche occasioni, come richiesto fortemente da Papa Francesco, di testimonianza, di perdono e amore.
Proprio la penultima domenica del Giubileo ha coinciso con il Giubileo degli emarginati, coloro che vengono spesso “scartati”, come afferma il Papa, perché non si tiene conto che l’uomo sia il bene più prezioso ma si preferiscono le cose che passano. E’ un invito a non chiudere gli occhi davanti al prossimo che ci interpella.
«Non c’è misericordia senza concretezza, voi siete la mano tesa di Cristo», con queste parole, abbandonando per un attimo il testo scritto, Papa Francesco si è rivolto ai 40 mila operatori delle misericordie radunati il 3 settembre per celebrare il proprio Giubileo.
«Voltarsi dall’altra parte» ha aggiunto, «è un peccato di oggi, non si può distogliere lo sguardo per non vedere le tante forme di povertà che chiedono misericordia e non mi stancherò mai di dire che la misericordia non è una bella idea ma un’azione concreta che deve esplicarsi attraverso l’agire quotidiano».
E ancora: «Voi siete artigiani di misericordia: con le vostre mani, con i vostri occhi, con il vostro ascolto, con la vostra vicinanza …. Voi esprimete il desiderio tra i più belli del cuore dell’uomo, quello di far sentire amata una persona che soffre. La credibilità della chiesa possa anche attraverso il servizio dei volontari verso i bambini abbandonati, gli ammalati, i poveri senza cibo e lavoro, gli anziani, i senzatetto, i carcerati, i profughi e gli immigrati, quanti sono colpiti dalle calamità naturali …. Siate sempre pronti nella solidarietà, forti nella vicinanza, solerti nel suscitare la gioia e convincenti nella consolazione. Il mondo ha bisogno di segni concreti di solidarietà, soprattutto davanti alla tentazione dell’indifferenza, e richiede persone capaci di contrastare con la loro vita l’individualismo, il pensare solo a se stessi e disinteressarsi dei fratelli nel bisogno. Siate sempre contenti e pieni di gioia per il vostro servizio, ma non fatene mai un motivo di presunzione che porta a sentirsi migliori degli altri e la vostra opera di misericordia sia umile e disinteressata.»
Sono parole importanti che ci sostengono e servono da stimolo per il servizio dei nostri volontari: il volontariato è infatti un modo concreto per fare della misericordia uno stile di vita. Insieme ad un sentimento di compassione – che non deve finire lì - c’è l’azione conseguente che induce a soccorrere e perdonare ed è proprio questo aspetto che la rende un valore con una forte dimensione sociale e pubblica. Se c’è, gli altri se ne accorgono, perché produce frutti.
Potremmo dire che rappresenta uno di quei Valori - con la V maiuscola - che hanno permesso di affrontare molte crisi sociali, di ridurre i danni di molte emergenze, di aiutare molte famiglie e molte persone.
Essere misericordiosi insieme agli altri amplia le possibilità nel tempo a quelli che altrimenti resterebbero gesti occasionali, permette di leggere i bisogni e di trovare risposte a volte innovative. Partecipare, quindi, attivamente alla vita di una associazione come la nostra Misericordia, e farlo insieme agli altri, ci aiuta anche a coltivare quella prospettiva di fiducia senza la quale il volontariato perde senso: la fiducia nel fatto che le persone possono riscattarsi, che si può amare questo mondo e chi lo abita.
Il volontariato ha anche un altro importante ruolo: non è la ruota di scorta del welfare locale, e non sono le risorse del welfare a tenere in piedi il volontariato, ma tra amministrazioni locali e volontariato si sviluppano sinergie, esperienze di co-progettazione, reti per il riutilizzo virtuoso di beni pubblici. A dispetto degli annunci di crisi, sono sempre milioni i cittadini, anche giovani, che in forma diversa possono coinvolgersi in una scommessa necessaria per far arrivare il welfare locale oltre i limiti che oggi sembrano insuperabili.
Con le dovute eccezioni, il pubblico, inteso come ente locale, riesce a mantenere una interlocuzione “volenterosa” e propositiva con il volontariato, non solo perché ne rispetta il ruolo pubblico e ne comprende l’utilità in termini di servizio ai cittadini, ma anche perché negli anni si sono sviluppate relazioni, collaborazioni, sinergie ormai patrimonio condiviso della politica locale. Accanto ai rapporti consolidati relativi alla realizzazione di un servizio, si stanno facendo strada modelli di relazione secondo cui il volontariato non è più tanto la dimensione duale dell’affidamento di un servizio ma una dimensione policentrica di alleanza e condivisione di visioni, progettualità e risorse di varia natura.
Perciò possono consolidarsi forme di rapporto “esecutivo” fra pubblico e volontariato, crescono forme di rapporto “alla pari” e si affermano forme originali di interlocuzione e scambio fuori dai confini tradizionali dell’affidamento dei servizi. Queste tre forme possono coesistere e non si escludono, anzi possono rappresentare un’occasione di crescita e rinnovamento della mission del volontariato.
Si tratta di portare avanti un “valore condiviso”, cioè una priorità che insieme decidiamo di perseguire, ed in questo modo fare un passo avanti ricomponendo ciò che in questi anni si è un po’ allentato: lo sviluppo economico e lo sviluppo sociale, un nuovo approccio ad una convivenza sociale tesa a non escludere, come pure a stili di vita maggiormente sensati e sostenibili.
Un welfare buono implica la costruzione di un’architettura di collaborazione, e non di competizione, tra i diversi attori che compongono una comunità. Un welfare buono è un welfare che pensa alla vita delle persone, che costruisce relazioni tra la dimensione professionale e informale dei processi di aiuto; un welfare buono, ovviamente, non può che essere un welfare partecipato ed onesto, che prevede ed incentiva strumenti e processi di governance aperti, in cui gli stessi utenti possono trovare strumenti di rappresentanza e dove si pensi a forme di responsabilità condivisa dei finanziamenti.
Ma non in una logica individualistica di acquisto e vendita di servizi tra produttore e compratore, bensì di costruzione di un’economia della reciprocità in cui il dare e l’avere hanno una dimensione, appunto, di investimento condiviso.
Potremmo definirlo “welfare di comunità”, una espressione non nuova ma sicuramente rinnovata nel senso, con l’idea che occorrono nuove alleanze tra istituzioni, famiglie, il privato sociale, il mercato, che valorizzino le capacità di iniziativa dei singoli e delle formazioni sociali. Serve un nuovo sguardo, il passaggio da una centratura sui “servizi” - per le famiglie, per i disabili, per gli anziani e così via - ad una sulle attività della vita quotidiana: abitare, prendersi cura, lavorare, educare.
E’ una sfida che ci vedrà impegnati, come associazione di volontariato, in un futuro più che prossimo, ormai qui: accanto alle opere di misericordia più tradizionali, forniremo i servizi non più come soggetti delegati a fornire risposte, ma attori fra gli altri, come attivatori di risorse, relazioni, connessioni.
Il terzo settore dovrebbe essere il motore di questo tipo di welfare, in cui i mercati sono governati per produrre maggiore benessere e maggiore giustizia umana e sociale, e non dove ad essere governati sono proprio gli attori chiamati a produrre solidarietà e bene comune.
Ho parlato di “terzo settore”: proprio quest’anno la legge 106 approvata dal Parlamento, lo definisce e lo rende una categoria giuridica. Sono identificati requisiti e caratteristiche. E’ formato dagli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche, di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà ed in coerenza con i propri statuti o atti costitutivi, promuovono o realizzano attività di interesse generale mediante azione volontaria e gratuita o di mutualità o di scambio di beni e servizi.
La legge non è impostata per superare le normative di settore: continueranno ad esistere cooperative sociali, associazioni, organizzazioni di volontariato, etc., ma è previsto un corpo di disposizioni comuni, accanto a quelle caratteristiche delle diverse forme che compongono il terzo settore; comunque la parte più rilevante è demandata ai decreti legislativi attuativi.
Chi risponde ai requisiti è iscritto ad un “Registro Unico del terzo settore”, riorganizzato in sezioni sulla base delle forme giuridiche presenti.
Restano tuttavia alcuni “nodi” che il legislatore delegato è chiamato a sciogliere, fra le due “anime” del mondo associativo (volontariato e promozione sociale) per evitare il perpetuarsi della confusione che ha sempre afflitto la realtà del terzo settore.
Nella legge ha un “peso” notevole la revisione del sistema di finanziamento dei centri servizio per il volontariato previsti dalla legge 266/1991 e degli organismi di programmazione e controllo delle attività e della gestione dei centri servizi per il volontariato (denominati comitati di gestione - COGE).
La legge contiene anche alcune norme come l’istituzione del servizio civile che potrebbero favorire, se bene interpretate e finanziate, un rilevante coinvolgimento delle nuove generazioni nel mondo del terzo settore.
L’elemento di vera novità della riforma rimane però l’attesa, dichiarata tra le righe, che sia la società civile nelle sue diverse ramificazioni a doversi emancipare e diventare soggetto protagonista del welfare e dello sviluppo economico.
Se questo è il quadro entro il quale si muovono le realtà del terzo settore, soprattutto in un’epoca come quella attuale in cui le risorse economiche, e talvolta anche quelle umane, sono spesso ristrette ed insufficienti, ed in cui, di conseguenza, i servizi si trovano ad affrontare sia l’urgenza che l’ordinario, non potendo investire in progetti diversificati ed innovativi, il volontariato può rappresentare una risorsa preziosa da valorizzare.
Inoltre la promozione della partecipazione attiva della società civile, in particolare dei giovani, sostiene la diffusione di un’idea di solidarietà intesa come responsabilizzazione più ampia nel far fronte alle problematiche ed alle necessità del proprio territorio, un territorio in cui si può così favorire anche una positiva alleanza intergenerazionale, da cui entrambe le parti possano trarre beneficio: da un lato i giovani che si affacciano al mondo adulto e che necessitano quindi di una guida dalla quale essere almeno inizialmente accompagnati e, dall’altro, gli adulti che possono fare del loro ruolo educativo occasione di crescita umana, civile ed anche professionale.
Se l’epoca richiede quindi al volontariato di crescere in competenze, sia come agire del singolo, sia soprattutto all’interno delle realtà organizzative che operano in questo ambito, assisteremo ad un’evoluzione che modificherà il rapporto con le istituzioni, le altre realtà sociali e la cittadinanza, così come saranno, di pari passo, necessarie per i volontari competenze per agire in modo efficace e coerente con i valori della propria associazione.
Possiamo provare a tracciare alcune idee sulle tendenze che il futuro potrà confermarci:
- essere disponibili alla ricerca: l’emergenza di bisogni sociali sempre più complessi da affrontare richiede oggi l’attivazione di competenze dei volontari più esperte e specifiche.
Si tratta non solo di conoscenze, capacità e atteggiamenti adeguati a intervenire concretamente in situazioni problematiche e spesso non conosciute ma, più in profondità, di attitudini di flessibilità, disponibilità alla conoscenza, all’innovazione, all’analisi e alla ricerca di soluzioni;
- agire nel concreto senza smarrire la visione “politica”: oggi si tende ad attribuire maggior significato alla concreta azione di aiuto piuttosto che aderire ad un più ampio progetto di impegno sociale. Emerge, quindi, un’esigenza di sviluppo di conoscenze ed atteggiamenti che permettano al volontario di sviluppare consapevolezza e capacità operativa in grado di conciliare azione concreta locale con visioni strutturali dei problemi e delle condizioni sociali;
- disporre di competenze organizzative: nuovi saperi e capacità operative si presentano come necessari in conseguenza della strutturazione più articolata di molte realtà di volontariato. La capacità di gestire procedure e al tempo stesso operare in senso strategico; saper affrontare problemi complessi e realizzare percorsi di miglioramento organizzativo; saper interpretare ruoli organizzativi in modo efficace e coerente con le specificità culturali e sociali delle associazioni di volontariato, valorizzandone il patrimonio derivato dall’esperienza sul campo, sono aspetti reali dell’oggi e ormai non più rinviabili;
- saper collaborare: si intensificano le relazioni tra organizzazioni pubbliche, del privato sociale, del no profit ed in qualche caso anche del privato, a fronte di politiche sociali (assistenziali, educative, culturali…) che richiedono forme di collaborazione tra realtà organizzative diverse nella difficile prospettiva di costruire sistemi di risposta integrata ai bisogni.
Questo fatto stimola i volontari ad uno sforzo di comprensione ulteriore del proprio ruolo, delle sue specificità e dei suoi valori distintivi;
- saper promuovere e comunicare: è cresciuta in questi ultimi tempi, anche la necessità di attivare strategie di fund raising, promozione, comunicazione da parte delle organizzazioni di volontariato, per potersi sostenere in un quadro di generale riduzione delle risorse.
Si tratta di aspetti di crescita per il volontariato che organizzazioni di importanti dimensioni come la Misericordia di Empoli, non possono trascurare se si pensa alla varietà ed al numero di servizi ed attività che ci vedono impegnati quotidianamente, rispetto ai quali vogliamo avere una preparazione e capacità di risposta qualitativamente migliori, insieme ad una maggiore consapevolezza e visione.
Questi brevemente i nostri servizi:
- Trasporti Socio-Sanitari
Trasporti sia ordinari che in ambito di emergenza (i servizi vengono svolti 24 ore su 24 con ambulanze o automezzi idonei al servizio richiesto);
- Servizi Assistenziali: assistenza o compagnia presso l’abitazione per anziani soli o non autosufficienti e per persone diversamente abili;
- Onoranze Funebri: servizio di Onoranze Funebri e Trasporto funebre;
- Servizio Telesoccorso: assistenza telematica domiciliare rivolta a persone sole, e/o anziane, per il soccorso in caso di necessità;
- Protezione Civile: interventi in caso di calamità naturali, come il recente terremoto, e collaborazione in servizi di sicurezza e ordine pubblico; è stata premiata quest’anno insieme alle altre associazioni che fanno parte della Protezione Civile, con il Sant’Andrea d’oro;
- Centrale Operativa di Coordinamento Misericordie: coordina i servizi di trasporto socio-sanitari con le Misericordie limitrofe, in collaborazione con il 118; è punto di ascolto per ogni necessità degli utenti;
- Centro di Ascolto per il contrasto all’Usura: si rivolge a privati e a piccole imprese in difficoltà economiche ed a rischio di usura; può rilasciare garanzie, in base alla legge 108/96, fino al 50% dell’importo richiesto, ad un tasso altamente agevolato;
- Microcredito: La nostra Misericordia ha istituito una convenzione con le banche locali al fine di concedere piccoli prestiti da rimborsare fino a 36 mesi a favore di privati in momentanea difficoltà economica;
- Centro Emmaus “Casa Albergo”: accoglienza per persone di varia provenienza, offre pernottamento, colazione e servizio docce;
- Centro Emmaus “Mensa Popolare”: accoglienza per persone indigenti, italiane e straniere, offre pasti caldi, servizio docce, indumenti, assistenza sanitaria;
- Centro Ascolto per gli Indigenti: distribuzione di aiuti alimentari e materiali, rivolto a tutte le persone in difficoltà;
- Gestione dei Cimiteri di Empoli e Fontanella;
- Centro Culturale: organizza e gestisce iniziative ricreative e culturali della Misericordia; dal prossimo anno questo tipo di attività verrà seguita dalla Fondazione “Le Opere”;
- Centro Formazione: organizza corsi di formazione sia all’interno che all’esterno della nostra associazione;
- Adozione a Distanza: Adozioni a distanza, fatte sia direttamente dalla Misericordia sia appoggiandosi al Movimento Shalom;
- Dispensario della Misericordia in Burkina Faso: è stato ultimato nel 2007 un complesso per dare un apporto alla soluzione dei problemi sanitari e di fame della locale popolazione, costantemente supportato;
- Centro Residenziale “Vincenzo Chiarugi”: Struttura che offre molteplici servizi di assistenza all’anziano che nel mese di luglio ha inaugurato un nuovo padiglione per dare ancora maggior qualità alla propria attività;
- Appartamenti protetti per persone anziane; su questo progetto stiamo anche lavorando per nuove importanti acquisizioni;
- Progetto ARCO: Punto di ascolto, e assistenza ai malati oncologici, in collaborazione con la Asl e le altre associazioni del territorio;
- Inserimenti sociali: In accordo con le istituzioni pubbliche cura il reinserimento sociale di giovani svantaggiati;
- Trasporti Sociali: Trasporto di portatori di handicap dall’abitazione ai centri di accoglienza e altre destinazioni;
- FRATRES: Gruppo di donatori di sangue della Misericordia;
- Casa Accoglienza S. Andrea: Accoglie i familiari dei malati oncologici in terapia presso l’ospedale di Empoli;
- Assistenza domiciliare infermieristica: Attività infermieristica al proprio domicilio;
- Centro raccolte derrate alimentari e vestiario: Raccolta e gestione di derrate alimentari e abbigliamento;
- Consultorio Familiare “Madre Teresa di Calcutta”: Aiuta a risolvere difficoltà mediche, personali, familiari, di coppia ed educative. Mette a disposizione consulenti familiari, psicopedagogisti, psicologi, ed un ginecologo.
Da non dimenticare, infine, il reale impegno nell’organizzare e gestire l’accoglienza di migranti e rifugiati, perché rappresenta una occasione di confronto e di integrazione nella comunità e non un problema per la comunità.
Perciò a quanti hanno a cuore una crescita solidale della nostra società e del nostro territorio viene oggi richiesta una assunzione specifica di responsabilità anche in questo senso.
Le differenze potranno arricchirci ma devono poter portare il proprio contributo in nome di una comune cittadinanza, nel rispetto della dignità di ciascuno e di una fraternità effettiva e condivisa.
Vorrei, pertanto, riaffermare l’intento di un patto di prossimità e collaborazione, perché nessuno si rassegni di fronte a situazioni che sembrano difficili ma sia spronato a muoversi per farsi prossimo di chi ha più bisogno, di chi si trova in una situazione di disagio o subisce ingiustizie. Questo patto deve rappresentare per tutti noi un impegno concreto per la legalità e per interpellare le amministrazioni locali, in un dialogo che favorisca una convivenza sicura e pacifica ma soprattutto inclusiva.
Insieme possiamo aprire nuove vie di integrazione e sviluppo; insieme potremo fare molto se sapremo guardare con generosità oltre il nostro orto.
Che Dio ve ne renda merito!
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