
"Lo stesso Renzi nella notte della sconfitta, in un discorso istituzionale, mica alla Casa del popolo o all'oratorio, ha parlato di un successore a cui lasciare la campanella e i dossier aperti: la via maestra è un governo nel pieno delle funzioni. Una soluzione diversa sarebbe un azzardo istituzionale e politico". Lo afferma alla Stampa Enrico Rossi, governatore della Toscana, secondo cui l'azzardo sarebbe andare al voto al più presto: "Certo - dice - Un presidente del consiglio non può annunciare le dimissioni e poi come se nulla fosse continuare per arrivare al voto a febbraio. Se quella è l'intenzione, doveva essere più cauto sia in campagna elettorale che domenica sera nel suo discorso".
"Quel che serve - sottolinea - è un governo nel pieno delle sue funzioni, che sia sufficientemente forte per rappresentarci in Europa, che gestisca la situazione economica, dia tranquillità ai mercati e faccia una legge elettorale, da non far passare questa volta a colpi di fiducia". Sul sottosegretario Luca Lotti che propone di ripartire da quel 40 per cento che ha votato sì al referendum, Rossi osserva: "Non si può chiedere la rivincita del referendum andando a votare con l'Italicum alla Camera e il Consultellum al Senato! E pensare che quel 40 per cento sia una base per ripartire è una presunzione: lì dentro c'è Pd, ma c'è anche destra. Lo stesso giorno del voto, gli exit poll davano il Partito democratico tra il 30 e il 33 per cento".
Pisapia rischia di essere ancillare a Renzi
"Se non cambia il Pd e la sua leadership l'operazione di Pisapia, di costruire un campo progressista a sinistra del partito, rischia di essere meramente ancillare e di servizio, di apparire come un soccorso a Renzi portato fuori tempo e fuori contesto". Così il presidente della Regione Toscana, e candidato alla segreteria del Partito democratico, Enrico Rossi commenta l'idea avanzata da Giuliano Pisapia. "Campo Progressista - aggiunge - sarebbe un'operazione nobile che avrebbe un senso in un altro contesto". Secondo Rossi Pisapia ha ragione "quando dice che dal centrosinistra devono stare fuori Alfano e Verdini. Ma non basta. Il punto è riportare a sinistra l'asse politico e sociale del Partito democratico ed eleggere, attraverso il congresso, un nuovo segretario coerente con questo cambiamento". "Ciò che occorre è una politica sociale ed economica diversa da quella che si è seguita in questi anni. Scelte sbagliate hanno portato il nostro Paese, come oggi ci informa l'Istat e prima ancora il Censis e lo Svimez, ad essere, in Europa, quello dove sono maggiormente cresciute le disuguaglianze, l'area della povertà e del precariato. Dico al mio partito e a tutta la sinistra hic Rhodus hic salta".
Fonte: Regione Toscana
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