
Un incubo è finito. Un grave pericolo è scongiurato. Il Governo Renzi se ne va, la Costituzione resta. Le elettrici e gli elettori italiani, ieri come già nel 2006, hanno espresso chiaramente il loro rifiuto allo stravolgimento di una Carta Costituzionale che da sessantotto anni regola democraticamente la convivenza civile e politica della Repubblica fondata sul Lavoro, sulla base di principi fondamentali di libertà, diritto e partecipazione dei lavoratori e dei cittadini alla gestione della cosa pubblica.
Le dimissioni di Renzi sono un atto dovuto, in seguito all’espressione netta del popolo italiano e al fallimento totale del suo Governo che lascia in eredità precarietà, disoccupazione e un Paese allo stremo.
La vittoria del NO, con il 59.6% dei voti validi e il 68.48% del corpo elettorale che si è recato alle urne è resa ancor più significativa dall’enorme dispiegamento di mezzi (anche con l’utilizzo di denaro pubblico) posto in opera dal Governo e dai fautori del SI: media schierati con Renzi, previa sostituzione ad hoc dei direttori dei TG Rai; mobilitazione delle Ambasciate italiane all’estero con ministri che vanno a fare propaganda per il SI fra gli italiani emigrati; Confindustria, grandi banche e principali quotidiani schierati per la controriforma costituzionale; “endorsement” pro SI di Obama, Merkel, ecc.; campagna terroristica sulle disastrose conseguenza di una vittoria del NO; Sindaci schierati per il SI non in quanto cittadini ma come Primi Cittadini; ecc. ecc.
In questi mesi di battaglia referendaria vi è stato un sussulto, un risveglio democratico di partecipazione, il dispiegarsi di nuove energie che hanno visto battersi fianco a fianco l’ANPI, la CGIL, l’ARCI, organizzazioni degli studenti, Partiti e movimenti politici e sociali, cittadini democratici. Il PCI, pur essendo costituito da pochi mesi è riuscito anche nella nostra zona a organizzare partecipate assemblee, volantinaggi porta a porta diffusi e ad apportare un contributo reale alla campagna dei Comitati per il NO dell’Empolese Valdelsa e di Fucecchio.
Nostri militanti hanno attacchinato manifesti di altre forze politiche e sono stati rappresentanti di lista di altri Partiti (perché non siamo ancora rappresentati in Parlamento e non avevamo quindi diritto a rappresentanti di lista e spazi elettorali nostri). Non abbiamo fatto campagna referendaria di Partito nelle sedi dei Comitati per il NO. Siamo quindi stati autonomi e unitari nello stesso tempo, lungi da atteggiamenti settari.
Nel Circondario Empolese Valdelsa e in gran parte della Toscana il SI ha prevalso, ma ciò era scontato. Qui c’è la patria del renzismo, con la sua organizzazione partitica diffusa e il suo sistema di potere di governo e di sotto governo, saldamente in piedi in tutta la sua arroganza.
È stata una vittoria. E vogliamo che sia ricordata anche come ultimo tributo al compagno e partigiano Marcello Masini che non ha fatto in tempo a goderne, ma per la quale si è battuto sino alla fine.
La Costituzione antifascista e rappresentativa nata dalla Resistenza ha retto in quanto tale. Ma rimane il suo stravolgimento sul piano sociale già avvenuto attraverso l'introduzione dell'obbligo del pareggio di Bilancio e le leggi emanate sull'organizzazione del lavoro che lasciano mano libera all'Impresa (Jobs Act, abolizione dell'art.18) e di cui la Controriforma costituzionale battuta era parte integrante.
Sentiamo la necessità di una grande battaglia politica e culturale per il ripristino di quelle che erano le finalita' di equita' sociale dei suoi padri fondatori, e per questo auspichiamo un lavoro comune su queste tematiche con quei soggetti a sinistra che si sono battuti per la vittoria del NO e che avvertono l'esigenza della rimessa in campo di una Sinistra per una alternativa, nel pieno rispetto dell'autonomia di ciascuno.
Partito Comunista Italiano – Sezione Empolese Valdelsa
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