Referendum, il Partito Comunista: "Ecco perchè votiamo 'No'"

La bandiera del Partito Comunista Italiano

C’è un’argomentazione da parte dei fautori del SI alla controriforma costituzionale (cioè PD e Confindustria) che, oltre ad essere strumentalmente finalizzata ad alimentare quel clima di antipolitica su cui hanno deciso di puntare per arrivare a una vittoria per loro vitale, non ricordando, impunemente, di esserne stati in questi trent’anni concausa, è una banale quanto immane sciocchezza politica: la Sinistra, i comunisti non possono votare NO perchè voterebbero come Berlusconi, Salvini e la destra fascista.

Questi signori dimenticano o fanno finta di dimenticare o effettivamente non sanno che il PCI in diverse occasioni si è ritrovato a votare allo stesso modo di Almirante e del suo MSI. Ma anche i bambini capiscono che lo faceva partendo da posizioni opposte e con finalità diverse. Questo ha fatto parte e fa parte della dialettica politica, contrariamente alle dissertazioni e al linguaggio dopolavoristico del premier.

Ora dissociarsi dalle motivazioni per il NO addotte da Forza Italia a Certaldo è un’operazione talmente ovvia da apparire quasi inutile e sulla sgradita presenza di Alessandra Mussolini abbiamo già detto. Stigmatizziamo invece fin da subito ogni possibile tentativo di cialtronesca speculazione. Anche perchè ci vorrebbe un po’ di ritegno, da parte di chi governa con il Nuovo Centrodestra di Alfano e col sostegno di Verdini.

E non per un fatto meramente nominalistico ma per i concreti risultati raggiunti, dal pareggio di Bilancio in Costituzione, alla precarietà istituzionalizzata del Jobs Act, alla Buona Scuola, alla proposta ipermaggioritaria della nuova legge elettorale, tutti interni alla cultura neoliberista, che imperversa da trent’anni e quindi marcatamente di destra (non è un’offesa, ma una legittima scelta).

Allora il problema è squisitamente politico e parla alla sinistra ed è quello di contrastare con forza e consapevolmente la costruzione di quel regime oligarchico così tanto funzionale ai dettami della BCE e di Confindustria, di cui la controriforma costituzionale è perno essenziale.

Se effettivamente fosse solo una questione di abbattimento dei costi e di snellimento della macchina burocratica, salvaguardando l’impianto sociale e rappresentativo della Costituzione Italiana nata dalla Resistenza, basterebbero: Monocameralismo, al massimo 500 deputati eletti con il sistema proporzionale puro, senza sbarramento nè premio di maggioranza. Era la proposta del PCI, continua ad essere la nostra come PCI del XXI Secolo. Ma tant’è.

Fonte: Partito Comunista Italiano Empolese Valdelsa

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