Razzie dei lupi nelle greggi: i pastori protestano

foto d'archivio

Coldiretti sul piede di guerra per difendere la libertà di fare impresa


Razzie quotidiane, greggi dimezzate e danni alle stelle. Solo in Maremma negli ultimi anni 300 pastori hanno alzato bandiera bianca ed hanno chiuso. Coldiretti non ci sta ed ha preso carta e penna  scrivendo una nota all’Assessore all’Agricoltura Marco Remaschi per sollecitare interventi immediati ed efficaci.

Gli attacchi sono all’ordine del giorno e riempiono ormai da anni le pagine di cronaca locale. Nell’Agosto scorso gli allevatori sono anche scesi in Piazza Duomo, a Firenze, al grido di #riprendiamociilterritorio per chiedere l’effettiva applicazione del piano lupo, approvato nel 2014 dalla Regione Toscana, e sollecitare il piano nazionale ancora “bloccato” in conferenza Stato-Regioni.

Il Centro Interuniversitario di ricerca sulla selvaggina ha rilevato, nell’anno 2015, la presenza in Toscana di 109 branchi di lupi per un totale di oltre 600 individui. 600 come le richieste di indennizzo presentate dagli allevatori toscani, a fronte di attacchi subiti dalle greggi nel 2015.

Tutto inutile ed allora il grido di accusa lanciato da Coldiretti con la lettera a firma di Tulio Marcelli e Antonio De Concilio, rispettivamente Presidente e Direttore di Coldiretti Toscana, sulle molte inadempienze dei soggetti pubblici che il 16 luglio 2014 firmarono un accordo con specifici impegni riguardo a: “Potenziamento attività di cattura dei cani vaganti”,  “Contributi per le iniziative di difesa attiva”, “Sistema di indennizzo”, “Misure di sostegno al pascolo gestito”, “Smaltimento carcasse nei cimiteri aziendali”, “Impegno economico (4 milioni di euro nel triennio 2014 – 16)”.

Per quanto riguarda gli indennizzi, agli allevatori che hanno subito danni per gli attacchi dei predatori, ad oggi sono stati pagati solo quelli relativi al periodo 1° Gennaio – 31 Ottobre 2014. La Regione, dal 23 Marzo 2015, non ha più convocato il tavolo tecnico, istituito in base all’articolo 2 dell’accordo, che avrebbe dovuto riunirsi almeno ogni sei mesi per valutare e monitorare il livello di attuazione del piano operativo.

C’è poi la questione del pagamento degli indennizzi, oggi gestito secondo il cosiddetto regime de minimis in base al quale ad ogni impresa agricola non possono essere corrisposte, nel corso di un triennio, somme superiori a 15.000 euro: si tratta di una cifra che in molti casi risulta del tutto insufficiente a risarcire il danno che le imprese subiscono per la distruzione del prodotto e per la perdita degli animali allevati, rispetto al quale la Regione aveva preso impegno di verifiche a livello comunitario.

"La politica degli indennizzi costituisce solo un palliativo ed è quanto mai insufficiente – precisa Antonio De Concilio Direttore di Coldiretti Toscana – oltre ad arrivare con ritardi non giustificati, gli indennizzi non compensano in modo adeguato la perdita di prodotto. Infatti, nonostante gli sforzi fatti, l’indennizzo continua ad essere calcolato sul prezzo del  prodotto agricolo standard che non tiene conto né della qualità e specificità del prodotto, né del valore aggiunto che l’impresa avrebbe realizzato con la trasformazione e commercializzazione, né della perdita di clientela e di spazi di mercato. Tuttavia, è positiva la notizia dell’ultim’ora fornita dall’Assessore Remaschi sull’avvio della procedura per il superamento del problema legato al de minimis ”.

Fonte: Coldiretti Toscana - Ufficio Stampa

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