
Fabrica Comune per la Sinistra prosegue il suo impegno per la città, nel Consiglio Comunale di Empoli, incalzando costantemente l’Amministrazione comunale sulle cose concrete che non funzionano: dalla TARI troppo alta per un servizio di raccolta rifiuti che mostra la corda, a tariffe per l’acqua esagerate in rapporto agli investimenti sulla rete idrica di cui non si vede l'effetto, alle strade, alla mobilità, ai servizi sociali e sanitari, alle competenze comunali in generale.
Pur stando all’opposizione, ci sforziamo di svolgere una funzione di governo nell’amministrazione della città, e siamo consapevoli che le condizioni di vita generali dei cittadini dipendono in gran parte dal contesto europeo ed internazionale che appare oscuro e minaccioso.
Per questo pensiamo utile che il consiglio comunale si occupi di ciò che succede nel mondo ed in particolare della silente guerra in atto tra Stati Uniti d’ America e Russia, guerra combattuta a spese delle popolazioni civili di altri paesi come Ucraina, Siria, Iraq, Afghanistan, Libia. Appena appreso del coinvolgimento di nostri uomini nelle basi NATO in Lettonia, ovvero in una zona posta minacciosamente ai confini della Russia, abbiamo chiesto di discutere un ordine del giorno critico su questa scelta del governo e in merito alle sanzioni alla Russia, scelte molto pericolose per la pace e sicuramente dannose per la nostra economica.
La discussione avverrà martedì 22 novembre intorno alle 18,15 e invitiamo tutti i cittadini ad essere presenti per testimoniare la consapevolezza sul grande tema della pace oggi minacciata.
Questo il testo dell'ordine del giorno:
Premesso che
secondo quanto compare su organi di stampa almeno 140 militari italiani verranno inviati sotto il comando della NATO nelle repubbliche baltiche, nell’ambito di un più vasto potenziamento della presenza NATO in quei paesi, fino ad arrivare a schierare lungo le frontiere della Russia un contingente di circa 4000-6000 militari, di nazionalità prevalentemente statunitense e britannica, sotto comando a turno canadese americano, inglese e tedesco;
tale informazione sarebbe stata comunicata dalla ministra Pinotti al Parlamento già il 26 luglio scorso, a seguito del vertice NATO di Varsavia del 9 luglio;
considerato che
dal 1985 al 2000 l’Unione Sovietica di Michail Gorbaciov prima e la Russia di Boris Eltsin successivamente, per scelta politica e per motivi economici, ha avviato un ampio processo di disarmo unilaterale, che ha dato luogo, da una parte ad una riduzione sensibile delle spese militari globali, ma dall'altra ad un progressivo crescente squilibrio senza precedenti che ha visto il costituirsi di un'unica superpotenza militare globale, ovvero gli Stati Uniti con i suoi alleati (paesi NATO e associati, Giappone, Arabia Saudita, Israele ed altri) cui il resto del mondo, formato da potenze regionali, come Russia, Cina, India, Iran, capaci di sola autodifesa autonoma ed alleanze tattiche tra loro, non può contrapporsi in maniera efficace, generando uno squilibrio che tuttora permane immutato nonostante il riarmo avviato da Putin a partire dai primi anni 2000;
negli stessi anni 1985-2000 il fronte della NATO e dei paesi ad essa associati in varia forma si è spostato verso est e a sud nei paesi caucasici, fino ad avvicinarsi pericolosamente (dal punto di vista russo) al cuore della federazione russa, determinando quella particolare forma di orgoglio nazionalista russo, con una forte caratterizzazione autoritaria, denominato “Putinismo”, che ha portato ad un nuovo protagonismo militare e diplomatico russo e ad un riavvio della escalation militare tra USA e Russia;
tra il 2013-2014 si sono svolte in Ucraina una serie di proteste conosciute sotto il nome di Euromaidan, che hanno portato ad una polarizzazione tra una maggioranza ucraina filoccidentale e per l’adesione alla Unione Europea e alla NATO, sostenuta finanziariamente dall’occidente, e una minoranza russa ucraina filorussa, polarizzazione che è arrivata rapidamente allo scontro armato ed alla guerra civile per simmetriche ed equivalenti responsabilità occidentali e russe ed alla conseguente secessione della Crimea, tradizionalmente russa, annessa per volontà pressoché unanime della popolazione;
le sanzioni economiche inflitte alla Russia come ritorsione per l’annessione della Crimea hanno pesato gravemente sull’economia europea e italiana in particolare;
le continue esercitazione militari dai nomi significativamente minacciosi, svolte con intento palesemente provocatorio dalla NATO soprattutto dal 2014 ad oggi, ai confini della Russia (in Moldavia, Ucraina, e paesi baltici), non fanno che aumentare la tensione;
in ambito geostrategico militare la competizione tra la superpotenza globale americana e la potenza regionale russa si gioca principalmente sulla evoluzione preoccupante dei sistemi missilistici ed antimissilistici, tattici e strategici, a corto e lungo raggio, da postazioni mobili e fisse, che possono trasportare con percorsi imprevedibili diverse distinte testate sia convenzionali, sia nucleari di qualunque potenza senza ormai più la possibilità di un reciproco controllo del nemico;
ciò possa determinare un costante aumento del rischio di conflitto apocalittico per mancanza di reciproco controllo, ossia dell’elemento fondamentale per evitare il conflitto;
come risulta da numerosi documenti NATO, a partire dal 1992 la strategia americana risulta dettata non già da motivi di difesa della sovranità nel territorio americano, bensì da esigenze di protezione degli interessi americani in tutto il mondo, ossia di prosecuzione del controllo militare, politico e economico globale nel lungo periodo;
secondo tutti i principali esperti indipendenti di geopolitica, né i paesi baltici, né i paesi dell’est Europa abbiano da temere aggressioni o limitazioni di libertà da parte russa, dati i già squilibrati rapporti di forza militari e missilistici tra Russia e NATO;
viceversa possa risultare pericoloso per la pace e la sicurezza in Europa e dannoso per l’interscambio commerciale tra Russia e Italia e per le relazioni diplomatiche la partecipazione del nostro paese ad iniziative militari inevitabilmente e comprensibilmente interpretate dalla Russia come azioni atte ad intimidire e subordinare la Russia, e conseguentemente limitarne la sovranità;
si impegna il Presidente del consiglio comunale
a fare pressioni presso il governo italiano affinché:
ritiri il contingente italiano nelle repubbliche baltiche poiché ciò ci rende complici di una azione provocatoria e simbolicamente aggressiva e pertanto pericolosa per la pace;
che si dichiari contrario alle sanzioni internazionali contro la Russia, recentemente prorogate dal Consiglio dell'Unione Europea fino al 31 gennaio 2017, e faccia tutti i passi possibile per fare cessare tali sanzioni, pericolose per la pace e dannose per l’economia nazionale;
che avvii un processo di dialogo con la Russia assumendo un ruolo autonomo nella politica estera rispetto alle scelte americane, a tutela dei nostri interessi e della sovranità nazionale.
Il gruppo consiliare
Fabrica Comune per la Sinistra
Fonte: Fabrica Comune per la Sinistra
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