
La necessità di un intervento volto a regolare comportamenti socialmente dannosi o pericolosi legati alle nuove tecnologie era stata avvertita con una certa apprensione fin dai primi anni ottanta così da indurre numerosi Stati, sia europei (ad esempio, Danimarca, Norvegia, Austria, Francia) che extraeuropei (ad esempio, Stati Uniti, Australia, Canada, Giappone) a dotarsi di una specifica legislazione penale.
Su impulso di una disposizione comunitaria (R[9]89), la legge 547/93 ha introdotto anche nel nostro ordinamento una serie di reati (cosiddetti informatici) caratterizzati dalla previsione che l'attività illecita abbia come oggetto o mezzo del reato un sistema informatico o telematico. Per rendere più agevole la comprensione dei provvedimenti normativi previsti con la suddetta legge, appare conveniente suddividere in macro categorie le aree di intervento; 1) Frodi informatiche; 2) Falsificazioni; 3) Integrità dei dati e dei sistemi informatici; 4) Riservatezza dei dati e delle comunicazioni informatiche.
La macro categoria delle frodi informatiche è regolamentata dall'art. 640 ter del nostro Codice Penale: “Chiunque, alterando in qualsiasi modo il funzionamento di un sistema informatico o telematico o intervenendo senza diritto con qualsiasi modalità su dati, informazioni o programmi contenuti in un sistema informatico o telematico o ad esso pertinenti, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032”.
Le tipologie di reato in internet possono essere di svariati tipi: dal messaggio offensivo inviato per posta elettronica, alla diffusione di immagini diffamatorie o pedo-pornografiche, o al download di risorse protette dal diritto d’autore. L'identificazione dell'autore di un reato online è resa problematica da molteplici fattori, infatti in un sistema, quale Internet, non controllato da alcuna autorità sovranazionale che consente agli utenti l'assoluto anonimato, dove i dati si diffondono con rapidità elevatissima oltre i confini nazionali, e dove cancellare le tracce è relativamente semplice, identificare il responsabile di un reato è un'operazione davvero complessa che difficilmente è eseguita con successo.
La Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Toscana ha fornito i dati del 2014 relativi alle proprie attività: abbiamo un’incremento di reati legati alla violazione della privacy poiché sono aumentate le denunce degli utenti che si sono visti “sottrarre” le proprie caselle di posta elettronica o i vari profili attivati sui social network. 38 arresti e 428 denunce registrati alle fine di novembre 2014 per adescamento di minori on line, produzione, diffusione e commercializzazione on line di materiale pedo-pornografico.
Nel corso dello stesso anno è stato rilevato un considerevole incremento delle frodi informatiche realizzate attraverso l'accesso abusivo a caselle di posta elettronica di aziende finalizzato ad acquisirne il pieno controllo e la lista dei contatti. Mentre l'utilizzo principale che i giovani fanno della Rete è quello di accedere ai social network e alle varie applicazioni, ad esempio Facebook o Instagram , per condividere immagini, testi, video e trasportare ogni istante della loro vita quotidiana in questi vicoli della comunicazione.
Ma accanto a tante esperienze positive, il mondo virtuale delle Reti ha prodotto un fenomeno particolarmente grave: il cyberbullismo. Infatti per esempio nel 2014, sempre grazie alle stime fatte dalla Polizia Postale per la Toscana, sono stati più di 300 i casi di prepotenze on line compiute da minori contro altrettanti minori, il doppio dei casi dell’anno precedente. Quindi, l’utilizzo delle reti informatiche deve essere fatto con molta attenzione e cautela, non sempre ciò che rappresenta una grande svolta per la nostra società ha solamente i suoi lati positivi.
Giulia Meozzi