
I coloranti liquidi erano privi di etichettatura
Proseguono i controlli interforze sulle aziende produttive ad impatto ambientale finalizzati al controllo e alla verifica su larga scala di tutti i profili correlati alla normativa in materia, quali violazioni alla normative antincendio, di prevenzione e sicurezza ed igiene dei luoghi di lavoro nonché sugli aspetti circa immigrazione e sfruttamento della manodopera clandestina.
A finire nel mirino degli operatori questa volta è stata una stamperia cinese che lavorava in assenza di qualsiasi autorizzazione ambientale. La sede operativa di tale attività non era mai stata dichiarata in Camera di Commercio, risultando presente solo la sede legale in zona Macrolotto Zero.
L’attività veniva svolta all’interno di un capannone dove, al momento del controllo, era in funzione una macchina per stampa tessuto dalla quale fuoriusciva un densa nube di fumo maleodorante tipica della combustione di sostanze oleose.
Il processo di stampa digitale, a mezzo di numerosi plotter, avveniva mediante l’utilizzo di coloranti liquidi privi di alcuna etichettatura CE e le cui confezioni riportavano esclusivamente marchi con ideogrammi cinesi.
Le cartucce ricaricabili di tali macchinari, contenenti residui di sostanze chimiche coloranti, venivano lavate all’interno dei box doccia dei servizi igienici generando così uno scarico di sostanze chimiche che finivano poi in pubblica fognatura.
La ditta non risultava pagare la tassa di smaltimento sui rifiuti urbani ed assimilati agli urbani.
Sono stati rinvenuti al lavoro anche due clandestini, le cui dovute pratiche di identificazione sono state esperite a cura della polizia municipale.
Numerose violazioni contestate anche da parte del personale dei Vigili del Fuoco e dell’Ispettorato del Lavoro.
Per quanto sopra emerso sono stati apposti i sigilli all’azienda per assenza di autorizzazioni all'emissione in atmosfera e per aver effettuato uno scarico di acque reflue industriali in assenza della necessaria autorizzazione e la titolare, W.X, cittadina cinese di anni 36, è stata denunciata all’autorità giudiziaria per violazione della normativa ambientale.
Fonte: Arpat news
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