
Filippo Gemignani della Gemignani Tartufi a 360° sulla mostra e anche sulla stagione del tartufo, con un occhio pure a Donald Trump
Si avvicina la Mostra del Tartufo Bianco a San Miniato e i tartufai della zona sono in fibrillazione. Su tutti Filippo Gemignani, ormai una presenza fissa allo stand di piazza Duomo con la sua Gemignani Tartufi che da anni è tra le pietre miliari delle festa, basti pensare che il nonno di Filippo è stato tra i fondatori dell'evento. Dopo aver presentato alcune novità alle fiere internazionali, Gemignani Tartufi arriva a San Miniato - dove tra l'altro ha sede - dove metterà in esposizione e in vendita sia per il pubblico che per le aziende tutti i suoi prodotti. "Avremo la maionese al tartufo ma anche la cacio e pepe con tartufo, più che altro le novità stanno nelle ricette. Poi, come dico io, se una novità dura sei mesi e nessuno te la 'copia' allora vuol dire che non è buona" commenta di buonumore Filippo Gemignani ai microfoni di gonews.it.
Non è stata una stagione troppo propizia per il tartufo bianco, sempre Gemignani spiega perché: "Secondo la mia opinione il clima di agosto e settembre, molto umido e ventoso, ha asciugato il fondovalle nelle colline samminiatesi. Così facendo la pianta si è prima autodifesa e poi ha prodotto tartufi e questo ha fatto sì che a metà stagione la produzione sia calata di quasi il 50%. Dei potenziali molti tartufi di aprile-maggio poi ne sono nati pochi". Però non si deve disperare perché negli ultimi anni si è assistito a un cambiamento nella stagione dei tartufi, in pratica si è allungata e - come ha avuto modo di evidenziare Gemignani - anche dopo il 31 dicembre, tendenzialmente termine ultimo, la raccolta è continuata. Di pari passo con questo calo è arrivata una maggior qualità nel tartufo stesso: pochi ma buoni, verrebbe da dire.
Proprio questa sorta di volatilità del tartufo non ha permesso ancora all'azienda (e così anche a altri privati) di stabilire un prezzo preciso, Filippo Gemignani infatti afferma: "Normalmente un chilo di tartufo costa 2.500-3000 euro ma sono prezzi molto indicativi in questo periodo dell'anno e dipendono dalla stagione non molto fruttuosa che si è visto finora. Poi chissà, può darsi che in tre giorni cambi tutto e che ci sia un boom nella raccolta e un abbassamento dei costi, per adesso c'è davvero grossa incertezza". Va anche detto che l'azienda ha due tipi di prezzo, sia quello al pubblico che ai rivenditori, i quali si riverseranno in massa a San Miniato per i prossimi tre weekend.
Il taglio del nastro ci sarà questo fine settimana e ovviamente Gemignani Tartufi non può mancare: "Abbiamo una clientela fissa che viene a trovarci dalla Toscana ma anche dall'Italia e siamo contenti pure degli ospiti europei che arrivano con i tour operator. Mi aspetto che la pubblicità per questa mostra abbia colpito nel segno e spero che possa arrivare tanta gente. Sono fiducioso".
La partecipazione alla Mostra del Tartufo Bianco di San Miniato è solo una delle tante presenze nelle manifestazioni di prestigio per l'azienda samminiatese. Da anni gira per l'Italia a Taste di Firenze, a Vinitaly, a Tuttofood e anche a Cibus, senza dimenticare le fiere internazionali a Parigi, Colonia, Hong Kong e negli Stati Uniti a New York e San Francisco. Il mercato americano è nell'occhio del ciclone e anche Gemignani Tartufi 'rischia' con l'elezione di Trump. Difatti da anni vige la Food & Drug Administration, i prodotti di importazione devono sottostare a questa norma che decide il dazio da applicare. Dipende molto dall'apertura del Governo verso cibi mediterranei o da una sorta di protezionismo. "Con Trump si rischia qualcosa di simile a quello che successe a cavallo tra i Novanta e il Duemila, quando il tartufo aveva un dazio del 100% e il costo con cui vendevamo in America era raddoppiato" conclude Filippo Gemignani. Per adesso però Trump è un problema minore, c'è da pensare solo alla Mostra a San Miniato.
Gianmarco Lotti
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