
Presentato il libro che racconta il modello didattico sperimentato a Montespertoli
Il mondo cambia, si evolve. E inevitabilmente deve cambiare anche la scuola, se vuole continuare a essere il luogo principale in cui formare le comunità del domani. Un'esigenza avvertita ormai da tanti anni a Montespertoli e che, grazie al lavoro sinergico della dirigente scolastica, dei docenti e del Comune, ha prodotto un modello scuola innovativo che, modificando poco alla volta metodo e approccio dell'insegnamento, mette al centro gli alunni, responsabilizzandoli e rendendoli più consapevoli dei loro percorsi di vita.
Perché la scuola, se non vuole essere un luogo altro rispetto alla società che la ospita, deve sapersi mettere in discussione. Deve essere sempre in divenire, evolversi insieme alla cultura e alla società. Da questa riflessione è nata nell'Istituto comprensivo “Don Lorenzo Milani” a Montespertoli l'esperienza della “Scuola senza zaino”, un modello formativo che si sperimenta nelle scuole italiane da più di 10 anni, e che oggi è racchiuso in un libro: “In Europa da cittadini - Per una scuola comunità - Per un approccio ecologico al curricolo” (I quaderni della tartaruga), realizzato grazie ai contributi degli insegnanti, è stato presentato durante l'ultimo collegio dei docenti a Montespertoli al quale erano stati invitati sindaco, assessore all’Istruzione, personale A.T.A e Consiglio di istituto.
“Questo libro vuole essere una guida operativa - ha spiegato Margherita Carloni, dirigente del “Don Milani” - Per far camminare i docenti in una direzione comune. Che non significa cercare l'uniformità dell'insegnamento, ma proporre un punto di riferimento verso cui camminare insieme”. E la Scuola senza zaino rappresenta un primo, importante caposaldo di questo rinnovato modo di intendere il sistema scolastico.
Una nuova concezione del rapporto insegnante-alunno che si percepisce anche solo dal semplice allestimento delle aule, dove la cattedra non è più in posizione centrale e dominante, i banchi sono sostituiti da tavoli condivisi dagli alunni che studiano, collaborano e socializzano, e dove sono presenti tutti gli strumenti didattici necessari per l'apprendimento. Perché nella scuola senza zaino il sapere è condiviso e non imposto dall'alto di una cattedra. Un processo educativo che viene per questo definito “ecologico”, che ridefinisce il modo di fare scuola attraverso una rivisitazione dei saperi e delle metodologie, orientata alla costruzione di senso, al miglioramento dei legami nelle comunità, al cambiamento responsabile verso il nostro ambiente di vita e alla salvaguardia delle sue risorse.
“Ci siamo chiesti perché, nonostante l'impegno degli insegnanti, non sempre si ottengono i risultati sperati - ha raccontato Carloni - Le responsabilità non possono essere trovate solo nei cambiamenti delle nuove generazioni. Quindi ci siamo presi anche la nostra fetta di responsabilità, ci siamo messi in discussione e abbiamo pensato fosse necessario trovare nuovi modelli formativi. Con questo nuovo approccio ecologico, si cerca di considerare tutte le dimensioni degli alunni, perché gli obiettivi relazionali, emozionali, valoriali, sono tanto importanti quanto quelli cognitivi. Quanto nella vita dei nostri ragazzi è presente ciò che facciamo nella scuola, quanto viene preso in considerazione nella loro vita il lavoro svolto in classe?”.
Si parte, dunque, dal concetto di comunità e si cerca di stimolare i ragazzi alla partecipazione attiva, all'assunzione di responsabilità, all'apertura verso gli altri, aiutandoli a orientarsi e a trovare ognuno la propria strada. Impresa probabilmente sempre più ardua oggi, con internet e le tecnologie che ci bombardano di stimoli e messaggi. “Oggi i nostri ragazzi sono sommersi di informazioni - ha aggiunto la dirigente del “Don Milani” - e quindi il compito dell'insegnante non è più quello di fornire tante informazioni, quanto piuttosto aiutare i ragazzi a sceglierle, a selezionarle”.
La Scuola senza zaino è stata per Montespertoli una scommessa vinta ed è oggi una spinta a proseguire nel solco dell'innovazione. Perché non è soltanto un approdo, ma rappresenta l'inizio di un nuovo modo di intendere il sistema educativo scolastico, attento ai mutamenti sociali e culturali e aperto al confronto con esperienze di buone pratiche osservabili altrove. Non è un caso, infatti, che periodicamente delegazioni dell'Istituto comprensivo montespertolese si rechino in altre realtà d'Italia e del nord Europa per cogliere spunti ed eventualmente riproporre nei propri programmi didattici esempi virtuosi di altre scuole.
Una “rivoluzione” nei metodi educativi resa possibile grazie anche al contributo del Comune che negli ultimi 10 anni ha investito ingenti risorse nel settore dell'istruzione, finanziando dotazioni strumentali, ristrutturazioni edilizie e agevolando l'accesso ai servizi scolastici per le famiglie più in difficoltà. “Nelle scuole di Montespertoli è stato fatto un enorme lavoro in questi anni - ha sottolineato il sindaco Giulio Mangani - per ricostruire un modello di scuola più accogliente e inclusivo, capace di rispondere in maniera più efficace ai bisogni formativi e cognitivi dei ragazzi in una società soggetta a rapidi mutamenti. Il percorso fatto fin qui è giunto alla maturità di potersi raccontare in questo libro. Ringrazio dirigente, docenti e genitori per i risultati ottenuti, che stanno rendendo giustizia a un nostro caro concittadino che ha dedicato la propria vita per una scuola diversa e a cui è orgogliosamente dedicato il nostro istituto, Don Lorenzo Milani”.
- Il libro ‘Per un Europa da cittadini’
- La presentazione del libro ‘Per un Europa da cittadini’
- La presentazione del libro ‘Per un Europa da cittadini’
- La presentazione del libro ‘Per un Europa da cittadini’
- La presentazione del libro ‘Per un Europa da cittadini’
- La presentazione del libro ‘Per un Europa da cittadini’
Fonte: Comune di Montespertoli - Ufficio stampa
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