
Oggi alla Camera del lavoro di Prato è stato presentato il Rapporto Ecomafia 2016 di Legambiente. Ne esce un inquietante spaccato del nostro Paese. Il Rapporto si caratterizza inoltre come un primo momento di verifica dei risultati dell'approvazione dei nuovi ecoreati introdotti nel Codice penale.
La Toscana, purtroppo, non segna una esperienza positiva e si piazza in cima alle classifiche negative spesso immediatamente a ridosso delle regioni storicamente segnate dalla presenza della criminalità organizzata come Sicilia, Campania, Calabria e Puglia.
Nella classifica regionale dell'illegalità ambientale nel 2015 (elaborazione Legambiente su dati forze dell'ordine, Capitanerie di porto, Polizie provinciale e Ispettorato del Ministero delle politiche agricole ed alimentari) la Toscana si piazza al 7° posto, con 1.832 infrazioni accertate, il 6,7% sul totale nazionale, così ripartite: 1.586 denunce, 3 arresti e 289 sequestri.
Nella classifica dell'illegalità nel ciclo del cemento 2015 siamo al 6° posto, con 342 infrazioni accertate, pari al 6,9% su totale nazionale, con 412 denunce e 106 sequestri.
Anche nella classifica dell'illegalità nel ciclo dei rifiuti siamo saldamente al 6° posto, con 357 infrazioni accertate, 7% del totale nazionale, con 434 denunce e 71 sequestri.
Un poco meglio nella classifica dell'illegalità nella fauna, che comprende reati come bracconaggio, commercio illegale di specie protette, abigeato, allevamenti illegali, macellazioni in nero, pesca di frodo, combattimenti clandestini e maltrattamenti: la Toscana è all'ottavo posto con 404 infrazioni accertate, pari al 4,8% del totale, con 338 denunce e 111 sequestri.
Ritorniamo al 6° posto nella classifica degli incendi dolosi, colposi e generici, con 381 infrazioni accertate, 7,1% del totale, 47 denunce, 1 arresto e 13 sequestri. Con 47 denunce siamo la seconda Regione dopo la Sardegna, che ne ha 63, e prima della Campania, che ne ha 22.
Se passiamo ad analizzare le classifiche sulla sola base dell'applicazione della legge 68/2015, cioè sugli ecoreati, la Toscana balza al 3° posto, con 73 infrazioni accertate, 108 denunce e 22 sequestri.
Tali reati sono così suddivisi ed articolati: inquinamento ambientale, morte o lesione come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale, disastro ambientale, delitti colposi contro l'ambiente, traffico ed abbandono di materiale ad alta radioattività, impedimento di controllo, illeciti amministrativi e penali in materia ambientale.
Anche nella classifica sulla corruzione in materia ambientale la Toscana si consolida al 6° posto, con 19 inchieste, pari al 6,3% del totale, con 221 arresti, 189 denunce e 42 sequestri.
Il commento di Maurizio Brotini (Cgil Toscana): “Come dobbiamo leggere questi dati? Sicuramente per un verso possono essere visti positivamente, come la risultante di una società civile, di una classe politico istituzionale e delle forze preposte al controllo ed alla repressione che intercettano e colpiscono una quota assai rilevante degli illeciti ambientali perpetrati in Toscana. Per un altro verso, ci consegnano una realtà niente affatto immune da pratiche che sbaglieremmo a considerare esclusivo appannaggio delle regioni a più storica presenza di criminalità organizzata. Comunque sia, il meritorio Rapporto di Legambiente consegna a tutti noi, forze sindacali, sociali e politiche il monito di rinnovare su questi temi la nostra attenzione ed iniziativa”.
Fonte: Cgil Toscana - Ufficio Stampa
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