L'arte del terrore: quando il terrorismo è finanziato con opere saccheggiate

“Hai un profilo Facebook? Bene, puoi finanziare i terroristi.” Comincia cosi “L’arte del terrore”  il libro allegato al quotidiano “Il Giornale” dello storico dell’arte e assessore alla cultura di Cascina,  Luca Nannipieri, in uscita dal 13 ottobre. Fulcro del libro è infatti  il mercato criminale dell’arte e dei reperti archeologici che finanzia il terrorismo islamico. Due anni sono durate le  indagini fatte con il supporto e la consulenza dei servizi di sicurezza, dai carabinieri all'antifrode , per svelare ciò che non è mai stato svelato in modo chiaro: ovvero come musei, università, fondazioni, acquistando illecitamente opere d'arte e antichità, che provengono dai saccheggi dei siti archeologici e dei musei tra Medio Oriente e Africa, finanzino una rete di contrabbandieri, affaristi, razziatori, legati al fondamentalismo islamico tra Iraq, Siria, Libia ed Egitto.

Ho avuto la fortuna di poter fare qualche domanda all'assessore e allora subito mi viene spontaneo chiedergli se, vista la ricchezza  del patrimonio artistico toscano, è possibile che anche qualche opera del nostro territorio sia implicata in questo sporco traffico. "La Toscana è stata, con il Lazio, la regione più saccheggiata dai contrabbandieri - racconta -. Le necropoli della bassa Toscana e dell'alto Lazio sono state il bottino privilegiato per tombaroli e mercanti senza scrupoli, che rivendevano le antichità saccheggiate a collezionisti, galleristi, case d'aste o musei americani. La Toscana rappresenta quindi, terra di passaggio per questi traffici illeciti". Proseguendo nell'intervista mi dice poi una frase che mi rimane molto impressa: "Si dice che la bellezza salverà il mondo. Falso. La bellezza, l'arte, sono spesso il motivo per omicidi, distruzioni, soprusi, saccheggi e devastazioni". È questo che documenta con tanto di prove ne 'L'arte del terrore': le opere d'arte sono saccheggiate da siti archeologici e musei tra Medio Oriente e Africa, tra Siria, Iraq e Libia, e poi partono per un lunghissimo e tortuoso viaggio che le fa arrivare nelle nostre città, musei, fondazioni, arrivando così a finanziare chi le ha razziate per venderle.

Per finire gli chiedo se come tutte le inchieste dopo il clamore iniziale finirà tutto in una bolla di sapone, come spesso è accaduto in Italia per tanti altri casi/inchiesta. L’assessore mi risponde dicendo che, sia il  quotidiano nazionale che pubblica e mette in tutte le edicole un libro che tratta proprio questo commercio criminale,sia lui stesso che lo ha scritto, vogliono dare un segnale chiarissimo: se una cifra che varia da 1 a 6-7 miliardi di dollari l'anno è quanto guadagna il mercato illegale di opere saccheggiate è e deve essere trattata con la stessa drammatica serietà con cui trattiamo i sequestri di persona a scopo di ricatto economico o il controllo dei pozzi petroliferi. Questi misfatti e il contrabbando di opere d'arte saccheggiate sono, secondo le stesse Nazioni Unite, le fonti principali di finanziamento del terrorismo islamico, e  Nannipieri lo dimostra nel dettaglio, come non è mai stato fatto prima. Ricordiamoci che, conoscere ciò che succede intorno a noi è il primo passo per poterlo sconfiggere.

Giulia Meozzi

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