
La vicepresidente: "Abbiamo voluto potenziare un centro che resta un museo e quindi con le funzioni proprie di conservazione, tutela, ricerca, catalogo, esposizione e servizi per i visitatori - ma anche un motore di ricerca e produzione di attività multidisciplinari, con un forte legame con il territorio e con una vocazione globale"
La vicepresidente Monica Barni interviene all'inaugurazione del Museo Pecci di Prato con un aneddoto personale. Ricorda la sua grande emozione quando il museo aprì nel 1988. "Fu un momento importante, che colmava le tante aspettative di chi all'epoca in Toscana amava l'arte contemporanea ma non aveva a disposizione un luogo di scoperta e fruizione".
"Oggi rinnoviamo quell'impegno - prosegue - celebriamo una grande festa con l'ampliamento e lo sviluppo di un Centro che rappresenta un vero e proprio motore di cultura. La Regione Toscana ha creduto fin dall'inizio a questa nuova sfida e ora, dopo un un grande e frenetico lavoro apriamo nuovamente le porte ai cittadini con una mostra eccellente: Fino alla fine del mondo. Il Centro Pecci rinnova cosi il suo impegno di laboratorio di idee, che parlerà il linguaggio dei giovani e che contribuirà a far crescere la città di Prato, la Toscana tutta, in dialogo con il mondo."
La vicepresidente Barni ha così concluso il suo intervento: "Abbiamo voluto potenziare un centro che resta un museo - e quindi con le funzioni proprie di conservazione, tutela, ricerca, catalogo, esposizione e servizi per i visitatori - ma anche un motore di ricerca e produzione di attività multidisciplinari, con un forte legame con il territorio e con una vocazione globale, promotore di processi di consapevolezza e soprattutto di pensiero critico. Un pensiero critico che, è bene ricordare, è fondamentale per vivere e interpretare la modernità".
"Da ora in poi potremo parlare di una via italiana all'arte contemporanea". Con queste parole la presidente della Fondazione Pecci Irene Sanesi ha battezzato stamane la preview della mostra che celebra la riapertura del Centro per l'arte contemporanea a Prato, a distanza di 28 anni dell'inaugurazione del museo.
Sono circa 14,4 i milioni di euro spesi dal 2007 al 2016 per la costruzione del nuovo e avveniristico Centro per le arti contemporanee Luigi Pecci, che ha previsto la risistemazione degli spazi esterni e il restauro della vecchia struttura, oltre alla costruzione del nuovo edificio anulare dorato, simile alla forma di un'astronave, ideata dall'architetto olandese Maurice Nio.
Domani il museo sarà riaperto al pubblico con l'inaugurazione di una mostra che si estende per tutti i 3.000 metri quadrati dell'edificio: l'esposizione, dal titolo 'La fine del mondo', vede riunite opere di oltre 50 artisti internazionali, tra cui Francis Bacon, Pablo Picasso, Andy Warhol, Marcel Duchamp, Lucio Fontana, Umberto Boccioni. "Qui deve nascere un racconto ambizioso, - ha detto il sindaco Matteo Biffoni -, nella sfida che abbiamo cominciato questa é una tappa importante".
Fonte: Regione Toscana
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