Prima visione di Inferno, Howard: "Dante è il padre degli horror"

"La Divina commedia di Dante è davvero potente. Nel rileggerlo è stato per me come se ci stesse dando una sorta di guida a tutti i film horror che sarebbero venuti, ma anche una visione culturale e politica. La mia idea di inferno? Non poter sfruttare a pieno ogni minuto della mia vita".

Parola del premio Oscar Ron Howard oggi a Firenze per presentare, in anteprima mondiale nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio 'Inferno' terzo capitolo della serie che ha come protagonista il prof. Robert Langdon nell'adattamento cinematografico del bestseller omonimo di Dan Brown (Il Codice da Vinci, Angeli e Demoni). In questo film della saga, in sala dal 13 ottobre distribuito da Warner in 666 copie (numero demoniaco), l'esperto di simbologia (ancora una volta interpretato da Tom Hanks) si troverà però fin dentro l'apocalisse dell'umanità grazie a un virus che potrebbe drasticamente diminuire il numero degli abitanti del mondo.

Vera iattura per il futuro dell'umanità per il miliardario cattivo di turno. Come allora salvare il genere umano? Seguire gli indizi legati al personaggio e all'eredità di Dante da Firenze a Venezia fino ad Istanbul. Ma il decifratore di simboli Langdon questa volta parte svantaggiato. Si sveglia infatti in un ospedale italiano, colpito da una temporanea amnesia. A salvarlo da mille pericoli ci sarà Sienna Brooks (Felicity Jones), una giovane dottoressa che lo aiuterà a recuperare la memoria come a risolvere il mistero.

"Firenze - ha spiegato Ron Howard - è una città splendida e diventa nel mio film lei stessa un personaggio anche a partire dal solo libro di Dan Brown. E' impossibile trovare un'inquadratura brutta, si vede dappertutto bellezza, mistero ed enigmi". Spiega lo scrittore Dan Brown: ''l'idea del libro mi è venuta dopo aver letto una statistica che spiega come l'umanità si sia triplicata nei soli ultimi ottanta anni. Un problema sollevato anche dagli ambientalisti che vedono questo come la fonte di molti problemi. Mi sono così appassionato al tema e ho pensato a un modo diverso di affrontare la questione. Certo - aggiunge - il film racconta non certo tutto quello che c'è nel libro, sarebbe dovuto durare 35 ore, ma ringrazio Howard di aver mantenuto come filo conduttore il tema della sovrappopolazione".

Anche per uno scrittore di best seller come Dan Brown c'è un inferno: " quello di scrivere un romanzo a cui non si trova un finale. Mi è successo''. Frase cult del film: quella della custode di Palazzo vecchio che di fronte a Landon che presenta, con un certo imbarazzo, la sua troppo giovane dottoressa-assistente come sua nipote dice: "in Italia non c'è bisogno di dire che è sua nipote".

La Firenze di Howard sui social

"Da Monaco a Firenze per la conferenza stampa e la premiere di Inferno. E' fantastico essere di nuovo in questo luogo di storia, bellezza e ottimo cibo". Così il regista Ron Howard sui social in attesa della conferenza stampa a Firenze di presentazione di Inferno il film basato sull'omonimo romanzo best-seller di Dan Brown, girato in parte a Firenze, in uscita il 13 ottobre. E poi, sempre sui propri social, Howard posta una foto di un disegno visto in giro per Firenze che rappresenta una mano con un fiore scrivendo "l'ho visto durante una passeggiata nella straordinaria Firenze". Howard, molto presente sui social, ha inoltre inserito una foto da Ponte Vecchio con scritto "un'altra giornata in ufficio". Poi riferendosi probabilmente all'impegno politico delle persone scrive: "sii un buon cittadino" citando l'hastag "#registertovote" (registrati per votare) per favore".

LE PAROLE DI NARDELLA

Barni: "Grazie a Toscana Film Commission per l'impegno su Inferno di Ron Howard"

Ognuno sarà libero di dire la sua su Inferno, la pellicola diretta da Ron Howard con Tom Hanks ancora professor Langdon dal più recente romanzo di Dan Brown e presentata stamani alla stampa mondiale nel Salone di Cinquecento a Palazzo Vecchio, come si fa per ogni film. Ma nessuno potrà negare che sia di fatto uno straordinario spot per Firenze e indirettamente per la Toscana intera.

Una buona metà della storia si snoda infatti tra i luoghi più evocativi della città gigliata, e bisogna dare merito al regista e a tutta la macchina produttiva di non aver risparmiato per mostrare Firenze nel suo lato più affascinante durante lo scorrere di questa avventura tutta riferita a Dante e alla Commedia, con l'occhio alle più intransigenti forme di ambientalismo.

Plauso dunque a Toscana Film Commission, sottolinea la vicepresidente e assessora alla cultura Monica Barni, in attesa della prima mondiale sabato 8, che non ha mancato di centrare questa occasione: da un lato forzata, perchè doveva per forza fare riferimento qui, ma che poteva essere, come non è stato, trascurata per indifferenza o inutile senso di superiorità.

"Queste grandi produzioni internazionali – aggiunge Barni – sono un veicolo promozionale che sarebbe colpevole ignorare, e noi facciamo la nostra parte, come è già accaduto in tante altre occasioni fino a Inferno e prossimamente alla serie Rai su I Medici. Poi il nostro compito diventa quello di costruire i migliori strumenti per avvicinare chi viene a trovarci fuori dalla finzione cinematografica alle fonti migliori di una cultura millenaria e farla comprendere al meglio e per quanto possibile in ogni suo aspetto".

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