Coldiretti, burocrazia addio. Stop all'invasione dei selvatici

Da sinistra a destra Tulio Marcelli ed Enrico Rossi

Stimolato dalle domande del Presidente Tulio Marcelli,  davanti agli oltre 10.000 imprenditori presenti alla convention Coldiretti Le Raegioni del Cuore, giovedi scorso,   Rossi ha “siglato” con l’organizzazione agricola un patto importante, che punta a ridimensionare la burocrazia, a dare valore alle produzioni e soprattutto a difendere le coltivazioni dall’assalto di ungulati & C. ormai abbondantemente fuori controllo.

Parole apprezzate dal popolo “giallo” che partecipato convinto e numeroso alla tappa toscana del tour per  richiamare l’attenzione delle istituzioni sulle criticità che mettono in difficoltà uno dei settori più importanti dell’economia regionale.

Per le oltre 55 mila imprese che ogni anno si rivolgono alla pubblica amministrazione per  presentare una domanda e che, complessivamente, inoltrano più di 140 mila richieste di autorizzazione o finanziamento,  in dodici mesi,  la buona notizia:  presto l’iter sarà più facile.

"Entro le festività di fine anno la Regione  approverà gli atti necessari per consentire ai Centri di assistenza agricola aperti in Toscana di accogliere le domande delle imprese agricole e di istruirle, sollevando gli imprenditori dallo spreco di tempo a cui sono costretti". Lo ha  garantito Enrico Rossi rispondendo alla domanda incalzante del Presidente Tulio Marcelli, che, davanti all’affollato  parterre, ha sottolineato il ritardo nell’adozione dei decreti attuativi, necessari per dare efficacia alla legge sull’agricoltura.

L’annuncio è stato accolto con entusiasmo da Coldiretti che da tempo sollecita un’accelerazione per portare a termine la sburocratizzazione delle pratiche attraverso il principio della sussidiarietà, tuttora in sospeso.

“Condividiamo – ha commentato il Presidente Marcelli – l’impegno di Rossi non solo a completare l’iter, ma anche ad effettuare verifiche sul funzionamento della legge e degli strumenti attuativi già a partire dal prossimo mese di febbraio.   Anche noi vigileremo perché tempi e obiettivi vengano rispettati”, ha concluso il numero uno della Coldiretti Toscana.

In una regione dove, secondo stime prudenziali, si contano  oltre 230 mila cinghiali, 200 mila caprioli, 12 mila daini, 4 mila cervi, 3 mila mufloni, ma dove i numeri potrebbero essere di gran lunga più grandi,  gli agricoltori di Coldiretti hanno sottolineato con un applauso l’impegno assunto da Rossi in materia di controllo dei selvatici: “Se non riusciremo a centrare l’obiettivo chiederemo il supporto del governo nazionale”, ha detto il governatore schierandosi al fianco degli agricoltori che riponevano forti attese nella legge obiettivo.

"La noma c’è, adesso dobbiamo attuarla. L’obiettivo infatti non è riconoscere agli agricoltori i rimborsi per i danni subiti (che comunque devono essere erogati con sollecitudine), ma tutelare le aziende e il frutto del loro lavoro che contribuisce anche a caratterizzare il paesaggio e l’ambiente toscano”.

La strategia? Snellire e monitorare con attenzione le procedure di contenimento degli animali selvatici, recuperando un rapporto corretto con il mondo venatorio, ma ricordando che a vivere di territorio è  il mondo agricolo.

"Su questo tema non siamo disponibili a fare sconti – ha detto il direttore di Coldiretti Toscana Antonio De Concilio -. Nelle campagne l’esasperazione è tangibile e merita risposte urgenti e significative.  Le promesse sono importanti ma il nostro compito è verificare  sul campo la reale efficacia delle misure adottate dalla Regione per riportare alla normalità la situazione".

La chiusura delle filiere per rispondere alle speculazioni che hanno fatto crollare i prezzi nelle campagne e per valorizzare il  vero made in è il terzo importante tema, toccato dal  Presidente Marcelli, su cui il governatore ha ribadito l’impegno della Regione. E il punto di partenza non poteva essere che la filiera del grano, oggi una delle più disastrate.

"Non senza qualche difficoltà siamo riusciti ad ottenere la Dop per il pane toscano – ha spiegato Rossi-. Adesso stiamo lavorando con i panificatori perché questo riconoscimento diventi un’occasione per valorizzare il nostro grano. Il cerchio si chiuderà se, sul piano commerciale, riusciremo ad operare in sinergia con gli altri soggetti della filiera ed avvalendoci del ruolo delle Camere di Commercio".

"Con le quotazioni 2016, che vedono il grano duro superare di poco i 20 euro/quintale e il tenero i 16-17 euro/quintale, i nostri agricoltori sono tagliati fuori dal mercato perché producono con costi più alti”, ha commentato il direttore Coldiretti Antonio De Concilio,  richiamando l’attenzione sulle difficoltà di una regione che si distingue per la qualità  e che, con i suoi  3,5 milioni di quintali di prodotto, occupa il quinto posto della hit nazionale. “Iniziative di filiera sono indispensabili ma occorre intervenire immediatamente anche con misure straordinarie.

Salvare la cerealicoltura è fondamentale, perché senza di essa muta il paesaggio della Toscana e si rischia una pericolosa desertificazione, con tutte le conseguenze ambientali ed idrogeologiche connesse, oltre agli evidenti riflessi occupazionali nella filiera e nell’indotto che questa crisi potrebbe provocare".

Ma l’obiettivo di Coldiretti, condiviso dalla Regione Toscana, è di percorrere la strada del completamento delle filiere  per valorizzare tutto il made in Tuscany e di dedicare un’attenzione speciale all’extravergine autentico protagonista della tappa toscana del Tour delle Raegioni.

 

Fonte: Coldiretti Toscana - Ufficio Stampa

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