
Sono state trovate martedì 20 settembre sostanze stupefacenti di tutti i tipi, anche abbastanza inusuali per la piazza di Empoli, come per esempio la cocaina, confezionate in panetti “griffati” con le iniziali taroccate di una famosa casa di moda francese per attirare ancor di più l'attenzione della fascia giovanile. Lo snodo di tutto il traffico avveniva al parco Mariambini, un luogo buono per nascondere la droga e farne uso. Questo è quanto hanno scoperto gli investigatori del commissariato di Empoli al termine di un’indagine che è partita a maggio scorso in seguito a più segnalazioni di persone che vivono nella zona. Il commercio di droga avveniva senza scambi diretti perché, a quanto è stato ricostruito, gli spacciatori fornivano indicazioni sul luogo dove gli acquirenti potevano trovare la droga. Spesso la sotterravano nel parco Mariambini, un luogo difficile da controllare. Da qui sono state posizionate telecamere per riprendere il traffico di stupefacenti e capire chi erano i protagonisti di questi scambi.
A questa spiacevole notizia ne seguiranno tante altre dello stesso genere riguardanti la zona di Empoli e dintorni, come per esempio quella del 28 di settembre sul ritrovamento di eroina e materiale di spaccio nel centro di accoglienza di Sovigliana. Qui, la droga suddivisa in 20 dosi per un totale di 14 grammi, è stata trovata in un locale del centro di via Mazzini che poteva essere raggiungibile da tutti gli ospiti. Insieme allo stupefacente, era presente anche materiale per il confezionamento e una piccola somma di denaro. L’eroina è stata sequestrata. E allora la domanda sorge spontanea, perché l’uso di droghe è sempre più continuo e interessa sempre di più i giovanissimi? Invece di cercare un colpevole possiamo tentare di ricostruire l’insieme di fattori esterni e interni all'individuo che possono averne agevolato il consumo. Il modo più semplice con cui una persona diventa tossicodipendente è il contatto con un gruppo che fa uso di droghe e nel quale, in maniera più o meno consapevole, sperimenta il desiderio di divertirsi e di provare sensazioni fuori dalla norma.
Lo scopo apparentemente ricreativo della sua assunzione finisce spesso per mescolarsi con le dinamiche di gruppo, con il desiderio di essere accettati all'interno di un certo ambiente, di migliorare persino le proprie “prestazioni” sociali (come avviene per esempio nella tossicodipendenza da cocaina) e magari di soddisfare le aspettative di una figura che viene riconosciuta come il capobranco. Esistono poi tutta una serie di difficoltà esterne, che possono essere ricondotte ai rapporti familiari o più semplicemente interpersonali, al lavoro, alle delusioni emotive, economiche che possono essere addotte come responsabili di un ricorso all'assunzione di droga. Di fatto si tratta di difficoltà comuni a molte persone e che da sole non possono spiegare l'inizio di una tossicodipendenza. Ecco perché qui si inseriscono fattori interiori, che fanno capo al disagio della persona. La teoria di origine psicologica che cerca di spiegare la dipendenza dall'alcol e che ha fatto scuola nell'analisi delle altre forme di dipendenza vuole che il consumo di sostanze stupefacenti serva a rinforzare le esperienze piacevoli e ad allontanare quelle negative. Depressione, ansia, impulso alla trasgressione, eccessiva sensibilità, insoddisfazione verso la propria vita, paura di affrontare la vita stessa, con le sue difficoltà e le sue responsabilità sono tutte motivazioni che possono spingere a cercare una soluzione nella droga, una risposta artificiale al proprio disagio. La droga diventa una forma di automedicazione e di rifugio dai conflitti interiori ed esteriori.
Ricordiamo che L’art. 73 del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope commina pene severissime per tutte le condotte connesse alla produzione, al traffico ed allo smercio o cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope. E’ punito con la reclusione da sei a venti anni e con la multa da 26.000 a 260.000 euro chiunque, non debitamente autorizzato, coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per qualunque scopo sostanze stupefacenti o psicotrope.
Tali sanzioni (Art. 73 comma 1 Bis) sono estese anche a colui che importa, esporta, acquista, riceve a qualsiasi titolo o comunque illecitamente detiene sostanze stupefacenti o psicotrope, per uso non esclusivamente personale. A questo punto occorre soffermarsi sulla nozione di uso personale che costituisce lo spartiacque tra l’illecito penale e l’ambito dell’illecito amministrativo. La legge non fornisce una chiara definizione dell’uso personale e si limita ad apprestare dei criteri guida di natura indiziaria, demandando al magistrato giudicante di individuare se nel caso concreto detto uso sussista o meno. In particolare si deve tener conto dei seguenti criteri legali: la quantità di sostanza, se inferiore o superiore ai limiti massimi fissati nelle apposite tabelle ministeriali, alle modalità’ di presentazione della stessa e di ogni altra circostanze dell’azione, comunque ritenuta significativa.
Giulia Meozzi