
La dirigenza aziendale di Targetti Sankey S.p.A., la storica società di illuminotecnica fiorentina, non si rende disponibile a portare avanti gli impegni presi al tavolo regionale il 22 agosto scorso in merito al rinnovo della cassa integrazione straordinaria.
Questo quanto emerso dall'incontro che si è svolto ieri in azienda alla presenza dell'Amministratore Delegato della società, della RSU e delle rappresentanze sindacali di Fim Cisl e Fiom Cgil.
"Ci aspettavamo una discussione sulle modalità utili a declinare in Cassa integrazione straordinaria la procedura di mobilità (licenziamenti collettivi) attualmente aperta, visto che la data ultima per presentare la domanda di cassa entro i tempi tecnici previsti dalla procedura è il 6 ottobre prossimo, invece abbiamo registrato una netta chiusura da parte dell'azienda” dichiarano congiuntamente il Segretario Generale Daniele Calosi e Daniele Collini della Segreteria della Fiom Cgil di Firenze.
"L'ammortizzatore -proseguono- è necessario a prescindere dall'esito delle operazioni di vendita attualmente in corso perché serve a gestire le risorse umane nella fase di riorganizzazione e rilancio aziendale. Se la firma dell'accordo non avverrà entro il 6 ottobre, alla fine della procedura 81 lavoratori potranno ricevere la lettera di licenziamento e allora sarà chi rappresenta l'azienda a quel tavolo a farsi carico delle drammatiche conseguenze sociali, ma anche industriali.
Chiamiamo quindi a responsabilità l'AD cui vorremmo ricordare che solo un mese fa, come riportato nel verbale di incontro, si era reso formalmentedisponibile ad accedere ad un ammortizzatore sociale rispondente alle esigenze aziendali a tutela dei lavoratori (cassa integrazione per riorganizzazione).
La rigidità dell'AD non è comprensibile; noi siamo pronti a tutto per salvaguardare l'occupazione e insieme la presenza industriale di Targetti sul territorio, pertanto metteremo in campo ogni forma di mobilitazione a tutela dei 195 lavoratori, fino all'occupazione dello stabilimento".
Fonte: Ufficio Stampa Cgil Toscana e Firenze
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