
Messaggi minatori, telefonate, pedinamenti e anche un’aggressione all'amante del marito: una donna pratese di 43 anni è stata raggiunta da un provvedimento restrittivo di allontanamento dalla sua rivale, una barista di 38 anni, che l’anno scorso ha avuto una relazione extraconiugale con il marito. La persecuzione, che ha convinto la procura ad emettere la misura, è durata circa 8 mesi, a partire dal gennaio di quest’anno, quando l’uomo, un quarantenne pratese, ha confessato alla moglie il suo tradimento. Ma vediamo più da vicino cos'è il reato di stalking previsto dal nostro codice penale all'art 612 Bis, con la denominazione di “atti persecutori”. Con questo termine si intende una “forma di aggressione messa in atto da un persecutore che irrompe in maniera ripetitiva, indesiderata e distruttiva nella vita privata di un altro individuo, con gravi conseguenze fisiche e psicologiche”.
Il termine è inglese, deriva da ‘to stalk’, ed indica “fare la posta, braccare, pedinare”; si riferisce a comportamenti atti a osservare e conoscere il comportamento della preda al fine di poterla catturare. Ad oggi prevale, nella nostra società, la figura della donna come ‘vittima’ di violenza da parte dell’uomo, che sia essa domestica o esterna all'ambiente familiare. Negli ultimi anni, però, sono stati molti i titoli di giornali che ci hanno comunicato di omicidi, atti di violenza e stalking da parte di donne. Lo stalking infatti non è un fenomeno di genere. Sia donne che uomini possono essere vittima o persecutore, entrambe possono aggredire fisicamente, psicologicamente, possono appostarsi, pedinare, creare danni alle cose, minacciare, possono essere persistenti e molestanti in modo assillante.
Non si deve infatti dimenticare che lo stalking è una forma di violenza psicologica, che anche una donna può mettere in pratica. Le donne stalker sono si, meno fisiche degli uomini, in genere la loro violenza si manifesta sotto forma di minacce verbali o messaggi minatori sul telefonino. Ha inizio con un bersaglio reale (l’ ex partner) ed uno strumentale (tendenzialmente la nuova compagna) , in molti casi la stalker riconosce come persecutorie le sue azioni, ma giustifica la sua persecuzione, nella misura in cui considera giusto punire l’ex partner attraverso la distruzione di quel benessere che lei non riesce a costruire.
Le motivazioni che spingono una donna a tormentare un uomo sono ben immaginabili: ci troviamo spesso di fronte a fidanzate respinte o mogli tradite; si tratta di donne ossessionate, che perdendo il senso della realtà, decidono di rendere la vita impossibile all'oggetto del loro desiderio. Ricordiamo però, che per questo reato è prevista la pena della reclusione da sei mesi a quattro anni a carico di chi, con condotte reiterate di minaccia o molestia, ingeneri nella vittima «un perdurante e grave stato di ansia o di paura», ovvero un «fondato timore» per l’incolumità propria, di un congiunto o di una persona a lei legata da una relazione affettiva, ovvero la costringa ad «alterare le proprie abitudini di vita».
Giulia Meozzi