L'ultimo saluto ad Alberto in Collegiata. "Sei stato una grande persona"

I funerali di Alberto Occupati nella collegiata di Sant'Andrea (foto: gonews.it)

Arrivano piano piano e in silenzio gli amici e conoscenti di Alberto Occupati, il ragazzo di 31 anni trovato morto nella sua casa di via Ridolfi in centro a Empoli martedì 16 agosto scorso. E piano si propongono ai familiari in un abbraccio caldo in questo venerdì 19 agosto, caldo anch'esso e deserto in città. È invece piena in ogni panca la Collegiata di Sant'Andrea, dove la salma di Alberto è stata salutata per l'ultima volta da familiari e amici.
All'ingresso del duomo empolese, subito a sinistra, uno stereo bianco diffonde note di pezzi classici che hanno fatto la storia del rock. I Doors, i Pink Floyd, gruppi storici che fanno gola ai trentenni come Alberto nonostante siano stati all'apice del loro successo quando lui è i tanti suoi coetanei presenti in chiesa non erano ancora nati. Molti abbracci fra le persone che lo amano, accanto a una bara semplicissima, di legno chiaro, forse a ricordare quello che è stato lui in vita. Lo si capisce anche dal quaderno messo all'entrata in Collegiata, sul quale chi ha voluto ha lasciato il proprio pensiero. "Avevi un sorriso per tutti", "una parola buona per tutti", "è stato un onore conoscerti". E man mano che la gente entra in chiesa le pagine del quaderno girano e si riempiono nero su bianco di quello che Alberto è stato.
Pare che Alberto scrivesse poesie, e in queste parlava del "mistero", come a don Guido Engels - parroco della Collegiata - è piaciuto ricordare durante la sua omelia, nella quale ha sottolineato la vena artistica di Alberto, portata alla sua attenzione dai genitori di Johnny (così lo chiamavano tutti) facendogli leggere i versi che appunto ad Alberto piaceva scrivere, magari in privato, magari con nessuna velleità, ma per conoscersi meglio, come fanno in tanti nel loro piccolo.
Alberto scriveva tanto. Raccontava dei suoi viaggi e di come stava prima, durante e dopo essere stato da qualche parte in Europa, da dove poi tornava e raccontava agli amici cosa aveva visto e dove era stato. Lo testimoniano le sue parole, che i ragazzi hanno voluto leggere dal pulpito, con la gola gonfia e gli occhi pieni lacrime.
Le stesse note che erano dentro hanno poi riempito piazza Farinata degli Uberti all'uscita del feretro, alla fine della funzione, dove altri amici, al riparo sotto ogni ombra possibile, hanno aspettato che uscisse per dirgli "ciao" per l'ultima volta.
Il colpo di Alberto non sarà sepolto, ma verrà cremato.

Christian Santini

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