Unione dei comuni della Valdinievole, ma il M5S non ci sta

Nell'ultimo Consiglio Comunale di Lamporecchio, è stato approvato, con l’unica opposizione dei consiglieri del M5S, lo Statuto sull’Unione dei Comuni della Valdinievole, atto preliminare della futura Unione, con a seguito una breve spiegazione sulla costituzione dell’organico di questo nuovo ente.

Possiamo chiaramente affermare che stiamo parlando a tutti gli effetti di un nuovo Ente, composto da un Presidente, una Giunta e un Consiglio, più tutte le strutture ed il personale necessario per gestire le funzioni che gli saranno affidate, che ancora non sono chiare.

Mentre la Regione affonda per la necessità di una razionalizzazione della spesa pubblica e nell’urgenza di migliorare i servizi erogati ai cittadini, la risposta che viene data è creare nuove cariche ma soprattutto nuova confusione.

Il dibattito vero, quello che in ogni modo si è cercato di evitare, sia con l’opposizione, ma ancor più grave, con i cittadini, dovrebbe a questo punto vertere sull’esposizione trasparente e la trattazione esauriente delle motivazioni che hanno portato a questo tipo di scelta (l’unione) piuttosto che alla fusione, che sarebbe la soluzione auspicata anche dall’Irpet (Istituto Regionale per la Programmazione Economica della Toscana).

Mentre con la prima soluzione rimarranno in piedi i comuni che aderiranno, ma svuotati dai poteri che verranno conferiti al nuovo organo, con la Fusione essi cesseranno di esistere per confluire in un unico ente, con evidenti vantaggi economici. Quest’ultima viene disposta con legge regionale e prevede, precedentemente alla sua attuazione, un referendum tra i cittadini residenti nei comuni coinvolti.

Potremmo dibattere a lungo intorno a ciò che sarebbe conveniente per l’area della Valdinievole e per i comuni che ne fanno parte, ma i punti essenziali che dovrebbero essere considerati e non sono impossibili da chiarire qualora ce ne fosse la volontà, sono pochi si, ma densi e particolarmente consistenti.

In primo luogo questo progetto non mostra con immediatezza i costi di attuazione ed i reali vantaggi, traducendo così la tanto vantata ondata di riforme e la riorganizzazione economica locale in un ossimoro politico, dove si accosta la volontà di ridurre lo spreco della burocrazia con la formazione di altre cariche e altro personale. La prova dell’incertezza nella quale naviga l’Unione è che a oggi non abbiamo nessuno studio di fattibilità a cui fare riferimento.

Da specificare inoltre, che queste nuove e scintillanti poltrone verrebbero assegnate aggirando totalmente il meccanismo decisionale democratico escludendo così la volontà dei cittadini che dovranno quindi sottostare ad una risoluzione approvata sopra le loro teste e che ricadrebbe esclusivamente sulle loro spalle.

Questa è la nuova politica PD, fatta sulla nostra pelle. La reazione dei Consiglieri a Cinque Stelle è stata quella di chiedere a gran voce di acclarare queste operazioni svolte come se non fossero poi i cittadini quelli che pagheranno il prezzo di un eventuale errore. E’ stata inoltre più e più volte sottolineata la necessità di una corretta e completa informazione per gli abitanti dei Comuni, visto che se per la fusione era necessario il referendum, con l’unione tutto può essere deciso in sordina e imposto come un vero e proprio atto di prevaricazione sulla volontà popolare.

Sembra, però, che il sindaco non lo ritenga necessario, visto che chi lo ha votato, secondo il suo parere, conosce benissimo i dettagli del progetto. Viene dunque da dire che il territorio viene amministrato solo per chi vota la maggioranza, annullando il senso stesso della democrazia, che certo prevede che sia quest’ultima che decide ma solo dopo una corretta e completa presa di coscienza da parte di ogni singolo individuo, anche chi non vota Pd per intendersi.

Il prezzo di esporsi con tali argomentazioni è quello di essere definiti “populisti”. Ma cosa si intende con questo termine?

Il desiderio d avvicinare i vertici del potere alla base dei semplici individui? Mi pare non ci sia da vergognarsene. La demonizzazione delle elite e l’esaltazione del popolo? Mi pare che il caso in questione sia talmente semplice da non dover scomodare tali alti concetti. Qui viene richiesto qualcosa di basilare come una corretta informazione dei residenti di un comune chiamati a decidere anche del loro futuro.

E ancora, si intende forse, un atteggiamento demagogico per accattivarsi il favore della gente? No signori, per quanto possa essere accattivante la consapevolezza, questa sarà solo un passo verso la verità, mentre la demagogia, quella vera, nasconde la polvere sotto al tappeto per far credere che tutto sia corretto e nitido.

Fonte: Ufficio Stampa

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