
"Abbiamo presentato una interrogazione al sindaco per sapere se sta seguendo l’iter del progetto della Colorobbia per un impianto di incenerimento rifiuti con recupero metalli preziosi ed energia. Nel parere della USL si dice chiaro che le emissioni interesseranno, in maniera significativa, anche il centro abitato di Empoli. E gli inquinanti in gioco sono molto pericolosi. Proprio mentre il nostro comune è già giudicato tra quelli critici per qualità dell’aria e deve redigere un piano di azione, che impegnerà tutti i cittadini, per migliorarla.
Si tratta di un inceneritore di rifiuti, più che un impianto di recupero metalli preziosi - dicono a FabricaComune per la Sinistra sull’impianto della Colorobbia – e le emissioni arriveranno anche sul centro abitato di Empoli. I pareri tecnici lo dicono chiaro: si chiede l’autorizzazione a bruciare 320 tipologie di rifiuto, molte delle quali pericolose e non compatibili con la finalità dichiarata. Insomma i metalli preziosi dentro non ci sono e quindi quello che si farà, per molti dei rifiuti trattati, sarà solo incenerimento con recupero energia. Si cerca di minimizzare, dicendo che è un impianto piccolo (e certamente lo è in confronto, ad es., con quello di Sesto), ma i pareri tecnici sottolineano che le potenzialità sono almeno quattro volte superiori a quanto si dichiara di voler fare e quindi anche gli impatti su ambiente e salute potrebbero diventare molto superiori a quelli stimati ora.
Ma quello che colpisce particolarmente è l’approssimazione con cui una ditta, per altro di eccellenza, come Colorobbia si avvicina ad un impianto cosi delicato come quello proposto. Non si esaminano tutti i possibili inquinanti emessi, si confondono i valori di riferimento, la stima delle ricadute non è giudicata corretta e sufficiente dagli organi di controllo, non si fornisce alcun dato su come si intende controllare le emissioni, che è un preciso obbligo per impianti di questo tipo. Si chiede l’autorizzazione per bruciare materiali contenenti cloro, ma non si parla di emissione di diossina che, come tutti sanno, ne deriva. Insomma sembra quasi un buttar là una bozza di intenti per vedere l’effetto che fa. Ma un impianto di questo tipo ha invece bisogno di competenza, rigore e scrupolo nella gestione e partire cercando di dire e non dire, per evitare un esame più approfondito del progetto, non tranquillizza davvero sulle capacità di gestione delle criticità connesse.
A noi adesso interessa soprattutto che si sottoponga il progetto al procedimento di valutazione di impatto ambientale (VIA) che è l’unica strada che garantisce un esame approfondito in fase preliminare. Sia la USL che l’ARPAT nel loro parere ne ravvisano la necessità, ma la regione deve ancora decidere.
Colorobbia ha un precedente non edificante al suo attivo. Due anni fa aveva presentato un progetto di riciclo rifiuti organici, che suscitò preoccupazione e richiesta di chiarimenti da parte della cittadinanza. Di fronte ai quali l’azienda ritirò sdegnata il progetto, come se sottoporsi a verifiche e chiarimenti venisse vissuto come vessazione. Noi crediamo esattamente il contrario. Crediamo che nessuno può più prescindere dalla compatibilità ambientale e dalle ricadute sulla salute. Che tutto si può fare purché si facciano bene i conti con l’ambiente e la salute delle persone e si rendano pubblici. Anziché cercare di svicolare da procedimenti più approfonditi, dovrebbe essere l’azienda stessa, che ha saputo fin qui essere leader nel suo settore, a fornire il meglio dell’approfondimento ed a sottoporsi di buon grado alle verifiche più approfondite, rassicurando i cittadini e le istituzioni sulla sicurezza di quanto propone. Cercare, e non rifuggire, il rapporto più trasparente ed informato con i cittadini e con le istituzioni. Abbiamo chiesto al sindaco di Empoli di sollecitare il procedimento di VIA e di tenere informato il consiglio e la cittadinanza. Speriamo che lo faccia. Noi vigileremo".
FabricaComune Empoli
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