
Inizia il conto alla rovescia per la spiaggia e il 68% degli italiani è già all’opera per superare la prova costume. Oltre a creme, palestre e Spa si guarda molto a tecniche innovative che la chirurgia plastica offre, infatti il ricorso alla chirurgia estetica, già in vigore negli anni ’70 ci mostra che la tendenza è aumentata negli ultimi decenni. Particolarmente nel campo della chirurgia plastica estetica in Europa si guarda agli USA, per le tecniche innovative in continuo movimento; i dati annui sono, infatti, sempre diffusi dall’American Society of Plastic Surgeon, associazione che si occupa di monitorare la chirurgia plastica, che pubblica annualmente i rapporti e le analisi dei dati e le tendenze degli americani negli ultimi 15 anni. Partendo dall’anno 2000, momento in cui la chirurgia plastica è entrata davvero in voga, fino al 2015, l’associazione ha rilevato il trend in aumento della chirurgia plastica, registrando cifre da capogiro sia che si tratti di un semplice intervento di lifting al viso, per eliminare rughe e vari segni dell’età, o una ricostruzione del naso, o ancora un intervento di liposuzione.
Una indicazione sulla chirurgia estetica e sul concetto della bellezza ce la fornisce il Professor Mario Dini, chirurgo estetico a Firenze.
Professore come è cambiato il concetto di bellezza, negli ultimi anni?
Si parla di bellezza in riferimento a molti settori, la bellezza dell’arte e quella umana. Trattandosi di bellezza umana, per quanto ce la rappresentano i media e la televisione, è ovvio che si tratta nell’assoluta maggioranza dei casi di quella femminile; una presenza costante, sempre più seduttiva, con una crescita della componente esibizionistica che in certe sfilate di dive è quasi una corsa all'inseguimento a chi sfoggi il costume più osé e più si scopra agli occhi degli spettatori.
Professore si parla solo di bellezza femminile?
Negli ultimi anni più anche l’uomo ha posto molto attenzione all’estetica, e il messaggio lo troviamo nella pubblicità dove i corpi maschili sono valorizzati ed esibiti, lanciando messaggi pubblicitari nella loro presentazione al pubblico: le loro forme vengono valorizzate, oltre che con accurate depilazioni e cure di bellezza, con un largo uso dei tatuaggi, sempre più di moda fra i giovani.
Possiamo parlare di un concetto di bellezza ormai globalizzato o esistono variabili significative nei diversi Paesi?
Il concetto di bellezza si è affermato a partire dall’Occidente, a parte i paesi dove per motivi religiosi si impone alla donna di velarsi e celarsi.
Come spiega il successo di alcuni tipi di chirurgia plastica oggi molto diffusi tra le donne, a cominciare da labbra e zigomi gonfiati?
Se ne sente parlare malissimo, sembrerebbe quasi uno pubblicità negativa alla chirurgia estetica, eppure continuano ad aumentare…. Penso che il successo delle labbra gonfiate e simili dipenda sostanzialmente da quello del modello seduttivo ed esibizionistico globalizzato, con l’evidente richiamo sensuale delle labbra carnose e ben disegnate. Quindi sembrano abbastanza vane le critiche in mancanza di immagini alternative affermate e diffuse.
Come mai il senso di vecchiaia appartiene alla donna?
La fobia dell’invecchiamento, in particolare tra le donne, pare sempre più diffusa. Infatti fra i maschi è possibile trovare anziani attori, considerati ancora molto attraenti, da Clint Eastwood a Sean Connery, mentre le donne con rughe e capelli grigi non sono quasi mai proposte come esempio di fascino. Direi che è una forma di cultura, anche sbagliata, perché la bellezza non è solo nella donna giovane.
In che rapporto è tutto questo con le strutture del potere?
In una società che sta invecchiando il rimanere giovani, gradevoli, slanciati e senza i segni dell’età, diventa al tempo stesso una diffusa ossessione e quasi un dovere, enfatizzato dai media, dalla Tv e dalla pubblicità: e così fioriscono palestre, programmi di cultura fisica, diete, centri di bellezza, e ovviamente la chirurgia estetica – anche se comincia timidamente a manifestarsi un attenzione agli anziani addirittura con film che li vedono protagonisti. Direi che nel quotidiano la fobia dell’invecchiamento colpisce più le donne ma in buona misura anche gli uomini. Questi ultimi però sono in grado di sfruttare per il loro successo il forte elemento di seduzione che viene dal potere e dal peso economico. Nella misura in cui vi accederanno sempre più anche le donne la situazione è destinata a complicarsi, favorendo forse giovani uomini che presentino elementi di fascino del tipo di quelli femminili. Da tempo anche il concetto di bellezza nella pubblicità sta modificandosi, trovano spazio anche modelli di bellezza alternativi, dalla valorizzazione della varietà etnica al successo delle modelle curvy, ai ragazzi “normali”, acqua e sapone, preferite in alcune pubblicità di prodotti per la cura estetica.
E’ solo una sorta di controcanto minoritario, oppure stiamo effettivamente andando verso una bellezza al plurale?
Per ora questi modelli alternativi mi sembrano ancora piuttosto minoritari, a parte la valorizzazione della diversità etnica che può contribuire ad arricchire il modello seduttivo. Quanto alle modelle curvy, per me è una risposta anche al settore commerciale per la presenza di donne “normali” che non sottostanno al modello esile e androgino dominante ma si mostrano nella loro normalità.
Fonte: Ufficio Stampa
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