
L'area per fortuna è limitata. Le zone di possibile ricaduta degli inquinanti, per l'incendio alla discarica del Cassero, che potrebbero aver contaminato le colture, sono state circoscritte ad un'area che ha un raggio che varia da 700 metri a 1,5 chilometri, tutta nel comune di Serravalle Pistoiese (vedi cartina diffusa dall'Arpat, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana).
“Al di fuori di tali zone, sulla base delle conoscenze ed esperienze pregresse, Arpat ritiene di escludere la possibilità che le deposizioni dei fumi dell'incendio possano aver prodotto un deposito di diossine e policlorobifenili diossina simili (PCB DL) sui vegetali a foglia larga, tali da far superare il livello di azione...-si legge nella nota ufficiale dell'Arpat”.
“Visti questi riscontri, e con le precauzioni del caso (lavaggio accurato prima del consumo), possiamo rassicurare i consumatori -spiega Michela Nieri, presidente di Coldiretti Pistoia- rispetto alle produzioni provenienti dai campi al di fuori delle zone su cui sono in corso le verifiche da parte di Asl e Arpat”.
In questi giorni, giustamente, i consumatori hanno evitato di acquistare nei mercati o direttamente in aziende ortofrutta proveniente dal Montalbano. “Le nostre aziende stanno pagando un alto prezzo per l'incendio, ma ora che la situazione è sotto controllo, è giusto che si torni alla normalità”. Quindi, nessuna area dei comuni di Lamporecchio, Larciano, Monsummano Terme, Quarrata, Pistoia è ricompresa nella zona 'a rischio'. “Soprattutto sono operativi e senza rischio alcuno -continua Coldiretti- le attività didattiche, di degustazione e pernottamento dentro i tanti agriturismi del Montalbano, i paesaggi sono quelli di sempre”.
Le aziende agricole attorno alla discarica, invece, possono rivolgersi ai tecnici Coldiretti per valutare le azioni tecniche e legali da intraprendere.
Per queste imprese è in vigore l'ordinanza del comune di Serravalle Pistoiese che prescrive:
1) divieto di raccolta e consumo di prodotti ortofrutticoli coltivati;
2) divieto di pascolo;
3) divieto di utilizzo di foraggi e cereali, provenienti dall'area interessata ed eventualmente esposti alla ricaduta da combustione, per alimentazione di animali;
4) provvedere al mantenimento degli animali da cortile in stabulazione chiusa, evitando il razzolamento;
5) i prodotti ortofrutticoli derivanti dalla coltivazione nei terreni posti al di fuori della predetta area, ma in zone immediatamente prospicienti, dovranno essere sottoposti prima della consumazione ad accurato lavaggio in acqua corrente potabile.
- Michela Nieri
Fonte: Coldiretti Pistoia
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