Giuseppe Romano (Fi) sulla revoca del presidente del consiglio comunale: "Niente sarà più come prima"

Il consiglio comunale di Certaldo

Nel Consiglio Comunale del 29 giugno è stata discussa la Mozione di Revoca del Presidente del Consiglio Comunale. Il documento, presentato congiuntamente da tutte le opposizioni, ha evidenziato le ragioni di tale richiesta.
Innanzitutto la vicenda legata a Palazzo Pretorio, in particolare l’arrivo in Comune della Relazione del Genio Civile, (sollecitata dall’organo tecnico del Comune, NON da quello politico). Tale Relazione, a dir poco sconfortante in ordine alla efficienza dei lavori svolti al Palazzo simbolo della Comunità Certaldese, è rimasta di conoscenza esclusiva del primo cittadino, che senza avvertire in alcun modo le opposizioni, (né la Commissione Garanzia e Controllo e nemmeno la Capigruppo), è intervenuto sulla stampa in modo unilaterale e unidirezionale.
Il presidente del Consiglio Comunale da un lato, ha omesso di vigilare sulle fasi inerenti la gestione dell’arrivo di tale documento in Comune, (14/marzo/2016 arrivo, fine aprile successivo intervento sulla stampa del Sindaco), e dall’altro non ha ritenuto di spendere alcuna parola di censura in ordine all’operato del primo cittadino.
La circostanza che il Presidente del Consiglio sia stato eletto poi capo del PD locale, avvalora i peggiori sospetti in ordine alle modalità con le quali il ruolo di terzietà e garanzia verrà anche in futuro assolto.
Non occorre una gran fantasia per immaginare come ben possibile che per il futuro il Presidente del Consiglio opererà più con riguardo alle cose interne di casa PD che con attenzione verso la salvaguardia delle garanzie di cui le minoranze consiliari debbono usufruire per l’espletamento del ruolo di controllo che gli compete. Il sospetto è certamente più che fondato.
Il cumulo delle cariche, infatti, alla luce degli episodi segnalati in Mozione, è un inutile atto di arroganza del quale se ne sarebbe fatto volentieri a meno. Una decisione noncurante della logica, delle regole di comune saggezza non solo politica e anche in violazione dei criteri dettati da organi amministrativi.
Non è da escludere anche in violazione delle regole sancite in una sorta di codice di autoregolamentazione interno al PD, come un consigliere della stessa maggioranza, (Romina Renzi), ha ravvisato nel corso della sua esposizione, prendendo le distanza dalla posizione espressa dalla maggioranza e così non partecipando al voto sulla stesa Mozione di Revoca.
Beninteso di tale ultimo aspetto se ne prende solo atto, poiché se il PD ha codici etici, la questione della loro osservanza non riguarda di certo l’opposizione.
La Mozione di Revoca è stata quindi respinta da una maggioranza asserragliata su una posizione unilaterale e addirittura autolesionista. A favore infatti hanno votato tutti e 5 i consiglieri di opposizione presenti e in occasione del voto un consigliere di maggioranza non ha partecipato motivando politicamente il suo dissenso dalla linea della maggioranza.
Se lo scopo di tale gesto prevaricatore è quello di fiaccare il morale dell’opposizione con un atto di forza così unilaterale e sfrontato, la maggioranza deve sapere che l’effetto sarà invece il contrario. L’impegno da profondere sarà infatti ancora più costante e risoluto, comunque a favore di una cittadinanza che è sempre più ben attenta, consapevole e vigile.

Giuseppe Romano, Consigliere Comunale Forza Italia

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