Urbanistica e grande distrubuzione, IDEA: "Non comprendiamo le scelte dell'amministrazione"

Roberto Ferraro (foto gonews.it)

Da qualche tempo a San Miniato si è sviluppato un acceso dibattito intorno ad alcuni vecchi argomenti di natura urbanistica e ambientale.  Nel contempo con riguardo a  situazioni del tutto nuove, non meno importanti,  aleggia un incomprensibile silenzio. La logica di tale discussione o mancata discussione appare difficile da comprendere.

Da mesi al centro dell’attenzione dei cittadini vi è un problema di sicurezza connessa alla attività svolta da una azienda che da decenni opera sul territorio della frazione di  Ponte a Egola. Giustamente i cittadini reclamano sicurezza,  ma è difficile non domandarsi come mai il problema viene evidenziato con vigore oggi nonostante che per decenni è parso pacifico a tutti che lo sviluppo urbanistico della frazione di Ponte a Egola avvenisse intorno alla fabbrica   in questione.

Analogamente sorgono perplessità per la vicenda della ubicazione dell’ipermercato che dovrebbe sorgere a San Miniato all’uscita della FI-PI-LI. Da anni si conosceva il progetto  e per anni  le voci contrarie sono state pressoché nulle. Oggi con riferimento a tale centro commerciale si dice che la grande distribuzione danneggia il piccolo commercio, che è necessario ridurre il consumo del suolo e tante altre belle ragioni. Ma per quale motivo tutte queste considerazioni vengono avanzate oggi  e non  in passato, quando si consentì che venisse costruita a San Miniato Basso accanto al supermercato  Superal  - oggi Pam - un’altra grande struttura commerciale a marchio Coop.  Come mai le problematiche connesse al  consumo del territorio o alla tutela del piccolo commercio,  non vengono avanzate anche per il previsto ampliamento di un’altra  struttura commerciale destinata alla grande distribuzione ubicata nella frazione di Ponte a Egola. Si ha l’impressione che i declamati  danni derivanti dalla grande distribuzione viaggino a corrente alterna, a seconda degli interessi del momento.

Discussioni e approfondimenti legati al consumo del territorio, al riutilizzo dell’esistente e alla tutela paesaggistica sono stati quasi completamente assenti nel dibattito cittadino, politico e non,  con riguardo al progetto di costruzione di  una mega struttura  di 35.000 metri quadrati - 350 metri di lunghezza per 100 di larghezza - destinata a magazzino merci. Costruzione che dovrebbe sorgere  su terreni ancora liberi esistenti nella zona dell’Interporto di San Donato.  E ciò  nonostante  la  presenza di analoghi  capannoni  (33.000 metri quadrati) ancora  inutilizzati ubicati nella medesima zona.  

Anche in occasione dell’incredibile progetto che prevedeva la collocazione di 30/40  ettari di pannelli solari  a Isola e Roffia -  progetto fortunatamente accantonato ma  che se realizzato avrebbe distrutto inesorabilmente un ambiente  rurale incontaminato e danneggiato limitrofe aree a forte vocazione sportivo turistica -  c’era da domandarsi  se l’uso parsimonioso del suolo e  la tutela del paesaggio  erano concetti ai quali  si credeva veramente o rappresentavano solo un esercizio di inutile retorica urbanistica.

Da tutto ciò se ne ricava che il dibattito sul progetto urbanistico  del Comune di San Miniato ed il progetto medesimo pare  si sviluppino costantemente  in maniera contraddittoria e incomprensibile,  senza un unico filo conduttore,  senza realmente perseguire i fondamentali principi tanto decantati quanto disattesi.

Roberto Ferraro - Responsabile comprensoriale Movimento IDEA (Identità e Azione)

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