
Angelo Ciro, 44 anni residente a Certaldo, e i due complici, Nazareno Verdicchio e Daniele Ricciuto, di Gambassi Terme, sono stati condannati ieri, lunedì 20 giugno, dal giudice del tribunale di Prato per i gravi reati di rapina aggravata, stalking, incendio e detenzione di stupefacenti. Nonostante il rito abbreviato le pene sono state di 4 anni e due mesi per Ciro, 6 anni e 8 mesi per Verdicchio, un anno e 8 mesi per Ricciuto (ha patteggiato). I fatti risalgono al 18 giugno 2015: uno dei complici di Ciro fa una soffiata alla polizia dicendo che nell'auto della donna russa c'è della cocaina. Prima a Prato, qualche giorno dopo accade ancora a Poggibonsi. La squadra mobile di Prato indaga sulle coincidenze sospette. Nell'auto della donna c'era una microspia. Da lì il punto di partenza per l'indagine: Angelo Ciro, ex convivente, non aveva accettato la fine della relazione e stava meditando per rovinarle la vita. La tesi della procura accolta dal giudice parla anche dell'ordine di Ciro verso i suoi scagnozzi di pestare la donna, dopo aver fatto bruciare tre auto delle sue amiche. Altra ipotesi quella del progetto di sfregiare la ex con l'acido. Ieri il processo, che ha portato anche il rinvio a giudizio della madre di Ciro, Margherita Mastrovito: avrebbe spinto a falsa testimonianza. Ciro ha collaborato al processo e la sua condanna è stata attenuata. Verdicchio non avrebbe confessato i reati per i quali è stato condannato.
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