Caporalato, Vivarelli (Toscana Stato): "Presentato esposto alla magistratura"

In data di oggi ho consegnato un esposto alla magistratura, con oggetto la vergognosa piaga del caporalato in maremma. Già il mese scorso, il 17 Maggio, fu pubblicato un mio articolo sull’argomento, basato su un altro articolo del 12 Maggio che aveva per oggetto delle dichiarazioni circostanziate della CGIL locale. Apparentemente, nonostante la visibilità e l’ampiezza del fenomeno, e nonostante la pubblicazione negli anni di vari articoli, nulla sembra muoversi. Ho chiesto al Procuratore della Repubblica di Grosseto di iniziare delle indagini riguardanti l’immobilismo che pare regnare da parte delle autorità presenti nella nostra città da più di un decennio riguardo all’argomento, e che sta trasformando Grosseto in una fogna mafiosa straniera. Ho inviato l’esposto per conoscenza anche al nuovo Sindaco di Grosseto e all’Assessore alla legalità, nella certezza che la nuova giunta voglia prendere tutti i provvedimenti, anche i più eclatanti, ed immediatamente, in difesa della legalità nel Comune di Grosseto. Chiedo non solo al Sindaco, ma anche al Consiglio Comunale e a tutte le forze politiche, sia quelle presenti nel Consiglio, che alle altre, ed anche alle forze sindacali e alle associazioni di categoria, di dichiarare espressamente ciò che hanno intenzione di fare per stroncare il fenomeno. Chiedo in particolar modo alle associazioni di categoria che si occupano di agricoltura di denunciare fatti legati al fenomeno stesso, come ad esempio l’uso improprio dei voucher, e, se ne sono a conoscenza, di denunciare quelle aziende che lo sfruttano.

Grosseto, 21 Giugno 2016

Egregio Sig. Sindaco, egregio Sig. Assessore alla Sicurezza.

Vi invio a seguire l’esposto alla magistratura che ho consegnato stamattina alla Procura della Repubblica di Grosseto, riguardante la piaga mafiosa del caporalato, piaga che deve essere cancellata dalla Maremma per sempre. Sono sicuro che Lei, signor Sindaco, e la Sua Giunta, siete e sarete molto sensibili all’argomento fondamentale ed ineludibile della legalità, e sono sicuro che saprete prendere, spero anche traendo spunto dall’esposto in oggetto, tutte le iniziative che possano portare ad azione ultimative per stroncare le mafie che gestiscono il caporalato in Maremma.

Distinti Saluti.

Grosseto, 21 Giugno 2016.

Alla Procura della Repubblica di Grosseto.

Esposto riguardo la pratica del caporalato nel territorio della Provincia di Grosseto con riferimenti a quella di Siena.

Egregio Procuratore della Repubblica.

Sono ormai moltissimi anni che il fenomeno criminale del caporalato è radicato nella provincia di Grosseto, vergognosamente sotto gli occhi di tutti, per cui ritengo ridicolo anche solo accennare ai vecchi o recenti articoli di stampa (cito e allego a questa mia sia quello su “Il Tirreno” cronaca di Grosseto del 12 Maggio 2016, sia il comunicato stampa del sottoscritto sempre pubblicato su “Il Tirreno”, cronaca di Grosseto, il 17 Maggio 2016, articoli che evidenziano come nessuno, né la procura, né la Questura, né tutte le forze dell’ordine né i Sindaci di tutti i Comuni della provincia di Grosseto possano sostenere di essere all’oscuro del fenomeno criminale in essere) o allo spettacolo criminale che va in scena senza intoppi, il che è davvero un’immonda vergogna, probabilmente quasi ogni notte, presso il distributore “da Gigi” (esercizio citato in esteso anche sull’articolo de Il Tirreno citato del 12 Maggio 2016) sull’Aurelia Sud a Grosseto, davvero uno schifo degno di una città mafiosa.

Le chiedo di porre in essere delle indagini riguardo al plateale mancato intervento, che è posto pervicacemente in essere da più di un decennio, a mio avviso, da parte di tutte le forze dell’ordine presenti nella Provincia di Grosseto, e da parte di tutti i sindaci della Provincia di Grosseto e della toscana sud (province di Grosseto, Siena e presumibilmente quella di Arezzo), visto che dalla maremma partono i caporali e quelle che sono a mio avviso le loro truppe criminali (che i lavoranti  organizzati dai caporali siano delle vittime dei caporali stessi, è tutto da dimostrare: a mio avviso è vero il contrario) alla volta di tutta la toscana meridionale (cito sempre l’articolo del 12 Maggio 2016).

Le chiedo inoltre di porre in essere delle indagini di natura fiscale riguardo sia ai caporali, che ai lavoratori, visto che è evidente che anch’essi non pagano le dovute tasse, sia riguardo alle aziende che criminalmente utilizzano essa manodopera di stampo a mio avviso mafioso, evadendo le tasse, eludendo in modo plateale le leggi sul lavoro e sulla sicurezza sul lavoro, e facendosi direttamente complici di queste organizzazioni a mio avviso di stampo mafioso.

Le chiedo di porre in essere indagini tali da accertare il perché da parte di tutte le autorità presenti nel territorio provinciale di Siena e Grosseto non si sia messa in atto l’identificazione di massa di tutti i caporali e di coloro che lavorano per essi. Tutti questi soggetti, che stanno mettendo in atto a mio avviso un’azione criminale di massa di natura strettamente mafiosa con contorni militari di natura anche religiosa, e che sono normalmente provenienti dall’estero, devono dimostrare la tracciabilità dei proventi economici che gli consentono di sostenersi all’interno dello stato italiano. In caso contrario, esse persone devono essere ovviamente espulse dal territorio dello Stato, coinvolgendo se necessario le loro rappresentanze diplomatiche. Voglio far notare che queste bande di stranieri sono anche religiosamente marcate, e la mancata identificazione di esse persone è un atto a mio avviso di copertura di presumibili attività legate alle filiere criminali dello spaccio di droga e del terrorismo internazionale. Non è assolutamente un mistero per nessuno che le forze dell’ordine pattuglino le campagne del grossetano alla ricerca degli estremisti islamici che si annidano nei boschi e nei casolari, presumibilmente impegnati come facciata nelle attività del taglio del bosco o affini.

Le chiedo di indagare e di stilare un elenco, sulla base degli atti già in possesso della magistratura, riguardo a quali siano le aziende che siano state in passato coinvolte nel traffico gestito dal caporalato, affinchè esse aziende possano essere fatto oggetto degli accertamenti tributari e legati alla correttezza dell’utilizzo di manodopera.

Le chiedo di convocare per le indagini tutti i sindaci delle aree delle province di Grosseto, Siena,Arezzo, Livorno (l’articolo del 16 Maggio 2016 fa esplicito riferimento alla aziende vitivinicole, che dovrebbero essere ascoltate nella loro totalità), in quanto persone con altissima probabilità informate sui fatti.

Le chiedo di convocare e di interrogare  titolari e lavoratori che negli ultimi 10 anni hanno prestato la loro opera sia al distributore che al bar da Gigi, del resto pubblicamente citato nell’articolo, citato, del 12 Maggio 2016, in quanto base logistica (al di là della volontà dei gestori, presumiamo) della scelta e dello smercio della manodopera. Luogo esso, oltretutto, frequentatissimo da tutte le pattuglie delle forze dell’ordine, di questo sono testimone personalmente. Tutte le persone citate sono sicuramente a conoscenza sia del traffico dei caporali e lavoratori, sia del fatto che nell’area sorgono capanne e rifugi di lavoratori. Le chiedo di indagare se qualche autorità presente nel Comune di Grosseto, nonostante le foto apparse a latere dell’articolo del 16 Maggio 2016 ha fatto iniziare delle indagini.

Le chiedo di convocare il Sig. Renzetti della CGIL di Grosseto, che come detto, nell’articolo del 12 Maggio 2016, fa riferimento, previo errore del giornalista, ad un’azione, non meglio identificata nella sua natura, della CGIL stessa, che “aveva denunciato (che tipo di denuncia, formale presso la magistratura?) il radicamento a Grosseto del fenomeno del caporalato, documentando la presenza di un’organizzazione (quale e su quale documentazione?) che con una flotta di pulmini riforniva di manodopera le aziende vitivinicole di tutto il Sud della Toscana”. Le chiedo dunque di venire in possesso di essa documentazione, che ritengo di grande utilità per la messa in opera delle dovute indagini.

Le chiedo di indagare, per reati connessi all’evasione fiscale ed al reato di caporalato, su quegli imprenditori agricoli che gestiscono o smistano centinaia di operai non avendo nemmeno terra: cito ancora l’articolo de il Tirreno del 12 Maggio 2016.

Le chiedo di convocare il o la giornalista, o il direttore de Il Tirreno della redazione di Grosseto che ha redatto l’articolo del 12 Maggio 2016, affinchè possa, se possibile, comunicare dove siano fisicamente i baracchini riportati fotograficamente a latere dell’articolo in oggetto affinchè si possano identificare e se necessario espellere le persone che occupano i baracchini essere o che si possano mettere in opera verso esse persone le indagini dovute. L’estensore dell’articolo, infatti, non è riportato nell’articolo in essere, probabilmente, e giustamente, per ragioni di sicurezza, a testimonianza che il caporalato è un fenomeno di stampo mafioso.

Le chiedo di porre in essere indagini accurate sulle bande di criminali, non riesco a chiamarle in altro modo, che dormono a decine o forse a centinaia ed oltre, sia a Marina di Grosseto che a Principina, sia presumibilmente nelle campagne, sembra in casolari di proprietà o nella disponibilità a di stranieri. Le agenzie immobiliari delle località citate non possono non essere a conoscenza del fenomeno.

Le chiedo inoltre di indagare sulle probabili connessioni criminali tra i soggetti coinvolti nel caporalato e il terrorismo, visto che  queste organizzazioni di caporalato sono spesso di marca religiosa islamica. Le chiedo di indagare su chi siano queste persone e su come possano queste migliaia di persone mantenersi sul territorio italiano: esse persone devono dimostrare sia la loro identità sia la filiera legale dei finanziamenti che gli consentono di vivere qui. Sono convinto che lo stato italiano non abbia in pratica nessuna possibilità reale di accertare l’effettiva identità di moltissime di queste persone, e solo per questo fatto esse persone dovrebbero essere immediatamente espulse dal territorio, e sono convinto che queste persone non reggerebbero all’analisi del flusso dei capitali utili al loro mantenimento nel territorio italiano, il che li metterebbe immediatamente nel campo di essere sospettati di mantenersi con attività illegali, come è del tutto presumibile.

Le chiedo di informarmi dell’intenzione eventuale di archiviare questo mio esposto affinchè io possa portare azione di opposizione.

Carlo Vivarelli, Toscana Stato per l’indipendenza della Toscana di Grosseto.

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