
"Se il sindaco Vittorio Gabbanini non studierà quali sono le sue competenze in materia di ungulati e quindi di gestione del territorio e di sicurezza, sprecherà risorse che sono di tutti per i danni presenti e futuri che ne derivano e ne deriveranno.
La sensibilità su questo problema è serio, il nostro apprezzamento va a chi in questi giorni si è documentato ed ha capito le urgenze come il sindaco di Castelfranco Gabriele Toti. Gli ungulati, infatti, da mesi stanno provocando pesanti danni nei nostri territori, data la loro massiccia crescita demografica, con danni alle colture e all'habitat tipico dei nostri territori (mettendo a rischio quindi anche l'habitat del nostro pregiato tartufo bianco). Ci permettiamo di indicare alcuni input al sindaco Gabbanini su dove potrà documentarsi e studiare. In prima battuta deve “documentarsi” accedendo ai dati sull’argomento.
Ne sono fonti sicure la Regione, gli ATC e le Associazioni scriventi. Approfondimento che gli permetterà di “capire” la vera importanza del problema e gli ingenti costi addossati, sulla collettività, senza tralasciare il problema della sicurezza. Il tutto tenuto conto delle vicissitudini che sta interessando il “varo” della Nuova Legge Regionale sul contenimento degli ungulati e tenuto conto del blocco causato da una recente sentenza della Corte Costituzionale datato 01/06/2016 sulla incostituzionalità degli ATC e quindi cause di blocco operativo gestionale. A supporto e nel frattempo, nulla vieta al Sindaco Vittorio Gabbanini di “documentarsi” sulle facoltà concesse al Sindaco dalla legge in materia, per la pubblica incolumità e salute (a tale proposito lo invitiamo ad una rapida lettura della Legge Nazionale 157/92, in ordine alla natura patrimoniale e pubblica della fauna selvatica e la competenza in materia di controllo della fauna selvatica sancita dalla Legge Regionale 3/94 art.37) . Lo invitiamo, altresì, a fare attenta interpretazione dell’articolo 50 del D.lgs 18 agosto 2000 n. 67 “Testo unico degli Enti Locali” che si ricollega all’art. 54 comma 4 del medesimo D.lgs 267/2000 e successiva modica introdotta dall’art. 6 del D.L. n.92/2008, oltre alla lettura dell’art. 54, 2° comma del decreto legislativo n. 267. A maggiore supporto di tali iniziative suggeriamo al Sindaco di fare attenta lettura anche della sentenza del TAR Campania, Sez. Salerno, 27 aprile 1982 n. 109 con specifico intendimento di attuarlo come stabilito dal Consiglio di Stato del 04/02/2003 REG. RIC. n. 3952.
Con tali suggerimenti e propositi, auguriamo al Sindaco Vittorio Gabbanini una proficua interpretazione, non perdendo di vista che ogni giorno di ritardo può essere letale, la responsabilità ricade a norma di Legge sul Sindaco.
A nostro parere la strada da percorrere sul metodo, è la ricerca di coordinamento tra tutti gli attori presenti sul territorio, per questo, dal momento che l'amministrazione non lo fa, le Associazioni Venatorie di San Miniato si fanno promotrici e si rendono disponibili a ”COORDINARE” un Gruppo che rappresenti i valori e gli interessi dell’intero territorio sopramenzionato, chiamando alla collaborazione le Associazioni Agricole e l’Associazione dei Tartufai delle Colline Samminiatesi, unitamente a tutte le Case Comunali interessate.
Essendo comunque quello degli ungulati una problematica che coinvolge diversi territori comunali invitiamo anche ai Sindaci dei Comuni limitrofi ad allestire un documento unitario, portavoce degli interessi locali di tutte le Categorie fruitrici del territorio, superando le frasi di routine e le espressioni istituzionali, ormai note, come sta facendo il sindaco Vittorio Gabbanini che nulla porta se non un danno economico e uno spreco di risorse pubbliche della collettività".
Federazione Italiana della Caccia e Arci Caccia
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