
Ultime ore disponibili per visitare la personale dell'artista Luca Macchi, IMMAGINE DEL MITO inaugurata il 23 aprile scorso in Palazzo Pretorio, che chiude i battenti domenica 19 giugno 2016.
La mostra, curata da Andrea Mancini, ha un catalogo per il quale ha scritto anche Giuliano Scabia, che con i suoi testi ha anche ispirato alcune delle opere di Macchi.
La mostra, nelle sale del Palazzo Pretorio di Certaldo, offre l’occasione per conoscere il lavoro di questo artista, la cui ricerca è caratterizzata da una profonda vena lirica. Una ricerca personale, un viaggio spirituale orientato alla sacralità e che sfocia nel mito.
Il Palazzo Pretorio di Certaldo, con le sue sale segnate dal tempo, si offre come luogo ideale per presentare il lavoro realizzato da Luca Macchi, che prevede un itinerario attraverso i vari temi affrontati negli ultimi anni. Ecco dunque succedersi, sala dopo sala, le diverse serie di dipinti:I fiori del Magma, Le Tavole della Luce, Le Mura di Orfeo fino ai lavori nati per Poesia della Voce di Giuliano Scabia.
La mostra, organizzata dal Comune di Certaldo, ha ottenuto il patrocino di Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Unione dei Comuni Empolese Valdelsa, Accademia delle arti del disegno. L'allestimento è a cura di Andrea Mancini per La conchiglia di Santiago. Sponsor, Cassa di Risparmio di San Miniato. Catalogo della mostra con testi di Giuliano Scabia e Andrea Mancini.
Di Luca Macchi e della sua mostra, dice Giuliano Scabia, che ha ispirato la mostra stessa e scritto il testo che apre il catalogo: “La mostra è anche un cammino, un cammino racconto, quasi un romanzo pittorico, suggerito dalla forma del palazzo Pretorio, dalla sua struttura a scale. […] Dall’invito a fare la mostra proprio in quel palazzo mitico del paesaggio italiano Ri-flessione: sul proprio lavoro, sul proprio paesaggio, sul mondo e su di sé [...]”
Sull'opera artistica di Luca Macchi, dice Andrea Mancini: “C’è un dialogo tra la parola del poeta e l’arte che la rappresenta, un’arte scritta sulla parete, quasi fosse un antico graffito. I muri del Palazzo Pretorio di Certaldo sono essi stessi evocanti di mondi, conservano vecchi disegni, parole, immagini tracciate secoli addietro e oggi divenute preziose reliquie, di un viaggio di cui Macchi continua a cercare (e segnare) le tracce. […] Insomma la pittura di Macchi si arricchisce di altre figure, che raccontano già per il loro essere rappresentate. La visione è ancora frontale, come nelle maestà di Duccio, l’immagine centrale, si staglia allungata al centro dell’opera, lo spazio può più o meno essere attraversato, a volte parzialmente celato da segni, da riflessi, lune, stelle, foglie d’oro. La figura però resta lì, più o meno celata allo sguardo, o forse solo invitata su un percorso diverso, quello della parola e della poesia. (…)”
Il lavoro di Macchi è stato negli anni presentato da critici e scrittori importanti quali Dilvo Lotti, Piero Santi, Nicola Micieli, Mario Luzi, Tommaso Paloscia, Dante Fasciolo, Alessandra Scappini, Andrea Mancini, Ilaria Mariotti, Silvia Bottinelli, Cinzia Folcarelli, Giorgio Pilla.
Dall’incontro con Giuliano Scabia e dai versi delle sue poesie nascono i lavori recenti come “L’albero della tua vita ha una voce fiorita” e altre opere.
Fonte: Comune di Certaldo - Ufficio Stampa
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