Vinicio Capossela vince il Rotary Vallombrosa

È Vinicio Capossela con il libro “Il paese dei Coppoloni” edito da Feltrinelli il vincitore dell’edizione 2016 del Premio Letterario Rotary Vallombrosa. L’artista, che ha atteso il responso insieme agli altri finalisti nella Sala del Capitolo dell’Abbazia di Vallombrosa,  ha incantato i presenti “raccontando” il suo libro. Un libro non immediato, che è nato dopo 13 anni di gestazione che hanno portato a pagine in cui si può entrare dentro solo avendone la giusta chiave di lettura: quella che Capossela ha dato al pubblico presente.

“Il paese dei coppoloni” è un libro che parla di paesi, di uomini del sud che sono nel passato dell’autore ma anche in quello di tutti. Un mondo rurale, un sud arcaico apparentemente onirico, il paese dove vivono i Coppoloni. Capossela, che si è definito cantore e non cantautore, con  la sua voce bassa carica di racconto ha catturato l'attenzione del pubblico che lo ha seguito in rigoroso silenzio.

L’edizione 2016 del Premio Letterario Rotary Vallombrosa  dedicata al tema “L’uomo e il suo paesaggio” aveva, come sempre, preso in esame i volumi segnalati da 12 Librai Indipendenti, di Firenze e della Valdisieve (Librai Lettori Indipendenti), che hanno effettuato la loro scelta tra i libri editi dal 2010 a oggi di autori italiani.

Presente alla cerimonia, condotta dal giornalista Alberto Severi, il Comitato Scientifico del premio composto da Luciana Castellina, vincitrice edizione 2014,  Eugenio Giani,  Presidente Consiglio Regionale della Toscana, Alessandro Benvenuti, Scrittore e  Attore,  Paolo Ciampi, Scrittore e giornalista e Alberto Severi, Giornalista che tra i quattro finalisti ha visto nel libro di Capossela quello più rappresentativo del tema.

Una prima giuria composta da quattro componenti Rotary (Livio Brighenti,  Presidente RC Firenze Valdisieve, Angelo Rabatti, Presidente Commissione Premio Vallombrosa – RC Firenze Valdisieve, Daniele Carovani, Presidente RC Satellite Firenze Valdisieve Granducato e Alessio Elefante, Presidente Rotaract Centenario) ha selezionato alcuni dei titoli proposti ma la scelta definitiva è stata, come sempre, affidata al Comitato Scientifico che ha ristretto la rosa dei partecipanti a quattro finalisti: Giorgio Boatti, Un paese ben coltivato (Laterza) proposto dalla Libreria Alfani, Paolo Repossi, L’erba che fa il grano. Romanzo di collina (Instar Libri) proposto dalla Libreria Florida, Vinicio Capossela, Il paese dei Coppoloni (Feltrinelli) proposto da Libreria dei Lettori, e Marco Teglia Il popolo va a Viareggio, Sarnus proposto da Libreria Chiari

Il Comitato Scientifico del premio composto da Luciana Castellina, vincitrice edizione 2014,  Eugenio Giani,  Presidente Consiglio Regionale della Toscana, Alessandro Benvenuti, Scrittore e  Attore,  Paolo Ciampi, Scrittore e giornalista e Alberto Severi, Giornalista che tra i quattro finalisti ha visto nel libro di Capossela quello più rappresentativo del tema.

Il Premio Letterario Rotary Vallombrosa nato nel 1997 su iniziativa del Rotary Club Firenze Valdisieve, ha come scopo principale il riconoscimento delle eccellenze culturali e sociali del territorio.  Nel tempo il premio si è trasformato e dal 2014 il Premio guarda al mondo della letteratura assumendo la denominazione di Premio Letterario Vallombrosa.
Il premio, che ha ottenuto il Patrocinio della Regione Toscana, Città metropolitana di Firenze, Comune di Reggello, Comune di Pontassieve, Comuni di Pelago e Loro Ciuffenna sta sempre più operando a favore del territorio di appartenenza mettendo a disposizione della comunità le proprie risorse.

Momenti di commozione, durante la cerimonia di premiazione, per la lettura del ricordo di uno dei quattro scrittori finalisti, Marco Teglia,  venuto a mancare proprio alla vigilia del premio. Un uomo, come ha ricordato l'architetto Natalini prefatore del suo ultimo libro, che amava soprattutto l'oralità alla scrittura,  che si esibiva con il nome di Roventino da Panzano.

Sempre nell’ambito del Premio Rotary Vallombrosa assegnato il riconoscimento alla personalità di spicco del territorio per questo 2016 individutata nel Generale Giuseppe Vadalà, Comandante delle Guardie Forestali della Regione Toscana per il tributo
svolto  dalle Guardie Forestali nella difesa dell'ambiente.

Premiazione anche per gli studenti dei Licei artistici di Firenze Alberti e Porta Romana ai quali era stato affidato il compito di creare il logo ufficiale del Premio Rotary Vallombrosa: premiata Simona Bruno che ha prevalso su Giulia Palandrani entrambe del Liceo Aristico di Porta Romana. Alla vincitrice vincitore è stata consegnata una targa oltre a un assegno personale di 350,00 euro insieme ad un altro dello stesso importo da  destinare ad una Onlus di sua scelta.

Alla cerimonia è intervenuto il presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani che ha sottolineato che: “il premio valorizza un luogo che è un punto di riferimento per la storia della nostra regione. Da quando mille anni fa San Giovanni Gualberto fondò l’ordine dei Vallombrosani, la luce di Vallombrosa ha illuminato la Toscana”. Oggi dobbiamo rilanciare questo bellissimo territorio di montagna anche dal punto di vista turistico”

MOTIVAZIONI DELLA GIURIA

Un proverbio indiano recita: ”Dimmi un fatto e imparerò, dimmi una verità e crederò ma dimmi una storia e la porterò sempre nel mio cuore”.

Più che un proverbio è in realtà un inno alla storia intesa come capacità di fondere l'immaginario ed il reale, di creare qualcosa che, una volta conosciuto, non si può più totalmente dimenticare.

C'è infatti storia e storia, quella con la S maiuscola che narra eventi, battaglie, movimenti di popoli e nazioni, ci sono le storie modeste che viviamo ogni giorno nel nostro piccolo quotidiano, e ci sono le storie eredità del passato in cui si concentrano i sogni e le credenze ataviche che vivono nel nostro subconscio relegate in un angolo ma non vinte né cancellate dal reale che sta intono a noi.

Il libro di Capossela attinge a piene mani a quest'ultimo repertorio di storie più intime che sono la tela di cui è intessuto a trame alterne il passato ed il presente di un popolo, storie che si richiamano ai ricordi ancestrali impregnati di leggenda, al mito inteso nel suo significato più originale in cui l'ambiente che ci circonda perde i suoi connotati puramente geografici per diventare paesaggio interiore e metafora della vita e dell'anima.

Ecco che allora diventa non solo possibile ma inevitabile conversare nei boschi con esseri misteriosi, raccogliere in una scatola i “sensi”, ascoltarne il brusio e portarseli dietro come qualcosa di fisico, mescolare la realtà ed il sogno, vedere al di là del velo che circonda tutte le cose (la “Maya cangiante” della tradizione filosofica indiana, assurta da Schopenhauer a fulcro della propria filosofia).

La natura stessa si denuda così davanti agli occhi come se il dio Pan non l'avesse mai abbandonata e ancora suonasse i suoi zufoli attraverso le forre ed i campi deserti.

Capossela qui deve senz'altro qualcosa alla sua sensibilità musicale che gli ha consentito di saper ascoltare questa musica sottile e allo stesso tempo aspra muovendosi a suo agio tra le sue note. Così l'autore (scrittore e musicista insieme) riesce a trascinare il lettore in una visione onirica del mondo con uno scritto che mescola sapientemente il linguaggio comune e le voci dialettali in un unico impasto, che rende naturale anche l'incredibile o lo sconosciuto, per cui non c'è bisogno di capire le parole (o almeno di capirle tutte nel loro senso letterale) ma basta ascoltarne appunto la musicalità perché esse si offrono al lettore come cose vive, quasi di carne, pezzi di esperienza e di tempo che permettono il vero parlare, il “parlare parole” come dice Capossela, e avvolgono e avvincono chi legge facendolo partecipe di questa realtà, che resta nascosta finché qualcuno decide di mostrarcela o almeno di farcela intravedere.

Livio Brighenti, Presidente della Giuria

Angelo Rabatti, Presidente della Commissione Organizzatrice

Fonte: Ufficio Stampa

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