
Troppe tessere 'mangiate' dai bancomat hanno portato all'arresto dopo le indagini degli agenti del commissariato di Volterra.
Tutto ha avuto inizio il 10 settembre 2015, quando una donna che si era recata al bancomat dell’agenzia di Livorno per effettuare un prelievo si è trovata la tessera bloccata dopo aver inserito il codice. Stesso problema due giorni dopo per un uomo: “fuori servizio”. Al terzo caso, l’ispettorato della CRV coinvolge il commissariato.
Dall’esame dei fotogrammi di sorveglianza balza agli occhi la presenza – in tutti e tre i casi – di un uomo che, pochi minuti prima dei prelievi “andati a vuoto”, armeggia intorno al bancomat per alcuni secondi, fingendo un prelievo per non destare sospetti nei passanti. E proprio questa stessa persona viene poi osservata tornare nuovamente ad trafficare al bancomat dopo che il cliente della mancata erogazione si è allontanato.
Prende campo l’ipotesi della cosiddetta “forchetta”, ovvero uno stratagemma finalizzato ad intercettare e trattenere il denaro consegnato dagli sportelli automatici.
Questa tecnica – detta anche “cash trapping” – consiste nel posizionare un piccolo oggetto metallico all’interno della feritoia da dove escono le banconote, che intrappola il denaro nel momento in cui il bancomat lo fa uscire. Di conseguenza per il bancomat il denaro è regolarmente erogato, ma dalla feritoia non esce niente. Solitamente lo sportello automatico percepisce comunque un’anomalia ed entra in modalità “fuori servizio”, ma non può evitare che il malfattore ritorni al bancomat e rimuova la “forchetta” con i soldi bloccativi.
Nel frattempo, il 2 novembre 2015 viene segnalata un’altra “mancata erogazione” di denaro dal medesimo sportello bancomat livornese, mentre quattro giorni dopo è la volta di quello della filiale di Bientina.
Anche in questo caso si esaminano i fotogrammi acquisiti e si confrontano con decine di immagini, dal cui studio emergono somiglianze tra alcuni sospettati e le persone che armeggiano ai bancomat prima e dopo ogni segnalata mancata erogazione di denaro.
I controlli incrociati tra telefoni cellulari fa il resto e permettono tra febbraio e marzo di identificare i malviventi: due uomini ed una donna, i primi due di origine romena (A.S. di 59 anni e M.S. di 43 anni), la seconda di origine pugliese (D.C. di 49 anni).
In questo mese di maggio, a conclusione delle indagini, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Livorno ha disposto per i tre la custodia cautelare, provvedimento che non è stato difficile notificare a due di loro dalla Squadra Mobile della Questura di Taranto poichè la donna ed uno dei due romeni già si trovavano sotto provvedimenti restrittivi nella città pugliese: lei agli arresti domiciliari, lui direttamente in carcere; entrambi per altri furti perpetrati ancora con la manomissione di sportelli bancomat.
Ancora latitante è invece l’altro romeno, sul quale adesso pende un nuovo mandato di cattura che si è aggiunto ai 3 che già lo colpiscono per furti di analoga tipologia.
Il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Volterra coglie l’occasione per invitare chiunque a prestare la massima attenzione quando intende prelevare del denaro dagli sportelli automatici, sia mantenendo il più possibile nascosta la composizione del PIN, sia – come nel caso narrato – quando capita che le banconote non escono nonostante l’apparente buon andamento della procedura.
Sebbene i modelli più recenti di bancomat siano dotati di soluzioni tecnologiche in grado di ostacolare questo tipo di furto, in caso di anomala mancata erogazione bisogna sempre rimanere sul posto e mai allontanarsi dal bancomat, leggere la ricevuta precedentemente richiesta e controllare se lo scontrino attesti o meno la regolarità dell’operazione. Nella circostanza in cui tutto risulti regolare tranne la consegna delle banconote, è necessario far intervenire il personale di banca per segnalare il problema se in orario di apertura, oppure chiamare Polizia o Carabinieri
Fonte: Commissariato di Polizia di Volterra
Notizie correlate
Tutte le notizie di Volterra
<< Indietro