
Si chiamano “Viaggi della Memoria”, sono un’esperienza unica per conoscere da vicino quanto accaduto nei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale.
Harteim, Mauthausen, Gusen, Ebensee, sono i nomi dei luoghi dove migliaia di persone andarono incontro a un’esperienza di patimenti e sofferenze inenarrabili e ad una spaventosa morte.
Con il trascorrere degli anni e con la scomparsa, non solo dei protagonisti di quella stagione, ma anche dei loro familiari, diventa ancora più importante rimarcare la presenza in quei luoghi e proseguire con percorsi formativi.
L’obiettivo oggi, più che in passato, è quello non solo di tenere viva la memoria, ma di collegarla allo studio e all’approfondimento al fine di comprendere quello che fu non un evento singolo e non un'azione omicida, ma un accadimento collegato alle dinamiche storiche e alla situazione emersa dalla Prima Guerra Mondiale.
È così che ogni hanno le amministrazioni e l’ANED si impegnano per organizzare i “Viaggi della Memoria” e quest’anno i Consigli Comunali degli 11 comuni dell’Empolese Valdelsa hanno scelto di destinare un gettone di presenza per sostenere la quota delle famiglie meno abbienti.
Dall’Empolese – Valdelsa sono partiti 116 studenti (lo stesso numero di coloro che furono deportati dal nostro territorio), accompagnati dai familiari delle vittime e da una delegazione istituzionale composta da
- Alessio Spinelli, sindaco di Fucecchio
- Simone Londi, assessore alle memoria di Montelupo Fiorentino
- Jacopo Arrigoni, assessore di Certaldo
- Mariangela Castagnoli, assessore all’istruzione di cerreto Guidi
- Roberto Bagnoli, presidente del consiglio comunale di Empoli
- Valter Evangelista, consigliere comunale di Capraia e Limite
- Sandra Niccolai e Giulia Lari, consigliere comunali di Castelfiorentino
«Con il tempo si è cercato di cancellare le tracce di un passato troppo scomodo per alcuni. – afferma il sindaco di Fucecchio, Alessio Spinelli - Ricordare è invece un nostro preciso dovere. I nostri ragazzi vengono quotidianamente martellati da una cultura contemporanea piena di effimero che pone l'accento solo sul presente, possibilmente da consumare in fretta. Dobbiamo fermarci a pensare, insegnare ai giovani che non si può restare indifferenti di fronte alle atrocità, perché è l'indifferenza la base su cui poggia ogni sopruso, ogni violazione dei diritti e della libertà delle persone. Esortiamoli a distinguere, evitando l'appiattimento delle ragioni e dei torti che spesso porta a confondere il bene ed il male».
Un approccio, questo, che pare per certi versi non trovare corrispondenza nelle scelte di alcune amministrazioni austriache che nel tempo hanno “edulcorato” l’impatto emotivo dei campi di concentramento e in particolare di Mauthausen. Sono stati eliminati i letti fatiscenti risalenti al tempo di guerra, la visita alla stanza delle docce è stata frettolosa, è stato allestito un museo che ricorda, ma rende poco conto della crudeltà di quei luoghi, divenuti sempre più accoglienti.
«La percezione che purtroppo abbiamo è di un’operazione che lentamente cerca di spostare l’attenzione e far sembrare meno atroce quanto è accaduto. – fa notare il presidente dell’ANED Andrea Bardini - Anche la scelta di sostituire la grande parata nel giorno della liberazione del campo in cui erano coinvolti tutti gli studenti, con una sfilata di una sparuta delegazione sembra perseguire questo obiettivo.
Se da un lato ci sono realtà – come la nostra – che nel tempo si impegnano per tenere viva la memoria e per passare il testimone ai ragazzi più giovani è disarmante avere a che fare con chi senza fretta, ma inesorabilmente pare lavorare per lasciare cadere quei fatti nell’oblio.
Non c’è niente di più pericoloso. Oggi assistiamo a un paradosso per cui gli austriaci festeggiano la liberazione dei deportati politici e razziali di oltre 70 anni fa e allo stesso tempo oggi erigono muri ai confini dell’Europa per non accogliere i profughi politici».
Fonte: Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdelsa
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