
Centinaia di persone hanno partecipato al funerale di Carlo Morelli, l'operaio carrarese di 61 anni morto schiacciato da una lastra di marmo, lo scorso lunedì, nella segheria dove lavorava. L'ultimo saluto da parte di tanti cittadini, colleghi di lavoro, operai del marmo e sindacalisti è avvenuto davanti all'obitorio del Noa, il nuovo ospedale delle Apuane, prima che il feretro venisse trasferito e seppellito al cimitero di Turigliano, nel comune di Carrara. Intanto, il mondo del marmo si è fermato per otto ore: operai del marmo, sia in cava che al piano, nei laboratori e nelle segherie, hanno incrociato le braccia in segno di lutto e protesta contro le morti sul lavoro. Davanti all'obitorio anche i gonfaloni del territorio apuano; le città di Massa e Carrara avevano proclamato il lutto cittadino. Un gruppo di colleghi di Carlo Morelli ha trasportato in spalla la bara per un tratto di strada simbolico, seguiti dai famigliari e da centinaia di cittadini.
Mirko Lami, segretario regionale, ha portato l'ultimo saluto, personale e in rappresentanza della Cgil Toscana, a Carlo Morelli, morto sul lavoro in laboratorio per la lavorazione del marmo. Al termine della cerimonia funebre ha rilasciato la seguente dichiarazione stampa:
“Ancora un funerale, il sesto in pochi mesi, il funerale di un lavoratore del marmo a Carrara. Non lo conoscevo, ma ho sentito il bisogno di essere al suo ultimo viaggio, purtroppo ne ho visti tanti e anche oggi ho visto una famiglia distrutta.
Il suo ragazzo insieme a sua moglie e ai ragazzi della squadra di calcio del figlio, tutti li a salutare un uomo che a 61 anni è morto schiacciato da una lastra di marmo con un contratto "precario". Mi sento impotente, ma non possiamo stare in silenzio. Il territorio vive un dramma sociale enorme, la mancanza di lavoro porta a ritmi elevati o a lavorare da soli in posti dove bisogna essere minimo in due per controllarsi l'uno con l'altro, durante le manovre. Un territorio che nonostante la crisi, ha delle potenzialità che oggi a maggior ragione si possono sviluppare attraverso un Accordo di Programma, quell'accordo che giace in un cassetto del Governo che fa fatica a tirarlo fuori e firmarlo.
Serve più sicurezza, non a parole, a fatti, gli strumenti ci sono per averne di più, formazione a lavoratori ed imprenditori anzi "concessionari". Servono sanzioni pesanti ai recidivi. Servono tutele per chi denuncia che non si lavora in sicurezza, anziché rischiare il licenziamento per questo.
Tutti dobbiamo fare qualcosa in più, ne ero già convinto e lo sono ancora di più oggi dopo avere portato l'ultimo saluto, mio personale e della Cgil Toscana, a Carlo Morelli, dopo aver incrociato lo sguardo dei sui familiari, una esperienza che convincerebbe tutti, credo, ad un di più di impegno perché il lavoro, che è vita, non uccida mai più”.
Notizie correlate
Tutte le notizie di Carrara
<< Indietro