Consultorio Familiare Diocesano, nel quinto anno attività anche con gli adolescenti

La sede del Consultorio familiare diocesano 'A. Giani'

Con il 2016 il Consultorio Familiare Diocesano “Alberto Giani” entra nel suo quinto anno di attività.

Il 2015 ha visto stabilizzarsi il numero delle richieste di consulenza, con anzi una flessione nel numero degli utenti che si sono presentati per la prima volta.

Sono sempre le donne più degli uomini a chiedere aiuto, mentre la fascia d’età che manifesta le maggiori crisi è sempre quella della piena maturità (dai 40 ai 50 anni).

Stabili i casi di consulenze di coppia, dove entrambi i coniugi in crisi si coinvolgono in un percorso di aiuto, in particolare là dove ci sono figli. In quest’ottica il Consultorio vuole favorire un approccio di aiuto più “sistemico” e per questo continua a promuovere percorsi di genitorialità a cui partecipano i genitori che vivono delle difficoltà sul piano educativo.

Tra le novità del 2015 vi è stata al riguardo l’attivazione del percorso dei “Gruppi di Parola”, un percorso di gruppo, a numero chiuso, rivolto in particolare ai bambini e ragazzi dai 6 ai 15 anni che vivono o hanno vissuto la separazione dei propri genitori.

E’ un’esperienza originale, ancora poco conosciuta sul territorio, che può essere d’aiuto per le famiglie che vivono queste particolari situazioni di crisi e per questo merita di essere riproposta anche in futuro.

Buona la cooperazione con i servizi del territorio e con le parrocchie: sono sempre di più i parroci che segnalano casi o che indirizzano persone in difficoltà al Consultorio, consapevoli che crescita umana e spirituale vanno sempre di pari passo.

Altro segnale positivo è il fatto che la conoscenza del servizio avviene sempre più attraverso il passaparola e i contatti personali, ciò sta a indicare che chi si è rivolto ai servizi del Consultorio ha ottenuto in qualche modo un riscontro positivo.

Importante è anche il lavoro che il Consultorio svolge con gli operatori: la complessità delle varie situazioni esige infatti che ci si prenda costantemente cura del ruolo e del servizio svolto dagli operatori volontari: acquisire una buona capacità di coordinare gli interventi, collaborare tra loro, integrare professionalità diverse per un servizio alla persona nell’unitarietà del suo essere psicofisico.

In questo senso è stata veramente importante e positiva l’esperienza del 1° convegno per operatori promosso dal Consultorio sul tema “Il legame creativo nelle relazioni familiari e di aiuto” che si è tenuto a fine settembre 2015 a San Miniato.

Il Convegno si proponeva di approfondire e creare uno spazio di riflessione con professionisti della relazione d’aiuto, ma anche con educatori e genitori sul tema del legame nella relazione familiare e di aiuto, in un’ottica divulgativa e multidisciplinare, con particolare attenzione agli aspetti psicologici, antropologici, legali. Un’esperienza ampiamente riuscita che merita senz’altro di essere riproposta anche per gli anni futuri.

Mettersi al servizio dell’unitarietà della persona è un viaggio audace: vuol dire riconciliare l’uomo con la vita e il senso di cui è portatore, sospendendo ogni forma di giudizio e facendo spazio all’accoglienza e alla comprensione dei vissuti che porta.

Ci auguriamo che il servizio qualificato del Consultorio Familiare Diocesano possa essere ancora d’aiuto alle persone ad elaborare il proprio dolore, superare le difficoltà e riscoprire la ricchezza del proprio vissuto con la sua presenza di senso.

Fonte: Consultorio Familiare Diocesano 'Alberto Giani'

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