
Tre ore di tafferugli a Pisa poco distante da dove si svolgevano, nell'area ricerca del Cnr le celebrazioni per i 30 anni di Internet. I video postati sul web del quale si festeggia il trentennio mostrano alcuni dei momenti di maggiore tensione tra manifestanti e forze dell'ordine, culminati poi in carche nello spiazzo erboso in cui si sono radunati i partecipanti alla protesta: lancio di pietre, bastoni e ortaggi da un lato, cariche e manganelli dall'altro. In una sequenza di immagini si vede un giovane con la testa insanguinata dopo una delle cariche di alleggerimento e un altro manifestante picchiato mentre è a terra, fino a quando non viene "salvato" da altri manifestanti. Altre immagini mostrano spintoni sugli scudi delle forze dell'ordine fino a quando parte, per reazione, una nuova carica dopo la quale un giovane viene trascinato via dagli agenti, ma fa in tempo a mostrare il dito medio alla telecamera.
"Ho visto le immagini delle cariche a Pisa contro un corteo pacifico. Dice Renzi che si tratta di scontri 'incomprensibili' e in effetti sono incomprensibili. Il fatto è che Renzi deve chiederne conto ai responsabili del 'disordine pubblico', dato che una ragione per manganellare i manifestanti proprio non c'era". Lo afferma il capogruppo di Sì Toscana a sinistra in Consiglio regionale Tommaso Fattori in merito agli scontri oggi a Pisa. "Che strana questa brillante modernità renziana - aggiunge in una nota -. Si parla tanto di internet e innovazione ma poi si continua ad usare il vecchio manganello".
"La nostra solidarietà ai manifestanti che in queste ore vengono caricati dalle forze dell'ordine a Pisa, in occasione della manifestazione davanti alla sede del Cnr, per i 30 anni di internet. Renzi non c'è ma le botte e i manganelli ormai non li fa mancare mai: l'unica lingua che conosce questo governo è la repressione violenta di ogni dissenso. E' vergognoso che il governo alle domande che sgorgano dalla società dia una risposta sola: la repressione". Lo dice il responsabile". Lo dice il segretario del Prc Paolo Ferrero.
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