Rinasce il Palazzo della cultura e dell’ospitalità

Dai pellegrini del Medioevo ai visitatori contemporanei. Il filosofo Giambattista Vico lo definirebbe un perfetto esempio di corsi e ricorsi storici. A distanza di sette secoli, lo Spedale dei Pellegrini torna ad ospitare, ad accogliere e a rappresentare il fulcro della vita pubblica nel centro storico di Barberino Val d'Elsa. Tra qualche settimana, grazie all'intervento di adeguamento degli impianti e degli spazi interni sostenuto dalla giunta Trentanovi, il palazzo storico, realizzato nel 1365 da un esponente della famiglia dei da Barberino, si presenterà in una nuova veste culturale e promozionale, aperta e fruibile tutto l'anno. “Il progetto di riqualificazione del palazzo – spiega il vicesindaco Giannino Pastori – che si concluderà a metà maggio consiste in un intervento di manutenzione straordinaria che ridisegnerà gli spazi interni abbattendone le barriere architettoniche in funzione della nuova destinazione delle sale”.

Il palazzo, che nel quattordicesimo secolo funzionava come albergheria al servizio dei viandanti mantenendo per secoli questa connotazione, tornerà a svolgere attività di informazione e accoglienza. “Valorizzeremo – spiega l'assessore al Centro storico Cristina Pratesi – questa preziosa testimonianza architettonica del passato sotto il profilo promozionale e culturale: al piano terra avrà sede l'ufficio turistico, trasferito dalla sala Ugo Capocchini, con un nuovo front e back office aperto tutto l'anno anno e non solo per il periodo estivo, al primo piano l'ampia sala sarà utilizzata come vetrina delle nostre eccellenze storico-culturali, destinata ad ospitare mostre, eventi espositivi, convegni, incontri”. L'intervento si inserisce nell'ambito del più ampio progetto di riqualificazione e rivitalizzazione del centro storico Barberino che dal 2004 tiene alta la Bandiera Arancione, marchio di qualità turistico ambientale conferito dal Touring Club Italiano.

Ogni pietra dell'antico Spedale dei Pellegrini racconta la grande storia che lo attraversò e lo fece vivere come spazio destinato all'ospitalità. Assiduo frequentatore era Andrea da Barberino le cui vicende cavalleresche, descritte nel “Guerrin Meschino”, riecheggiano tra le sale dell'edificio trecentesco sin da quando l'autore avviò le sue esperienze di narratore epico. Il palazzo si colloca nel cuore dell’antico borgo, affacciandosi con la sua straordinaria imponenza sulla via principale del castello valdelsano. Come molti degli edifici presenti nel borgo, anche il palazzo si lega alla stirpe dei ‘da Barberino’, visto che a costruirlo nel 1365 fu proprio Taddeo, figlio di Francesco da Barberino. Sulla facciata era posizionato il blasone araldico dell’antica famiglia che rappresentava tre tafani e un paio di forbici, emblema riferito ai da Barberino che di mestiere facevano i sarti. E’ conservato anche un epitaffio di Taddeo che dichiarava di destinare lo Spedale ai barberinesi. L’edificio, realizzato in muratura mista costituita da pietra e mattoni, è articolato su due piani. Ha una struttura portante che sostiene le capriate di copertura. All’interno le sale sono decorate con dipinti e affreschi del quattordicesimo secolo. Tanti furono gli artisti che a cavallo tra il 1200 e il 1400 furono ospitati nel Castello di Barberino tra cui Giotto, ventenne, che giunse nel 1294 ad affrescare le opere del Beato Davanzato.

Fonte: Comune di Barberino Val d'Elsa

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