
Nella serata di ieri una signora chiama disperata il numero di pronto intervento 112. Ha appena parlato con un suo amico che si sta suicidando col metodo più dolce, il monossido di carbonio. Immediatamente uno degli operatori prova a contattare Franco, il nome è fittizio, sul suo cellulare ma questi non risponde.
L’operatore insiste e alla fine Franco si fa vivo. Inizia una conversazione difficile che durerà venti minuti circa: con discrezione il militare gira attorno al problema, mentre il suo collega approfitta del collegamento per far operare il gestore telefonico che va a cercare e incrociare le celle topografiche di copertura dei ripetitori. Franco descrive il suo insano gesto: “Pensavo sarebbe stato più veloce, il gas di scarico avrebbe dovuto farmi perdere i sensi ma ancora sono lucido”. Il carabiniere gli consiglia di interrompere un attimo e uscire dall'abitacolo per respirare e parlare meglio, l'uomo gli racconta qualcosa della sua vita, ma la decisione ormai è presa.
Il militare insiste e nel frattempo le coordinate del luogo ricercato si affinano. Le pattuglie riducono il loro raggio d’azione e l’autoradio dell’aliquota radiomobile trova la macchina in località Celsa di Sovicille. Franco è quasi privo di sensi, aveva infilato un tubo verde nel tubo di scappamento e aveva assicurato l’altro capo al finestrino con del nastro adesivo, in maniera che il ricambio dell’aria fosse quasi nullo. Franco, che è astemio, si è stordito con del limoncello, una bottiglia era presente nell'auto.
I militari aprono tutti gli sportelli della macchina e spengono il motore dell’autovettura, i maniera che Franco possa respirare bene, abbia tanto ossigeno. Fanno poi intervenire un’autoambulanza del 118 che già attendeva in allerta. Franco viene trasportato d’urgenza al Pronto Soccorso del Policlinico di Siena ed in breve si riprende e ora è vivo.
Fonte: Legione Carabinieri Toscana - Comando provinciale di Siena
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