
Alle prime ore di oggi, martedì 5 aprile, personale della Squadra Mobile della Questura di Firenze, a seguito di una articolata e complessa attività di indagine, ha eseguito una serie di provvedimenti cautelari emessi dall’ufficio GIP del Tribunale di Firenze su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Firenze nei confronti di cinque indagati, appartenenti a un sodalizio criminale campano, operante in Versilia, dedito alle truffe in danno di compagnie assicurative mediante falsi sinistri stradali.
Sono state inoltre deferite, in stato di libertà, altre 64 persone che, reclutate dietro compenso, si sono rese disponibili a ricoprire una parte di “attori” dei falsi sinistri stradali, nonché due avvocati, un medico legale ed altro titolare di autocarrozzeria, che hanno avuto, per le loro specifiche competenze professionali, un ruolo di particolare rilievo nella predisposizione delle artificiose pratiche assicurative volte alla richiesta risarcitoria.
Le indagini, condotte dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Firenze, sviluppatesi nel territorio toscano e, in particolare, nel comprensorio della Versilia, hanno rivelato come gli affiliati al “clan dei casalesi”, al fine di incamerare somme di denaro destinate alle casse del clan, si sono dedicati ad altre attività più remunerative, tra cui le truffe in danno delle compagnie assicurative mediante falsi sinistri stradali.
Le risultanze investigative hanno quindi consentito di ricostruire la struttura verticistica dell’organizzazione criminale dedita alle truffe in danno delle compagnie assicurative, la complessa e articolata organizzazione dei falsi sinistri, i ruoli degli associati, nonché il linguaggio convenzionale utilizzato per concordare le modalità da seguire.
I dettagli nella conferenza stampa che si terrà alle 11 presso la Procura della Repubblica di Firenze, al Palazzo di Giustizia.
Le indagini della squadra mobile di Firenze erano partite dallo stralcio di un'inchiesta della Dda di Napoli culminata con l'esecuzione di 37 misure cautelari eseguite nel febbraio e nel maggio 2014. Importanti anche le dichiarazioni di un pentito, "tutte verificate". Tra gli indagati risulta esserci anche un agente di polizia penitenziaria che si sarebbe prestato come 'attore' per poi ottenere la riparazione gratuita della propria vettura. Nell' ordinanza, alcune centinaia di pagine, sono riportate le molte intercettazioni realizzate dagli inquirenti dalle quali emerge il linguaggio in codice elaborato per parlare tra loro (i falsi sinistri, erano 'docce' o 'vasche da bagno', mentre le auto coinvolte erano indicate come 'pannelli per i box doccia'). In alcuni casi per ottenere il versamento al clan di quanto concordato le persone finite in carcere si sono serviti anche di minacce: "Oggi ti rovino - dice uno degli arrestati a uno degli 'attori' -, ti metto le mani addosso", "se non li porti ti schiatto di mazzate". E ancora, "allora mo' buschi, ti metto le mani addosso".
Fonte: Questura di Firenze
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